ALLEGRI E BONUCCI: SEPARATI IN CASA - DOPO LO SCAZZO CONTRO IL PALERMO, SABATO C’E’ STATO UN ALTRO SCONTRO DURISSIMO TRA I DUE, IL TECNICO DELLA JUVE HA PENSATO DI DIMETTERSI: “O LUI O ME” - LA JUVE HA ASSECONDATO LA SCELTA DI MAX E BONUCCI È FINITO SULLO SGABELLO IN TRIBUNA - TRA I DUE E’ TREGUA ARMATA, IL TWEET DELLA MOGLIE DEL DIFENSORE: "DOPO IL PUNTO SI VA A CAPO"

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Filippo Bonsignore e Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”

 

«O lui o me». O Bonucci in tribuna o le dimissioni dell' allenatore. Lo strappo di Massimiliano Allegri non ha lasciato scelta alla Juve, che alla vigilia di una partita delicata come può esserlo l' andata di un ottavo di Champions in trasferta, ha «avallato e assecondato» (queste le parole usate dall' a.d. Beppe Marotta) la decisione dell' allenatore. Così Bonucci si è accomodato, si fa per dire, sullo sgabello accanto ai dirigenti bianconeri al Dragao.

 

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Mentre in campo Allegri ha trionfato: due cambi, Pjaca e Dani Alves, che si sono dimostrati subito decisivi. Adesso la strada è in discesa per la gara di ritorno. E il confronto a distanza con le altre grandi d' Europa con cui giocarsi la Champions fino in fondo è cominciato. Del resto la storia del calcio è ricca di squadre vincenti in cui i protagonisti principali non si parlano nemmeno. Ma il caso Bonucci-Allegri, anche se per gli interessati è chiuso (come conferma il tweet della moglie del giocatore: «Dopo il punto, si va a capo»), apre nuovi scenari.

 

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L' alterco, pesantissimo, è accaduto davanti a tutti venerdì sera durante l' innocua vittoria sul Palermo, ma le tempistiche delle decisioni prese confermano quello che si apprende da più fonti: nello spogliatoio si sarebbe sfiorato lo scontro fisico e già venerdì notte Allegri avrebbe chiesto alla società di punire Bonucci, mandandolo in tribuna a Porto.

 

Sabato a Vinovo c' è stato il confronto tra i due alla presenza di Marotta, Nedved e Paratici: Bonucci non ha chiesto scusa, anzi i toni si sarebbero alzati. E qui si sarebbe sfiorata la clamorosa rottura: Allegri minaccia le dimissioni. La società prende tempo, minimizza e in serata fa sapere che sta valutando la multa per il giocatore.

 

Ma l' ultimatum dell' allenatore lascia il segno e si arriva alla decisione di «avallare» la richiesta del tecnico. Scelta però diventata pubblica soltanto martedì, alla vigilia della partita di Champions. Lo strappo era necessario, secondo Max, perché in caso contrario sarebbe stato completamente delegittimato di fronte al resto della squadra. Anche perché con Bonucci i rapporti sono sempre stati tesi: l' esplosione di tensione per un motivo futile - la sostituzione di un compagno - è stata troppo violenta da entrambe le parti per non essere frutto di ruggini antiche.

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Dopo lo strappo, Max si è messo nella «felice» situazione di non poter più sbagliare. E la vittoria di Porto, arrivata con pazienza e maturità, lo ha ovviamente consolidato. In ballo però c' è la centralità della Juve, intesa come società, e del suo stile vincente. L' equilibrio si è rotto e adesso la palla (avvelenata) è in mano all' allenatore, che lunedì ha incontrato anche il presidente Agnelli. A Vinovo (dove la Juve è rientrata soltanto nel tardo pomeriggio di ieri per un guasto aereo) è pace armata. E il patto, che comunque unisce Max e Leo, è di provare a vincere tutto. «O io o lui». Da domani con l' Empoli «tutti e due». Dalla prossima estate sarà molto dura .

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