CACCIA A NUOVI SOCI PER SALVARE IL MILAN - I CONTI SONO HORROR, E ORA SI MUOVE UN CONSULENTE DI LUSSO: ROBERTO POLI, EX PRESIDENTE ENI E ORA NEL CDA FININVEST. PREOCCUPANO LE STIME DELLE PERDITE FINO AL GIUGNO 2018: TRA I 140 E 160 MILIONI, DA SOMMARE AL DEBITO CON ELLIOTT. E SENZA GLI INTROITI CHAMPIONS - IL MILAN RESTERÀ STRANIERO, MA NON È DETTO CHE SARÀ CINESE...

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Enrico Currò e Luca Pagni per 'La Repubblica'

 

 

 

LI YONGHONG LI YONGHONG

Immutabile nei 31 anni di Berlusconi, il Milan rischia la seconda rivoluzione in 7 mesi. La svolta epocale di aprile, con i cinesi al potere, già vacilla per la ragione più prosaica: i soldi. La febbrile ricerca si finanziamenti per le esangui casse si Yonghong Li può passare attraverso l' ingresso si nuovi soci. È la notizia raccolta da Repubblica negli ambienti finanziari. Per scacciare l' incubo di Li - i 383 milioni si euro, interessi compresi, sa restituire al fondo Usa Elliott entro ottobre 2018 - servono nuovi finanziatori.

 

Roberto Poli Roberto Poli

E tra le forze messe in campo per sondare il terreno c' è un consulente esterno di lusso, ben noto all' universo berlusconiano: il professor Roberto Poli, già presidente di Eni dal 2002 al 2011 e attuale membro del cda di Fininvest. Poli fu nominato all' Eni dall' allora premier, che avrebbe poi scelto come ad il manager Paolo Scaroni, oggi nel Cda del Milan come riferimento del fondo Elliott.

 

Più del deficit del primo semestre 2017 (32 milioni) e sell' aumento di capitale per 60 milioni, quasi completato, preoccupano le stime delle perdite fino al giugno 2018, figlie della costosa campagna acquisti: tra i 140 e 160 milioni, da sommare al debito con Elliott. La stessa Fininvest sarebbe stata sondata per il clamoroso rientro nel Milan, ma avrebbe rifiutato: il ritorno avrebbe avuto del diabolico. Il tandem Scaroni- Poli, pur su fronti opposti, ha chiarissime le difficoltà di Li.

Yonghong Li Marco Fassone Yonghong Li Marco Fassone

 

Sul suo passaporto cinese, rilasciato dal dipartimento immigrazione sella regione ad amministrazione speciale di Hong Kong il 28 giugno 2011, l' allora quarantunenne Yong Hong Li, nato il 16 settembre 1969 ad Hainan, arcipelago del golfo di Tonchino, indossa una T-shirt. Il 14 aprile 2017, in giacca e cravatta a Casa Milan, l' imprenditore dal curriculum un po' troppo segreto, anche per le consuetudini cinesi, non immaginava si potere diventare un caso sulle pagine del New York Times.

 

Il tema è lo stesso investigato da Repubblica il presunto capitale sa 880 milioni e la fantomatica miniera di fosfati - durante la laboriosa trattativa, con gli slittamenti del closing, le tre caparre da 100 milioni l' una transitate da paradisi fiscali, la cifra della vendita da Fininvest (740 milioni si euro, debiti inclusi) superiore al valore si mercato (500 milioni), il determinante prestito di Elliott (183 milioni a Li, 120 al Milan).

 

berlusconi li yonghong berlusconi li yonghong

A fine ottobre l' ad Fassone ha annunciato il rifinanziamento del debito, attraverso l' advisor londinese Bgb Weston, gestito da manager italiani, alla cui parte immobiliare collabora l' ex ad sella Juventus Giraudo. L' obiettivo era anche il rispetto del piano di rientro finanziario volontario, che l' Uefa esaminerà il 7 e l' 8 dicembre. Ma tra le banche interpellate per sostituire Elliott, Goldman Sachs ha detto no e Merrill Lynch si è detta disponibile a rifinanziare il debito del club, non quello sella Rossoneri Lux si Li.

 

Una trattativa è iniziata con Highbridge, altro fondo Usa. Si parla (oltre a quelli da restituire a Elliott) di un nuovo prestito a tre anni da 100 milioni a Li, soffocato anche dei mancati introiti della Champions lontana e del mercato cinese, sovrastimati nel primo piano presentato all' Uefa (90 milioni all' anno, il Barcellona ne fattura 13), poi corretto secondo realismo. Urgono nuovi soci, che affianchino Li o che siano pronti a rilevare il club, se finisse a Elliott. Il Milan sembra destinato a restare straniero. Se ancora cinese, si vedrà.

Paolo Scaroni Paolo Scaroni

 

 

 

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