Giancarlo Dotto per Dagospia
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La fustigazione pubblica e privata di Rinoceronte De Laurentiis ha trasformato il Napoli in una macchina da guerra. Quell’uomo spaventa quando s’incazza e minaccia. Schiantata la Sampdoria. Higuain su tutti, ma molto leggiadro il telescopico gol del lillipuziano Lorenzo Insigne, che poi lacrima nano sommerso dai compagni per via delle tante sventure subite. E ora, da qui alla fine, guerra a tre per un accredito Champions (ma vale oro anche il terzo posto con preliminari annessi).
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I due passi falsi di Roma e Lazio (solo pari e tanta strizza all’Olimpico con il Chievo) sono l’odore del sangue per la banda di Benitez. Il genio di Pirlo non basta alla Juventus per evitare dopo vent’anni la sconfitta nel derby e Cairo in tribuna che quasi si strangola poco Urbano col boccone in gola.
Si diceva “uomo di successo, ma il calcio è la sua debaclé”. Non si può più dire. E Ventura è la sua (vecchia) gallina che fa buon brodo e uova d’oro. Da segnalare, con tutta l’ammirazione del caso, la furia con cui i bianconeri si rovesciano nell’area torinista per acchiappare l’inutile pareggio di uno scudetto stravinto.
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Detto che la Fiorentina ha mollato il campionato e che forse Montella mollerà la Fiorentina, detto che il Cagliari si dà Festa in tutti i sensi possibili, il gol del brasileiro Farias, un coast to coast dalla propria area a quella viola, con tanto di funabolismo finale e difensore per le terre, è uno dei più belli dell’anno.
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Due perseveranti miracoli da segnalare in giornata, quel decrepito di Toni, altra doppietta ed ennesima copertina, e il fallibondo Parma che batte anche il Palermo, mostrando che i moventi della vita possono essere infiniti.
Meno cinque. Mercoledì si rigioca. Sarà, come sempre, un mercoledì da pazzi.
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