VADE RETRO, MACRON! - CAMUS: 'L'UNICO VOTO UTILE È PER MARINE LE PEN. MACRON È UN MOSTRO IN MANO ALLA FINANZA CHE INCARNA LA 'SOSTITUZIONE' ISLAMICA, LA DAVOS-CRAZIA, L'UOMO USA-E-GETTA. BASTA DIRE CHE LA LE PEN È FASCISTA, È COME INDOSSARE UNA VECCHIA MASCHERA POLVEROSA PER FARSI PAURA DA SOLI'' - LA SINISTRA PER COMBATTERE LA DESTRA SI È ALLEATA CON IL TURBOCAPITALISMO


1. MACRON È IL VERO RISCHIO PER LA DEMOCRAZIA

MACRON

Carlo Cambi per ''la Verità''

 

Il confronto è tra la democrazia così come ce l' hanno consegnata prima la tradizione britannica e poi la rivoluzione francese (una testa un voto, niente tasse senza rappresentanza) incarnata dalla Le Pen e il potere dei soldi senza volto e senz' anima di cui è vessillifero il toy boy di un' autoritaria professoressa parigina. Stupisce che nessuno si sia domandato chi sia il vero fascista tra Marine (ieri vittima di un lancio di uova da parte di contestatori a Reims) ed Emmanuel.

 

L' esempio della Cina

Ebbene il collaborazionista del potere finanziario globale per definizione antidemocratico è Macron: è lui che fa il reggicoda a chi vuole azzerare le identità dei popoli per trasformarli in mercato-massa. Il vero pericolo per la democrazia viene da lui. Che il mondo vada in quella direzione lo ha provato il presidente cinese Xi Jinping il 16 gennaio scorso a Davos, dove ha difeso la globalizzazione. Il dittatore ha dimostrato che per sviluppare la globalizzazione bisogna azzerare la democrazia, e l' unico voto consentito al popolo è quello legato all' uso della carta di credito.

marine le pen emmanuel macron

 

Fa rabbrividire il fatto che la scuola della Sorbona, quella che ha partorito con Marc Augé la più feroce critica della surmodernità, faccia il tifo per Macron obnubilata da un pregiudizio ideologico contro la Le Pen. La gauche caviar che fa da lacché ai plenipotenziari alla George Soros ha perso la capacità critica: Marine Le Pen è il solo argine contro questo tsunami antidemocratico.

 

In tutta Europa sono le élites a tifare per Macron e per la globalizzazione. Un recente studio ci ha detto che in Europa si sono rimaterializzate le stesse diseguaglianze che c' erano nel Medioevo. E ancora fa specie sentire osannare Macron in quella Francia dove Thomas Piketty con il suo Capitale del XXI° secolo ha dimostrato come il turbocapitalismo abbia enormemente aumentato le diseguaglianze.

 

i macron insieme da venti anni

Dovrebbe essere posta alla gauche caviar una domanda: se Pikety ha dimostrato che oggi è indispensabile creare una tassa globale sul capitale fortemente progressiva e imporre maggiore trasparenza finanziaria mondiale, chi è di sinistra? Macron che si accoda alla globalizzazione o la Le Pen che rivendica la sovranità nazionale? Chi è il collaborazionista della dittatura economica?

 

Fa perciò un certo effetto apprendere che François Fillon, appena, trombato, dica: votate Macron. Fa un certo effetto che lo dica una destra che teme la Le Pen come la peste perché sospettata di fascismo in un Paese che non ha mai fatto i conti con la Repubblica di Vichy e che si è emendato dalla deportazione degli ebrei nascondendola sotto il tappeto della grandeur. E fa egualmente un certo effetto che Benoît Hamon, dalla macerie di quello che fu il glorioso Partito socialista, dica: votate Macron contro il pericolo lepenista.

PIKETTY c bc bc e e f

 

Il confronto televisivo tra i due candidati ha chiarito che non c' è spazio per un giudizio razionale, si vota per opposti parossismi. E pur tuttavia tanto il match mediatico quanto il sopracciglio inarcato della migliore società francese dimostrano che lo scontro è tra chi crede nel popolo come somma di individui e chi ritiene che la massa sia solo carne da cannone per alimentare l' appetito dei padroni della globalizzazione.

 

Se c' è una traccia di fascismo inteso come pensiero ademocratico, questo sta tutto dalla parte di Macron. Un inciso: poiché Theresa May osa sottrarre la Gran Bretagna al gioco al massacro delle nazioni è bollata come una scriteriata. La storia le darà ragione come a Margaret Thatcher.

 

opposti conformismi

Contro Marine Le Pen vengono usate le stesse motivazioni dagli opposti conformismi.

Eppure né i repubblicani per via del mai risolto conflitto con il passato «petainista», né i socialisti per la mai risolta doppiezza della gauche caviar (con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra) possono erigersi a paladini della coerenza.

