CARLETTO, L'ORO DI NAPOLI – DOPO IL SI’ DI ANCELOTTI, NAPOLI SCATENATO SUL MERCATO: CACCIA A VIDAL E BALOTELLI – IL FEELING TRA IL TECNICO E DE LAURENTIIS – SCONCERTI: "ANCELOTTI NON HA UN’IDEA FISSA DI CALCIO. E’ UN CARTESIANO MORBIDO. HA SOLO UN LIMITE: ECCO QUALE"

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ancelotti de laurentiis ancelotti de laurentiis

Guglielmo Buccheri per la Stampa

 

Londra era il suo desiderio, ma, a Londra, per lui non c' era spazio. L' azzurro, quello della Nazionale, è stato un' idea, troppo poco redditizia per diventare un progetto. Così Carlo Ancelotti si è ritrovato sul set di Aurelio De Laurentiis perché Napoli doveva dimenticare in fretta le suggestioni regalate dal triennio Sarri e ridiventare una città, ed una squadra, attrattive e con il miglior profilo europeo.

 

De Laurentiis e Ancelotti si sono piaciuti fin dal primo loro contatto nel 2013. Un' empatia immediata che, in passato, ha fatto dire al nuovo tecnico del Napoli che «il presidente è diverso da come viene descritto...».

 

Carletto ha firmato per tre stagioni, le prossime, e guadagnerà, complessivamente, poco meno di venti milioni di euro. Una firma che lo proietta dentro a una realtà in crescita, ma, oggettivamente, lontana, molto lontana dai posti di lavoro dove Ancelotti ha vinto. Chelsea, Paris Saint-Germain, Real Madrid e Bayern Monaco sono state le ultime tappe dell' allenatore una volta uscito dall' Italia nell' estate del 2009 e ora la sua scelta suona come la più intrigante e difficile delle sfide.

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Presentazione il 9 luglio L' uomo, l' unico, che ha vinto il titolo in quattro dei cinque maggiori campionati d' Europa (non c' è riuscito in Spagna, ma, là, è l' eroe della Decima Champions del Real) si è chiuso nella dimora romana di De Laurentiis per otto ore prima di sgommare lontano dalla Capitale.

 

Nomi e strategie. Staff e mercato: tutto in un contesto molto familiare perché, accanto al papà, c' erano i figli Edoardo e Luigi De Laurentiis a condurre in porto la trattativa lampo. Segno dei tempi anche questo, verrebbe da dire. Perché Ancelotti ha accettato di calarsi in una dimensione (quasi) domestica per trovare il nuovo incarico.

 

Mentre a Roma si preparavano i documenti per le firme, Napoli salutava il suo maestro, quel Maurizio Sarri che svuotava l' armadietto per rifugiarsi nella sua Toscana in attesa di conoscere le intenzioni del Chelsea. Sarri, in un attimo, si è scoperto un ex e da tale, ormai, viene percepito. De Laurentiis gli dedica un tweet («Ci hai regalato prestigio ed emozioni, creando un modello di gioco ammirato ovunque»), i tifosi lo ringraziano, ma sposano già un progetto che li riporta ai tempi di Benitez, quando la sola presenza del tecnico spagnolo servì per ottenere il sì di giocatori del valore di Higuain, Albiol, Callejon e Reina.

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Il saluto del club a Sarri Il prossimo mercato ha avuto un posto molto ingombrante sul tavolo dei colloqui fra le parti. Ancelotti potrebbe avere a disposizione un tesoro frutto delle cessioni di Jorginho, Hamsik, Mertens, Callejon.

 

Soldi da reinvestire in sei, sette nuovi giocatori per rifare la squadra secondo i desideri del nuovo tecnico. Punti fermi, Albiol, Insigne, Milik e Zielinski e, si augura Ancelotti, quel Koulibaly inseguito dai club di mezza Europa, Servirà, sicuramente, una seconda punta, con il nome di Balotelli sull' agenda oltre a quello di Benzema, oggi al Real Madrid. In mezzo al campo, piacciono Vidal, ex bianconero e, attualmente, al Bayern, ultima squadra di Carletto, e il giovane Ceballos che non trova spazio a Madrid.

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Ancelotti è volato a Londra. Poi, un viaggio in Cina e l' avventura ai Mondiali come commentatore per una tv messicana. «Sono onorato di allenare la squadra di una città unica e sostenuta da un tifo impareggiabile», le sue prime parole da tecnico azzurro. Vivrà a Posillipo (i suoi predecessori si tennero lontani dalla città), nella casa che era di Reina e il 9 luglio sarà presentato alla stampa. A San Gregorio Armeno c' è già a sua statuina del presepe: Sarri è lontano, come lontano da Roma si scoprì il calcio spettacolo di Zeman non appena arrivò il pragmatico Capello e lo scudetto.

sarri sarri

 

 

2. IL CARTESIANO MORBIDO

Mario Sconcerti per il Corriere della Sera

 

Come si può passare da Sarri ad Ancelotti?

Direi in modo quasi automatico. Ancelotti non cancella niente, il suo mestiere è aggiungere.

 

Non impiegherà più di una settimana a prendere in mano il Napoli, non ha un' idea fissa di calcio, è un cartesiano morbido. Il Napoli di adesso gli andrebbe benissimo, sono anni che Ancelotti gioca con il 4-3-3. Non avrebbe problemi a prendersi anche i movimenti di Sarri, gli automatismi che sono ormai conosciuti dagli altri, ma tranquillizzano i giocatori. L' idea è fare meglio senza dimenticare.

 

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In fondo a rigor di logica non è nemmeno corretto un paragone tra Sarri e Ancelotti. Il primo ha costruito tanto stupore, l' altro ha allenato e vinto con le squadre più grandi del mondo. Credo che il buon carattere di Ancelotti lo abbia sempre fatto capire poco, lo abbia reso una figurina di ragionevolezza e pazienza, togliendogli l' impeto che invece ha, la capacità di inventare calcio.

 

Balotelli Balotelli

Non ha l' isteria di Guardiola, la cattiveria di Mourinho, la concentrazione pagana di Sarri, ma sa avere intuizioni che cambiano le squadre. Pirlo regista fu un' idea sua. E non lo faceva coprire da due mediani, lo faceva giocare accanto a Seedorf, Rui Costa, Kakà, Shevchenko e Inzaghi, con Gattuso a correre per tutti. Non ha avuto paura degli schemi.

 

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È passato dal rombo di centrocampo, cioè senza le ali, ai 4-3-3 variabili di Real, Chelsea, Bayern, alternando sull' ala attaccanti come Ronaldo a esterni di scatto e protezione come Robben e Ribery. Il suo mestiere è allenare gli uomini, non il gioco, quello viene di conseguenza. Mentre per Sarri è l' unica fonte. Credo avrà più problemi Sarri con la sua nuova squadra perché avrà bisogno di tempo. Ancelotti no.

 

L' uomo che torna quasi dieci anni dopo in Italia non ha schemi, ama un calcio del mondo. Vive in Canada, parla in inglese, ha visto tutto, è diventato cosmopolita e sapiente. Ha solo un limite, ha vinto tutto con i ricchi, non ha affermato nessuno. Credo che questo lo abbia convinto ad accettare il rischio di Napoli: avere un progetto solo suo.

Nemmeno di Sarri.

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