A VOLTE RITORNANO - CAIRO PRENDE IL 'CORRIERE' E DE BORTOLI FA IL “FONDO” SULLA RIFORMA DEI PARTITI - NELLA SUA RIFORMA COSTITUZIONALE, MATTEUCCIO S’E’ DIMENTICATO DI APPLICARE L’ART. 49, QUELLO CHE RIGUARDA PROPRIO I PARTITI - CHISSA’ PERCHE’? -

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Ferruccio De Bortoli per il “Corriere della Sera

 

ASSEMBLEA COSTITUENTE ASSEMBLEA COSTITUENTE

C' è una riforma che sarebbe opportuno che il Parlamento, dopo le vacanze, approvasse bene e in fretta.

 

Prima del referendum. È quella che riguarda i partiti, la democrazia interna, la trasparenza sui finanziamenti.

 

Curiosamente, ma non troppo, è stata messa un po' da parte. A molti non piace.

La subiscono più che promuoverla. Eppure è quantomai indispensabile.

 

Per diverse ragioni. La prima di coerenza. In novembre saremo chiamati a votare sulla riforma costituzionale. Sono 47 gli articoli in discussione. Ma ce n' è uno che non è stato ancora attuato dal 1948.

 

È l' articolo 49: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». I partiti che chiedono un voto sulle nuove regole delle istituzioni sarebbero più credibili se mettessero mano, senza indugi o ambiguità, alle proprie norme interne.

FIRMA COSTITUZIONE FIRMA COSTITUZIONE

 

La seconda ragione è legata alla legge elettorale. Se l' Italicum verrà rivisto e si ritornerà a un sistema a collegi uninominali, una legge sulla trasparenza delle scelte è ancora più necessaria. Lo sarebbe in ogni caso. Se si vuole tutelare la democrazia rappresentativa, occorre rendere meno oscure e insindacabili le liste dei candidati o dei nominati che i leader dei partiti propongono agli elettori.

 

Come sono selezionati? Per meriti o per fedeltà? Quali competenze hanno? Chi li finanzia?

 

La terza motivazione è relativa allo stato di salute degli stessi partiti.

 

partiti partiti

Norme condivise sugli statuti, sul funzionamento delle primarie, sul tema spinoso delle fondazioni e dei loro sostenitori, avrebbero l' effetto di una cura ricostituente della fiducia popolare. Le regole sono un antidoto alle frantumazioni. Oggi, in mancanza di garanzie statutarie, i dissidenti sono spesso costretti alla scissione. Con una base giuridica più solida, ritrovare le ragioni per stare insieme (vedi Forza Italia) è impresa meno ardua.

 

Le decisioni più delicate, per esempio nella galassia dei Cinquestelle, sfuggirebbero alla sgradevole sensazione di essere prese nello studio di Casaleggio jr che nessuno ha eletto. Pizzarotti, il sindaco di Parma, non verrebbe sospeso con una mail. O altri espulsi con coda giudiziaria. Le diatribe sulla proprietà di un simbolo (dalla Dc a Scelta civica) avrebbero toni meno rocamboleschi. Per non parlare di chi scappa con la cassa.

 

SOLDI AI PARTITI SOLDI AI PARTITI

Un testo unico, già approvato dalla Camera, relatore Matteo Richetti, e trasmesso al Senato il 10 maggio, è frenato dai dissidi interni al Pd e da altre riserve, nonostante sia una sintesi di 22 proposte diverse. Contiene molti passaggi di buon senso, ma è certamente migliorabile. Crea una normativa quadro entro la quale scrivere gli statuti, il cui obbligo è già previsto dal decreto Letta (149 del 2013) che ha istituito il finanziamento con il 2 per mille. Introduce una dichiarazione di trasparenza per la formazione delle liste, chiarisce i poteri degli organi interni, la legale rappresentanza, dà all' iscritto il diritto di sapere chi sono gli altri aderenti alla sua sezione. Permette di fare luce su tutti i finanziamenti, al di là dei limiti attuali, specie quelli più coperti (chi mette a disposizione le sedi o fornisce gratuitamente mezzi e pubblicità). Concilia le nuove norme con il diritto di libertà d' associazione e i ragionevoli problemi di privacy.

Montecitorio jpeg Montecitorio jpeg

 

La piena attuazione dell' articolo 49 della Costituzione sulla democrazia interna dei partiti è stata frenata, nel secolo scorso, dalla preoccupazione - non infondata specialmente negli anni più bui della guerra fredda - di un' invadenza dello Stato e dei governi ai danni della libertà politica e del diritto d' opinione.

 

L' opposizione del Partito comunista è bene spiegata nel libro di Lodovico Festa La provvidenza rossa (Sellerio): «Le finalità apparenti di una struttura organizzativa dissimulavano realtà più complesse e, soprattutto, sensibili». Era una «felice o infelice ambiguità» come è stata definita in uno scritto di Giuliano Amato e Francesco Clementi.

 

Ma che ebbe «rilevanti effetti distorsivi nel rapporto fra cittadini e autorità» creando le condizioni di un' occupazione partitocratica delle istituzioni. Una degenerazione alla quale la stessa riforma costituzionale si propone di porre rimedio.

 

montecitorio rissa tra onorevoli pd e sel 6 montecitorio rissa tra onorevoli pd e sel 6

Ecco perché una legge ordinaria sui partiti non è ulteriormente rinviabile. Una sua convinta approvazione sgombrerebbe il campo referendario da molti dubbi e polemiche, facilitando la scelta degli elettori.

 

Conoscere meglio i partiti, il loro finanziamento, le modalità di scelta dei vertici, il ruolo delle fondazioni, contribuisce a sciogliere quella patina di sospetto e pregiudizio, a volte esagerato, che alimenta il populismo e l' astensione e indebolisce nelle fondamenta una democrazia rappresentativa già troppo sfibrata.

 

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