 

SOROS

Eppure fanno fronte comune contro Marine Le Pen agitando sostanzialmente tre fantasmi: il primo è quello di una presunta anima fascista del Front national, il secondo è quello che la Le Pen porta con se germi antidemocratici, il terzo è che Marine ha l'«assurda» pretesa di rivendicare la Francia per i francesi.

 

In realtà la sinistra ha generato una spaventosa eterogenesi dei fini. Per combattere la destra si è alleata con il turbocapitalismo, precipitando il mondo sull' orlo di una dittatura globale. Ciò che accade in Francia è ciò che accade in Italia: le oligarchie vogliono convincere il popolo a farsi di nuovo proletariato per portarci in un nuovo Medioevo in cui i vassalli dell' impero della finanza vivono in comodi castelli mentre gli altri muoiono di peste.

 

Va loro ricordato che i francesi - non i proletari ma la borghesia, quella che è stata cancellata dalla globalizzazione - furono capaci di fare la rivoluzione contro quel Medioevo.

 

Domani potrebbero rifare la rivoluzione scoprendo che la Marianne - simbolo della Repubblica - ha lo stesso profilo di Marine Le Pen.

 

 

2. «L' UNICO VOTO UTILE È PER MARINE IL RIVALE? UN PRODOTTO DELLA FINANZA»

Giovanni Serafini per ''Quotidiano Nazionalehttp://WWW.QUOTIDIANO.NET''

 

MARINE LE PEN

C'è chi andrà a pesca, come lo storico e sociologo Emmanuel Todd. Chi andrà a respirare l' aria pura della Normandia, come il filosofo Michel Onfray. Chi si chiuderà in una stanza con i suoi libri, come il romanziere Michel Houellebecq. Se in passato la maggioranza degli intellettuali francesi correva alle urne per sbarrare la strada al Fronte Nazionale di Jean-Marie Le Pen, oggi avviene il contrario: non votano per non favorire Emmanuel Macron.

 

Alcuni, come lo scrittore Renaud Camus - autore di saggi, cronache, elegie e scritti autobiografici - si mostrano invece più decisi: infileranno nell' urna una scheda in favore di Marine Le Pen pur non essendo del tutto d' accordo con lei. Il suo slogan è «tutto tranne Macron».

MARINE LE PEN

 

Incominciamo con il duello televisivo dell' altra sera. Cosa ne pensa?

«Marine non è stata un granché. Era tesa, preoccupata. Doveva attaccare un avversario che sembrava fatto di gomma. Non credo che la sua prestazione l' abbia favorita, semmai il contrario. E già questo è assurdo: è possibile che il destino di un voto si giochi nell' arco di due o tre ore di politica spettacolo? Comunque vedremo. Penso che Marine perderà, ma possono sempre esserci delle sorprese».

 

Perché lei vota Le Pen, pur non essendo d' accordo con lei su punti essenziali come l' uscita della Francia dall' euro?

«Perché il cosiddetto 'voto utile' non esiste solo a sinistra, ma anche a destra. A una larghissima parte dei socialisti e della destra moderata Macron non piace, ma lo voteranno lo stesso pur di ostacolare la candidata del Fronte Nazionale. Io farò il contrario».

RENAUD CAMUS

 

Che cos' ha Macron che non va?

«Lo rifiuto in blocco. Macron per me è un mostro ben più pericoloso di quel drago di cartapesta che è il Fronte Nazionale».

 

Un mostro?

"È la fredda incarnazione del 'remplacement', della 'sostituzione' . Il suo obiettivo è togliere di mezzo l' individuo».

 

'Remplacement'? Che vuol dire?

«È la mia teoria. Macron è una pedina del nuovo totalitarismo galoppante, è il campione dell' uomo usa-e-getta, dell' individuo rimpiazzabile, di un mondo diretto da quella che io chiamo la 'davos-crazia': la finanza internazionale, le banche, la Borsa, un agglomerato terrificante che si auto-riproduce e passa sulla testa dei politici».

 

Che cosa pensa delle varie iniziative, come lo striscione issato ieri sulla Tour Eiffel,che additano il Fronte Nazionale come un pericolo per la democrazia?

Nicolas Dupont Aignan

«È un partito che esiste in Parlamento e che ha deputati eletti dal popolo. Marine Le Pen ha avuto quasi 8 milioni di voti al primo turno: questo significherà pur qualcosa, no? Finiamola con queste reazioni isteriche e teatrali. Definire fascista e anti democratico il Fronte Nazionale vuol dire indossare una vecchia maschera polverosa per farsi paura da soli».

 

E tuttavia nessuno, con l' eccezione di Nicolas Dupont-Aignan, vuole allearsi con l' estrema destra.

«Non è più il partito estremista del vecchio Le Pen. Ha cambiato faccia. Lo votano molti giovani, molti operai, perfino molti sindacalisti».

 

Crede che la destra tradizionale possa allearsi con esponenti di FN in occasione delle elezioni politiche di giugno?

emmanuel macron

«Possibilissimo, ma a condizione che Marine Le Pen cambi strategia sull' uscita della Francia dell' Europa. È un punto di disaccordo insormontabile. Marine dovrebbe pensarci seriamente».