IL CALCIO ITALIANO FINISCE AI CINESI: "MEDIAPRO", CHE DETIENE ANCHE I DIRITTI DELLA SERIE A, ACQUISITA DA UN GRUPPO DI PECHINO PER UN MILIARDO - COME E’ POSSIBILE CHE IL CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE ORDINI IL RITORNO DEI CAPITALI IN PATRIA (ANCHE QUELLI SPESI NEL CALCIO) E UN FONDO “CINESE” DECIDA OGGI DI FARE IL CONTRARIO?

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Cinzia Meoni per Il Giornale

MEDIAPRO MEDIAPRO

 

 

Il calcio italiano, o meglio ancora europeo, diventa sempre più cinese. Ieri Orient Hontai Capital ha acquistato per 1,016 miliardi di euro il 53,5% di Imagina Media Audiovisual a cui fa capo Mediapro. Quest' ultima è salita agli onori delle cronache rilevando, pochi giorni, fa i diritti sulla serie A per il triennio 2018-2021 e aggiungendo così anche il calcio tricolore al bouquet dei 13 campionati nazionali detenuti in portafoglio (compresi Spagna, Portogallo e Francia).

 

La transazione valuta Mediapro 1,9 miliardi, poco più di una volta il suo giro d' affari (pari a 1,65 miliardi) e quasi nove volte il margine operativo lordo (215 milioni), e duecento milioni in più rispetto alle stime iniziali. La palla adesso passa alle autorità antitrust di cui si attende il responso entro giugno.

 

Dopo i club (tra cui Inter e Milan), gli advisor (Infront, consulente della Lega è di Dalian Wanda Group), nel mirino di Pechino sono quindi entrati gli intermediari di diritti sui grandi eventi sportivi internazionali. Un' attività che, in un mondo sempre più globale e aperto alle web star (da Amazon a Facebook), rappresenta il modo più redditizio per fare soldi con lo sport contenendo i rischi rappresentanti dagli investimenti diretti nei club.

 

diritti tv diritti tv

I cinesi, specializzati finora in videogiochi e quotati a Pechino con una capitalizzazione di 10 miliardi circa, hanno acquisito le quote detenute in Mediapro di Torreal (22,5%), Televisa (19%) e Mediavideo (al 12%). I soci fondatori catalani Jaume Roures e Tatxo Benet (al 12% ciascuno), così come la multinazionale della comunicazione Wpp (al 22,5%) rimarranno in Mediapro.

 

«L' operazione comporta per Imagina un incremento significativo della sua capacità competitiva in Spagna ed Europa e garantirà al gruppo l' accesso al mercato cinese» sostengono Benet e Roures, che mantengono la direzione di Mediapro. Tony Ma, ad di Orient Hontai Capital, più in dettaglio anticipa in merito «i possibili scambi e cooperazione tra Cina, Spagna e America Latina».

 

Jaume Roures Taxto Benet mediapro Jaume Roures Taxto Benet mediapro

Mediapro è oggi tra i leader nella distribuzione di eventi sportivi nel mondo e produce 11 canali televisivi, tra cui Gol su cui trasmette le partite del pacchetto principale della Liga spagnola. Secondo indiscrezioni di mercato, la società catalana starebbe trattando anche in Italia per la creazione di una tv della Lega, un' ipotesi questa che ha sollevato le proteste di Sky in seguito all' assegnazione proprio a Mediapro dei diritti di trasmissione delle 380 partite del campionato italiano.

 

Le tv infatti, a differenza degli intermediari, non potevano per legge competere sull' intero campionato ma solo su determinati e specifici pacchetti messi in asta dalla Lega. Ma dopo i due diversi flop registrati dall' asta sui diritti, Mediapro ha sbaragliato la concorrenza mettendo sul piatto per la Serie A 1.050.001.000 euro all' anno per il triennio 2018-2021, mille euro in più rispetto al minimo richiesto, circa cento milioni in più rispetto ai 946 milioni a stagione offerti complessivamente da Sky Italia e Mediaset per il triennio precedente e oltre duecento in più rispetto alla somma delle ultime offerte giunte alla Lega da Sky Italia e da Mediaset.

 

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L' operazione è ora al vaglio dell' Agcom. Mediapro, sulla base delle condizioni contrattuali previste dall' accordo con la Lega, rivenderà poi a tutti gli interessati i diritti di trasmissione tv e internet con pacchetti creati ad hoc. E conta di realizzare il miracolo: riuscire a fare utili trasmettendo il calcio nonostante la cifra record pagata sui diritti di trasmissione.

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