UFFICIO SINISTRI - IL BERSANIANO D’ATTORRE ATTACCA RENZI: VUOLE IL MODELLO AMERICANO CON DISCIPLINA SOVIETICA - PAOLO HENDEL ARRUOLATO DALLA CGIL: "RENZI? UN BERLUSCONI SENZA BUNGA BUNGA"

D’Attorre: Preoccupante che Renzi faccia organizzare un evento per raccogliere finanziamenti privato quando i dipendenti Pd rischiano la cassa-integrazione -Hendel rincara: “Renzi? Altro che uomo della provvidenza, la deriva autoritaria sta lì, dietro l’angolo”...

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1 - ALFREDO D’ATTORRE: “MATTEO VUOL FAR L’AMERIKANO”

Wanda Marra per il “Fatto quotidiano

 

hendel hendel

È preoccupante che in un momento in cui il Pd è in crisi, con i dipendenti che rischiano la cassa integrazione e le sezioni che chiudono, Matteo Renzi faccia organizzare ai suoi fedelissimi un evento per il quale ci si impegna a fondo a raccogliere finanziamenti privati”. Così parla Alfredo D’Attorre, bersaniano di ferro, che sabato sarà a San Giovanni.

 

Renzi vuole un partito-Leopolda?

Il rischio è quello di andare verso un partito personale, carismatico, disancorato da una base sociale culturale di riferimento . Un partito che diventa un contenitore indistinto in cui possono convivere istanze di destra e di sinistra e che viene tenuto assieme solo dalla capacità attrattiva del leader e non da una visione della società.

 

Che senso ha la Leopolda in un momento in cui Renzi è sia segretario sia premier?

La Leopolda ha rappresentato una forma di circolazione extracorporea, con la quale energie esterne sono state portate nel Pd. Questo andava bene quando Renzi era l’outsider che tentava la scalata alla segreteria. In un momento in cui è segretario e ha dalla sua gran parte dell’establishment economico non si comprende il senso di un’iniziativa di corrente senza simboli di partito.

alfredo d'attorre alfredo d'attorre

 

Ma il partito nazione non è la naturale evoluzione di questo?

Partito nazione pensato come contenitore indistinto e partito acchiappatutto sì, altra cosa è l’idea di Reichlin della sinistra che si fa carico dell’interesse nazionale senza smarrire le sue radici e i suoi valori.

 

E dunque voi cosa gli chiedete?

Mi auguro che ci chiariamo sul modello di Pd che vogliamo costruire. Se si tratta di un partito strutturato tipico dei regimi parlamentari il modello deve essere coerente: dev’essere un partito con un ruolo forte degli iscritti, degli organismi dirigenti e della disciplina dei gruppi parlamentare. Se invece si sceglie un partito all’americana, si devono avere dei contrappesi.

 

Cioè?

I gruppi parlamentari devono godere di una certa autonomia. Per esempio, in regimi presidenziali come Usa e Francia non di rado accade che i gruppi di uno stesso partito si dividano in quanto il singolo parlamentare risponde anzitutto alla propria base elettorale e fa da contrappeso al potere presidenziale.

 

In sintesi cosa va evitato?

cinegiornale renzi hendel cinegiornale renzi hendel

Non si può avere il modello americano con una disciplina da Politburo sovietico.

 

2 - PRAVETTONI (PAOLO HENDEL): “IL PREMIER È UN BERLUSCHINO PERÒ SENZA BUNGA BUNGA”

Emiliano Liuzzi per il “Fatto quotidiano

 

Difficile capire dove si ferma Paolo Hendel – la sua voce per il Cinegiornale dell’era renziana firmato Cgil – e inizia Carcarlo Pravettoni, dove la parodia è quella antica, di un berlusconiano o quella, più attuale, di un uomo affezionato al verbo imposto dal renzismo. “Non chiedetelo a me, ne parlo già troppo con lo psichiatra”.

 

Hendel da che parte sta?

Diciamo che Paolo Hendel è il contrario di quello che pensa Pravettoni.

 

PIERLUIGI BERSANI A SERVIZIO PUBBLICO PIERLUIGI BERSANI A SERVIZIO PUBBLICO

Pravettoni alla Leopolda e Hendel in piazza coi sindacati?

Assolutamente sì. Non che Hendel non si fidi di Renzi, lui spera che ce la faccia, ma la strada mi pare in salita. È la negazione della democrazia.

 

Perché?

Per colpa nostra, degli italiani. Aspettiamo l’uomo della provvidenza che venga a risolvere i nostri problemi e la deriva autoritaria sta lì, dietro l’angolo. Come diceva Gaber, libertà è partecipazione. Dunque la democrazia è partecipazione. Non c’è un’altra strada, lo abbiamo visto con Craxi e anni prima con un altro signore. Non erano gli uomini della provvidenza.

 

Le piace la visione dell’ottimismo a tutti i costi?

Renzi matteo Renzi matteo

No, è quella che gli contesto. Gli scemi sono ottimisti sempre e comunque. Poi la vita è un’altra cosa. E la politica di conseguenza.

 

Pravettoni però è in sintonia con Renzi?

Pravettoni ci sguazza nel renzismo. Come aveva sguazzato negli anni di Berlusconi. Mi piace una cosa che ha scritto Eugenio Scalfari.

 

Quella del bunga bunga?

Esatto, quando dice che Renzi è un Berlusconi senza bunga bunga. Probabilmente è una tassa da pagare, una fase di transizione. Meglio questa fase di quella berlusconiana, ma i processi sono lunghi e non si poteva pretendere di passare da un Berlusconi al suo opposto. Siamo in una fase intermedia. Già avere eliminato le feste e i festini sono un passo in avanti. Poi probabilmente tornerà anche la politica.

matteo renzi Barbara d'urso matteo renzi Barbara d'urso

 

Lei è fiorentino, Renzi lo ha visto crescere politicamente. Si aspettava che arrivasse a fare il presidente del Consiglio?

Non lo so. Ma il ragazzo è sveglio e ci sa fare. È ambizioso. Ha quell’entusiasmo pravettoniano. Ripeto, fino alla noia: i rischi sono quelli di vedere in lui l’uomo della provvidenza. Un rischio molto serio per la democrazia. Sarà che nel nostro Paese ne abbiamo passate tante, troppe, ma questo maledetto vizio di individuare il salvatore della patria non ce lo siamo tolto. E il rischio è quello di mettere in pericolo la democrazia.

 

 

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