VADE RETRO APPENDINO – IL TRIDENTE OLIMPICO FA FLOP, L’AMAREZZA DELLA SINDACA DI TORINO BEFFATA DAI GRILLINI ROMANI: "NON SONO STATI ATTENTI. LA CANDIDATURA A TRE È NATA COME UN PASTICCIO E COSÌ È FINITA. IL TICKET MILANO-CORTINA ERA PRONTO GIÀ IN ESTATE, QUANDO IL CONI PENSAVA CHE MI SAREI SFILATA"

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appendino

Andrea Rossi per la Stampa

 

«Ma come, Giorgetti non ha appena detto che il governo non sostiene più alcuna candidatura?». Alle due e mezza del pomeriggio, quando le raccontano che mentre il governo sta affossando il tridente olimpico, sta nascendo e facendosi rapidamente strada una soluzione alternativa da cui Torino è tagliata fuori, Chiara Appendino è incredula. Letteralmente non ci crede, anche perché le sue sentinelle romane sembrano non saperne nulla. Il Movimento 5 Stelle è colto di sorpresa. Vacilla.

Il dubbio dura poco, poi subentrano nell' ordine rabbia e un certo senso di frustrazione.

 

L' epilogo è una beffa vera: non lo immaginava e nessuno l' aveva avvisata. Ma il peggio è quel che l' aspetta a Torino, un fuoco di accuse sotto forma di comunicati e dichiarazioni stampa.

APPENDINO DI MAIO

Gli attacchi politici non feriscono, erano messi in conto; quelli delle forze produttive invece fanno male. «Per mesi ho combattuto una battaglia in cui credevo», si sfoga. «Abbiamo lavorato a lungo a un dossier di candidatura che rispondesse pienamente alle indicazioni e ai requisiti in tema di sostenibilità economica e ambientale richiesti dal Comitato olimpico nazionale e dal Cio, che tenesse conto del know-how acquisito nel tempo nell' organizzazione di grandi eventi sportivi e non solo, che considerasse gli interessi del territorio e del Paese e i cui costi non pesassero sulle nostre comunità».

 

OLIMPIADI INVERNALI TORINO

Ma spesso ha combattuto da sola o, almeno, senza tutto il sostegno che le serviva: è mancata la sua maggioranza, con cui ha discusso a lungo fino a minacciare le dimissioni; la politica torinese, salvo poche eccezioni, non ha fatto asse e subisce una sonora lezione da Milano, dove tutti hanno lavorato insieme senza mai polemizzare tra loro. Infine, c' è il Movimento 5 Stelle, colto di sorpresa dalla mossa della Lega.

«Una cosa avevo chiesto», si lamenta nei colloqui privati.

 

«Dovevano stare attenti su questa partita. La candidatura a tre è nata come un pasticcio e così è finita».

Il presidente del Coni Malagò e il governatore della Lombardia Fontana sostengono che sia colpa sua: «È lei che si è sfilata». In fondo la pensano così anche le forze produttive di Torino, che speravano in un grande evento capace di risollevare la città. «Ma io mi sono battuta per quello, ho difeso quella che tuttora considero una scelta naturale: Torino con le sue montagne. Il nostro dossier avrebbe garantito ricadute sul territorio, l' ipotesi a tre molte meno. Eppure non ci siamo tirati indietro rispetto alla possibilità di condividere con altri la sfida». Non tutti la pensano così: lo stesso sottosegretario Giorgetti ha confessato di aver trovato in lei l' interlocutore più inflessibile e determinato. «Ma io chiedevo pari dignità con le altre città e un chiaro impegno del governo sui finanziamenti e sulla gestione organizzativa dell' evento. Non volevo condurre Torino in un progetto di cui non era chiara l' architettura».

olimpiadi torino 2006 by balich

 

appendino

L' epilogo è un colpo durissimo, inutile negarlo. Festeggiano tutti: Milano, la Lombardia, il Veneto, persino una fetta di Movimento 5 Stelle, vedi il sottosegretario Buffagni, che esterna gioia per il tandem Milano-Cortina. Festeggiano pure - sempre dentro i Cinquestelle, ma stavolta a Torino - i nemici dei giochi, quasi fosse un pericolo scampato.

 

Appendino invece è avvilita.

«Per noi finisce qua. In Piemonte, senza il pieno sostegno e l' impegno economico del governo, non ci sono le condizioni per organizzare i Giochi». Non ci sono le risorse.

«Non siamo la Lombardia o il Veneto, mica posso attaccare Chiamparino perché non finanzia le Olimpiadi». Il presidente della Regione ricambia: «Non è colpa sua, è stata mollata dai suoi a Roma. Ma se vogliono, c' è tutto il tempo per rimediare». Difficile.

LA RAMPA DI LANCIO SLAVINATA DEL TRAMPOLINO DI PRALEGATO

Resta un' amarezza di fondo. Aveva messo in conto che il sogno olimpico andasse a schiantarsi. Ma per tutti. Invece perde solo Torino. Beffa atroce e forse non del tutto inattesa: «Il ticket Milano-Cortina era pronto già in estate, quando il Coni pensava che mi sarei sfilata». Ha tenuto duro, ha sfidato la sua maggioranza, ha chiamato a Torino Luigi Di Maio perché la aiutasse a rompere le resistenze dei suoi. Voleva restare in partita e giocarsi tutto fino alla fine. È andata male. «Ne prendiamo atto, ma abbiamo fatto le cose per bene. Il nostro dossier era il migliore». Come consolazione non è un granché.

L IMPIANTO DI BIATHLON SEPOLTO SOTTO LA NEVE