VIRGY, A NOI! LA RAGGI VA ALLA GUERRA CON I PINI “FASCISTI” DI ROMA E LA “DUCIONA” MUSSOLINI LA POLVERIZZA: “GLI ALBERI A ROMA CADONO PER COLPA DI MIO NONNO? LA SINDACA E’ DA TSO. LA MANUTENZIONE DEGLI ALBERI È RESPONSABILITÀ SUA, INVECE DÀ LA COLPA AD ALTRI”. E ANCORA: "ABITO A UN PASSO DA VILLA TORLONIA E I PALAZZI COSTRUITI DA MIO NONNO NON CADONO, MENTRE GLI ALBERI CHE LA RAGGI NON CURA CROLLANO” - INCHIESTA DEI PM PER LESIONI E PER LA SCARSA CURA DEL VERDE….

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Lorenzo De Cicco per il Messaggero

 

 

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Ci sono 50mila reduci del Ventennio che Virginia Raggi vorrebbe pensionare. Hanno 90 anni o giù di lì e il Campidoglio grillino li considera pericolosi per la pubblica incolumità, tanto da battere cassa al governo amico di M5S e Lega per disfarsene.

 

Protagonisti, involontari, della vicenda sono i pini secolari dell' Urbe, un pezzo della grande bellezza di Roma, delle sue strade, dei suoi panorami che mozzano il fiato. «Piantati durante il regime fascista» (e malridotti), dice la sindaca, vanno abbattuti per evitare che piombino sulle carreggiate trafficatissime, come è avvenuto l' altro ieri nel quartiere Prati, davanti alla sede della Corte dei Conti, quando un tronco si è schiantato sulle auto in corsa. Risultato: due feriti, uno gravissimo, rischia la paralisi.

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Non era il primo albero a venire giù, tutt' altro. Ne sono crollati 400 solo nel 2018 (+870% rispetto al 2017) e altri 200 in questo primo scampolo di 2019. Raggi ora dice di voler prendere di petto la questione. E per comunicare Urbi et Orbi la richiesta di un «piano straordinario» (pagato dal governo, naturalmente, perché il Comune questi «fondi non li ha»), la sindaca ha preso mouse e tastiera e ha pubblicato un lungo post su Facebook. Dopo essersela presa con le precedenti amministrazioni («durante il periodo di Mafia Capitale si è fatto finta di nulla, c' era chi speculava proprio sul settore ambiente con appalti truccati e incuria»), ha riavvolto il nastro fino al Ventennio, appunto. «Molti degli esemplari caduti hanno circa 90 anni: sono stati piantati durante il regime fascista e ora sono giunti al termine della loro esistenza. Si tratta di piante per le quali non bastano le cure ordinarie».

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Un inciso, il rimando al regime, diventato virale sui social, e che ha raccolto una ridda di commenti, per lo più ironici, tra cui quello di Alessandra Mussolini: «La Raggi con i suoi pensieri è da Tso - dice la nipote del duce - Gli alberi a Roma cadono per colpa del fascismo, cioè per colpa di mio nonno? Sembra patologico che la sindaca abbia di questi pensieri, anche perché dovrebbe sapere che come primo cittadino la manutenzione degli alberi è responsabilità sua, invece dà la colpa ad altri». E ancora: «Io - ha dichiarato la parlamentare europea - abito a un passo da Villa Torlonia e i palazzi costruiti da mio nonno non cadono, mentre gli alberi che la Raggi non cura cadono».

 

Rinvii al fascismo a parte, la giunta di Roma è convinta che «la manutenzione non basti più» (anche se bisognerebbe dire che gli appalti per gli alberi sono bloccati da quasi due anni...).

 

ALESSANDRA MUSSOLINI ALESSANDRA MUSSOLINI

Serve quindi, ha scritto Raggi, «un' azione straordinaria che inevitabilmente cambierà anche il paesaggio di Roma. I pini secolari fanno parte del panorama della città, ma così non si può andare avanti». Ergo, tocca passarli con la motosega. Quanti? 50mila esemplari, secondo i calcoli del Campidoglio. Costo: all' incirca 100 milioni di euro, quanto stimò l' ex assessore all' Ambiente, Pinuccia Montanari, che ha lasciato il Comune venti giorni fa.

 

I primi 2mila pini sono già stati abbattuti, ma l' amministrazione non ha soldi per portare a dama l' operazione su larga scala.

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Ecco perché la sindaca ha lanciato l' Sos al governo. E qualche spiraglio già si apre. Dice il ministro dell' Ambiente Sergio Costa: «È giusto che Roma abbia più risorse per abbattere tutte le migliaia di alberi ormai arrivati a fine vita». Ma per liquidare i fondi extra «serve l' interessamento di tutto il governo e le risorse aggiuntive devono arrivare nell' ambito di una riforma complessiva dei poteri di Roma Capitale», il progetto a cui l' inquilina del Campidoglio lavora da due anni.

 

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L' INDAGINE Intanto, mentre la città conta i danni dell' ultimo weekend apocalittico - 500 auto distrutte, oltre a vetrine, cancelli, panchine - la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per lesioni colpose.

 

L' inchiesta mette nel mirino proprio le lacune nella manutenzione del Campidoglio. Il procuratore aggiunto Nunzia D' Elia ha chiesto accertamenti per capire se l' area di Prati dove si è verificato lo schianto fosse in carico al servizio Giardini del Comune o a una ditta privata che ha ottenuto l' appalto. Una cosa è certa: quel pino andava abbattuto «d' urgenza» a settembre 2017. Questo avevano prescritto gli agronomi ingaggiati dall' amministrazione.

Ma è dovuto crollare da solo, l' albero, perché qualcuno lo portasse via.

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