VALERIA FEDELI SPERNACCHIATA DA PERNA - “E’ UNA FEMMINISTA FROU FROU, BRUTTA COPIA DELLA IOTTI - HA SPOSATO ACHILLE PASSONI, DI DUE ANNI PIÙ GIOVANE - COME COPPIA, PAREVANO UNA TROTA GUIZZANTE E UN BACCALÀ. BOMBASTICO È ANCHE IL SUO MODO DI TINGERSI I CAPELLI. CHI L'HA CONOSCIUTA GIOVANE, RACCONTA CHE…”

Condividi questo articolo


Giancarlo Perna per “la Verità”

 

VALERIA FEDELI CARTELLONI IN GIRO PER ROMA VALERIA FEDELI CARTELLONI IN GIRO PER ROMA

Per molti del Pd, Valeria Fedeli, ministro dell' Istruzione, è una seconda Nilde Iotti, leggendaria compagna di Palmiro Togliatti. Vi dirò poi perché. Intanto, segnalo una differenza di fondo tra le due. La senatrice Fedeli è una femminista, con tutti i fru fru della categoria. Iotti, una donna che si imponeva agli uomini con i fatti.

 

La settimana scorsa, presentando i decreti attuativi della riforma Buona scuola, Valeri ha rimbeccato un giornalista che l'aveva chiamata ministro, con un querulo: «Riesco a dirle di chiamarmi ministra o è complicato?». Ecco, una sciocchezzuola del genere, alla Nilde neanche sarebbe venuta in mente. Mai avrebbe sgrammaticato l'italiano per imporre le donne in politica. Lei fu la zarina, senza storpiare la lingua, con spontaneo omaggio di amici e avversari per l'autentica autorità con cui ha presieduto la Camera per tredici anni.

Fedeli è femminista da decenni.

 

valeria fedeli paolo gentiloni valeria fedeli paolo gentiloni

Lo divenne quando aveva vent'anni e si agitava col movimento studentesco. Nel 2010, ebbe una recrudescenza a causa del Berlusca. Era il tempo in cui, con l'inchiesta Ruby, saltavano fuori le boccaccesche porcellate degli ultimi mesi del Cav a Palazzo Chigi. Valeria, che allora era già nei sinodali 61 anni, ebbe un soprassalto d'indignazione e fondò un gruppo neofemminista per stigmatizzare il comportamento del premier, il disdoro internazionale, l'uso mercenario del corpo femminile. Presa dalla foga, sua e di altre attempate cofondatrici, battezzò il movimento «Se non ora, quando?».

 

valeria fedeli by osho valeria fedeli by osho

Una zappa sui piedi. Il nome, infatti, ricalca il titolo di un libro di Primo Levi sull'olocausto ebraico. Ora ditemi voi se si poteva trovare un'etichetta più inappropriata per parlare delle orge dell'arcorese? Esagerazioni simili, affiancate però a un generale equilibrio della persona, non sono rare nella senatrice.

 

IL CURRICULUM FARLOCCO

Conoscete la polemica - all' indomani della nomina a ministro nel dicembre 2016 - sui suoi titoli di studio. Anche qui, aveva esagerato. Infatti, nel curriculum ufficiale si dichiarava laureata alla Scuola per assistenti sociali. Venne subito a galla che non era una laurea ma una qualifica più corriva: l'attestato di un corso triennale risalente agli anni Settanta quando ancora le lauree di tre anni erano di là da venire.

PIERLUIGI BERSANI VALERIA FEDELI PIERLUIGI BERSANI VALERIA FEDELI

 

Fedeli, presa di contropiede, si proclamò in buona fede e promise di apportare le necessarie correzioni ai curricula. Io che però in queste ore sono andato a vedere il suo profilo di senatrice pd, ho trovato ancora, testuale: «diploma di laurea in Scienze sociali». In realtà, me ne impipo. Alle soglie dei 70 anni - Valeria è del 1949 - conta quello che si sa fare e come si fa. L'ho evocato solo per illustrare la sua tendenza all' enfasi.

 

LA CAPIGLIATURA SCONCERTANTE

valeria fedeli e ronald spogli valeria fedeli e ronald spogli

Strepitosamente bombastico è anche il suo modo di tingersi i capelli. Chi l' ha conosciuta giovane, racconta che in origine era mora. Con i primi grigi, passò a una tinta blu navy per accompagnare senza troppi contrasti l' evoluzione. Passò poi scopertamente all' artificio, con variazioni sul rosso: vermiglione, carminio, magenta, lampone. Da quando è ministro mi par di notare un debole per il rosa salmone.

 

Prima di spiegare com' è diventata ministro e rivelare i fondamenti del paragone con Iotti, due parole sulla sua biografia preministeriale. Di modesta famiglia di Treviglio, in quel di Bergamo, Valeria frequentò le magistrali, il corso di specializzazione che sappiamo e, traslocata a Milano, insegnò come maestra.

