LA VERSIONE DI MUGHINI – GRILLO CHE DEMAGOGIA! PER SCOVARE I 15 MILIARDI DI EURO NECESSARI PER “REDDITO DI CITTADINANZA” OCCORRE TASSARE I “PATRIMONI” DEI RICCHI, DICE. BENE, A PARTIRE DA QUALE REDDITO UNO È UN RICCO? CHI PORTA IN SVIZZERA DUE MILIONI COME IL SUO AMICO PAOLI O IL POPOLO BUE DEL CETO MEDIO?

Il fatto è che Visco aveva perfettamente ragione: se lo Stato vuole tirar fuori dei soldi dal prelievo fiscale, allora deve tassare spietatamente il ceto medio o medio-buono. Lì c’è della polpa perché a quel livello di reddito 300-400mila italiani ci siamo tutti in carne e ossa…

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Mail di Giampiero Mughini a Dagospia

 

MUGHINI MUGHINI

Caro Dago, tanto tuonò che piovve. Ed ecco che dopo un periodo di sonnolenza - durante il quale la scena del cabaret politico gli è stata tolta dall’altro Matteo (Salvini) - il noto statista Beppe Grillo torna alle prime pagine dei giornali. No, non s’è limitato a far visita al Presidente della Repubblica, ciò che molti giornali hanno commentato come un segno di rinnovata vitalità, no, lui vuole di più e di meglio.

 

Vuole che dalle casseforti dello Stato italiano, tra le più dissestate dell’intero Occidente, partano ogni mese bonifici da 780 euro cadauno diretti a non sono quanti milioni di italiani che in questo momento non hanno un lavoro, oppure ce l’hanno in nero e dunque non risulta.

beppe grillo a piazza del popolo 4 beppe grillo a piazza del popolo 4

 

Un espediente che avrebbe nome “reddito di cittadinanza”. 780 euro a cadauno, purché respiri. Neppure tanto male. Più di quanto guadagnano molti e dannati precari, più di molte pensioni pur pagate con anni di contributi, più delle pensioni sociali, più o meno l’importo di una borsa di studio da ricercatore universitario.

 

Neppure tanto male, e figuriamoci chi potrebbe non essere d’accordo con questo auto a chi è in sofferenza di vita e di reddito. Non fosse che nelle tasche dello Stato non c’è un euro. Non fosse che sul bilancio dello Stato pesano varie altre forme di sostegno a chi il lavoro lo ha perso o gli è stato amputato pesantemente: la cassa integrazione innanzitutto, e ogni anno non sono spiccioli.

 

GIAMPIERO MUGHINI GIAMPIERO MUGHINI

E allora da dove tirar fuori i 15 miliardi di euro che occorrono alla bisogna? Facilissimo, sostiene Grillo. Dal tassare i “patrimoni” dei ricchi. Dal tassare i loro conti correnti, le loro seconde e terze e quarte case, magari i quadri di Jeff Koons se li posseggono. Solo che a questo punto la domanda è fatidica.

 

A partire da quale reddito uno è un ricco, uno che mangia a ufo? Una decina di anni fa il ministro delle Finanze del governo Prodi, giustificò un aumento delle tasse dirette a chi aveva un reddito superiore ai 75mila euro lordi l’anno dicendo che già a 75,100 euro lordi eri “un italiano ricco”. Ossia a un reddito con cui in una grande città ci arrivi a stento alla fine del mese, specie se hai dei figli, un cane, delle cure dentarie da affrontare, se paghi davvero la fattura della monnezza.

 

Il fatto è che Visco aveva perfettamente ragione: se lo Stato vuole tirar fuori dei soldi dal prelievo fiscale, allora deve tassare spietatamente il ceto medio o medio-buono. Lì c’è della polpa perché a quel livello di reddito 300-400mila italiani ci siamo tutti in carne e ossa. A quel livello sì possono ancora spremerci qualcosa e poi distribuirlo a italiani sofferenti. Non è certo tassando la famiglia Agnelli, la famiglia Del Vecchio, i Ferrero, Silvio Berlusconi e i suoi figli, e qualche altro gaudente che racimoli i 15 miliardi necessari alle iniziative dello statista Grillo.

BEPPE GRILLO GINO PAOLI BEPPE GRILLO GINO PAOLI

 

I soldi non ci sono. Come non c’erano gli 80 euro mensili promessi e consegnati da Matteo Renzi non a quelli perfettamente incapienti, non a quelli del lavoro autonomo che racimolano poche centinaia di euro al mese, e bensì a quelli con un reddito da lavoro dipendente fino a 1300-1400 euro al mese. Ossia a una platea elettorale, perché di questo si tratta.

 

grillo discorso di capodanno da uno scantinato grillo discorso di capodanno da uno scantinato

E nel caso di Renzi (per il quale ho votato, e lo rifarei) e nel caso di Grillo. Tanto poi nessuno fa i conti e si accorge che di quegli 80 euro in più che arrivano in busta paga, una parte non irrilevante te la porta via il fisco tassando al 26 per cento il reddito che ti viene da quei pochi risparmi che tenevi sul conto corrente o in Bot.

 

Fare promesse. Meglio se a vanvera. (Personalmente ho in mente il lancio di un grande movimento politico che ha come obiettivo l’abolizione della morte. Vi raccomando, votatemi.) Beneficare ampie platee elettorali. Moltiplicare i pani e i pesci. Mordere al cuore quelli della classe media che non rappresentano una forte platea elettorale. Discettare ragionevolmente di “diseguaglianze sociali”, dimenticando che il 2,6 per cento della popolazione italiana paga il 26 per cento di tutta l’Irpef riscossa da Equitalia.

GRILLO briatore GRILLO briatore

 

Blaterare contro le “pensioni d’oro”, e come se fossero più di qualche migliaio, e invece minacciare realmente le pensioni da 3-4mila euro lordi che uno s’è pagato durante una vita di lavoro. Lo ha fatto seppure con garbo Stefano Boeri, il nuovo e renzianissimo presidente dell’Inps, Stefano Boeri, in una sua recente intervista). Peggio per noi del ceto medio che a differenza di Beppe Grillo non potevamo proprio chiederlo di essere pagati in nero.

 

 

 

 

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