 

VALERIA FEDELI BOLDRINI VALERIA FEDELI BOLDRINI

Nelle aule, si appassionò ai diritti e ai soprusi dell' ambiente di lavoro, militando nella Cgil. Nel sindacato comunista fece una grossa carriera. Cooptata in Direzione nazionale (1994), fu segretario dei tessili per un decennio (2000-2010) e, contestualmente, presidente del sindacato europeo del settore.

 

È stata un' attivista di buon senso e riformista. Anche nel Pci fu una moderata, ossia una migliorista, seguace di Giorgio Napolitano. Una destrorsa che andava d' accordo con i cattolici della Cisl. Era, per temperamento, espansiva e chiacchierona. Stranamente, si incapricciò però del più taciturno, rigido e stalinista dei cigiellini in circolazione, Achille Passoni. Un ragioniere milanese, di due anni più giovane, che divenne suo marito. Come coppia, parevano una trota guizzante e un baccalà. Lei molto sciura e prezzemolina, lui grigio e ferrigno come un agente di Equitalia. Lasciarono Milano per Roma a metà degli anni Ottanta, dando una svolta alle carriere.

valeria fedeli valeria fedeli

 

IL MARITO MENTORE

Passoni, entrato nelle grazie di due leader Cgil molto diversi, Bruno Trentin e del successore Sergio Cofferati, uno di sinistra, l' altro più di destra, divenne il numero due di entrambi, come direttore generale della Cgil. Esercitò il potere immenso dei capi organizzativi. Fu lui che, nel 2002, curò la più grossa manifestazione di piazza del dopoguerra, al Circo Massimo: un'adunata, tipo Ventennio, con due milioni di vocianti contro il Berlusca che voleva abolire l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Poi, non legando col capo successivo, Guglielmo Epifani, lasciò la Cgil per la politica.

 

Nel 2008, Walter Veltroni, come Caligola col cavallo, lo fece eleggere al Senato, candidandolo a Firenze, città di cui Passoni aveva sentito parlare nei testi scolastici di ragioneria. Finita la legislatura nel 2013 non fu riconfermato, risultando penultimo alle primarie fiorentine. Segno che, estraneo era, ed estraneo è rimasto alla città sull' Arno.

achille passoni achille passoni

 

IL PASSAGGIO DI TESTIMONE

Qui, subentra il parallelo della Fedeli con la Iotti che, come tutti sanno, fu voluta quale deputato dall' amasio Togliatti sul finire degli anni Quaranta. Anche Valeria - che intanto aveva conclusa la carriera in Cgil nel 2012 - ha usufruito più o meno dello stesso metodo. Per compensare Passoni del seggio perduto, la moglie fu paracadutata nell' infelice collegio di Firenze ed eletta al Senato secondo la più classica staffetta familiare. Non solo. Giunta a Palazzo Madama, Fedeli è stata votata vice presidente dalle truppe cammellate del Pd. Senza precedenti: un'eletta di prima nomina, catapultata a numero due dell'assemblea. Tre anni dopo diventava addirittura ministro.

VALERIA FEDELI VALERIA FEDELI

 

NELLA PANCIA DEL POTERE

Vi chiederete: come mai tanto bendidio? Elementare: il sinistro Passoni, spostandosi a destra, già approdato a Veltroni e transitato per Bersani, si era appollaiato su Matteo Renzi, nemico dell' articolo 18, ma astro sorgente. Idem la moglie, in base al giuramento nuziale - prima parte - di seguirlo nella buona sorte. Alla spinta del fiorentino, si deve la nomina ministeriale di Valeria. Il premier Gentiloni aveva adocchiato Marco Rossi Doria, ex sottosegretario all'Istruzione dei governi Monti e Letta ma si è inchinato al capo partito. Per inciso: Passoni, perso il seggio in favore della consorte, non si è dato al tango.

 

CIRINNA E VALERIA FEDELI CIRINNA E VALERIA FEDELI

È entrato, invece, nella pancia del potere renziano, come capo della segreteria tecnica di Marco Minniti, l' attuale ministro dell' Interno, allora sottosegretario ai servizi segreti.

Ci rimase dal 2014 al 13 dicembre 2016. La data non è casuale. Ma frutto, anch' essa, di un sapiente bilanciamento tra poteri coniugali. Infatti, il giorno prima, 12 dicembre, Valeria era entrata nel governo e, ventiquattr' ore dopo, Achille usciva dal sottogoverno. Perfetto esempio di galateo istituzionale e rodaggio di coppia. Presto, continuando così, oscureranno le più note, dai Togliatti ai Ciano.

VALERIA FEDELI VALERIA FEDELI

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…