CRIMI-NAL MINDS - IL GRILLINO CRIMI "SPEGNE" RADIO RADICALE: STOP ALLA CONVENZIONE, MA IN PARLAMENTO È UN CORO DI NO, LA LEGA E’ PRONTA A SCONTRARSI (DI NUOVO) COL M5S E AVVIA UNA RACCOLTA FIRME A FAVORE DELL’EMITTENTE - BONINO: “E’ UN PROBLEMA POLITICO, I GIALLOVERDI SONO INSOFFERENTI ALLA LIBERTÀ DI STAMPA” - L'AD RAI SALINI: "SIAMO CONSAPEVOLI DELL'ARCHIVIO DI 'RADIO RADICALE'. FAREMO PROPOSTE CONCRETE"

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radio radicale radio radicale

(ANSA) "Ci sono stati incontri con Radio Radicale e siamo consapevoli del valore dell'archivio di Radio Radicale. Al momento non ci sono esiti positivi ma ci siamo proposti di rincontrarci, magari anche con proposte concrete da parte nostra". Lo ha detto l'ad Rai, Fabrizio Salini, in audizione in Commissione di Vigilanza.

 

 

 

 

Goffredo De Marchis per la Repubblica

 

Radio Radicale ha la registrazione di sedute parlamentari che non sono nella disponibilità della Camera e del Senato. « Pezzi di storia che abbiamo solo noi», sottolinea il direttore Alessio Falconio. Ma questa storia può finire. Siamo al bivio, senza soldi del governo l' emittente rischia di chiudere.

 

VITO CRIMI VITO CRIMI

La dead line è il 20 maggio. Ieri è arrivata una mazzata sulle speranze dei lavoratori e degli ascoltatori fedeli di una radio che dà voce a tutti i partiti, oltre che ai processi, al Csm, ai carcerati. « La posizione è molto chiara: l' intenzione del Governo, mia e del Mise è di non rinnovare la convenzione con Radio Radicale » , è la sentenza di Vito Crimi, sottosegretario all' Editoria. «La radio ha svolto da 25 anni un servizio senza alcun tipo di gara e valutazione dell' effettivo valore di quel servizio » , ha aggiunto Crimi.

 

Ma c' è un mondo che vuole ribellarsi a quest' ultima chiamata.

pannella bonino pannella bonino

La Lega sembra pronta a scontrarsi, di nuovo, con l' alleato grillino, per l' esattezza con Di Maio che è l' erogatore della convenzione.

 

Non a caso la raccolta di firme a favore dell' emittente è stata avviata dal deputato leghista Giuseppe Basini. Molti in Parlamento stanno preparando mozioni di sostegno. Il giorno di Pasqua si terrà una manifestazione a Piazza Madonna di Loreto, accanto all' altare della Patria.

 

A Falconio non resta che sperare senza alimentare polemiche.

VITO CRIMI CON IL MEGAFONO VITO CRIMI CON IL MEGAFONO

« Io sono fiducioso. Il ministero dello Sviluppo controlla ogni mese il rispetto della convenzione e non ha mai avuto da ridire. Faccio appello a tutte le istituzioni perché prosegua il nostro lavoro, che è servizio pubblico». Il direttore si tiene aperte tutte le porte, non cerca lo scontro con nessuno. Il motivo è evidente: in questo delicato momento solo il governo può salvare una radio che si spegne.

 

Semmai è la galassia radicale a ribellarsi, quelli che la radio l' hanno fondata, vista crescere e vissuta come una parte di sè. Emma Bonino dice chiaro e tondo che è «un problema politico. Radio Radicale non dà fastidio, come non dà fastidio il Manifesto. Magari Avvenire può essere una spina nel fianco dell' esecutivo. Quindi, il motivo della chiusura è uno solo: l' insofferenza culturale dei gialloverdi alla libertà di espressione e di stampa » . La senatrice di + Europa, che conosce bene la vicenda della convenzione e dei suoi rinnovi. « Crimi si sbaglia. Nel ' 94 è stata fatta una gara per la trasmissione delle sedute parlamentari. Dopo di che ogni anno abbiamo chiesto di rimettere a gara la convenzione, ma nessuno ci ha dato retta. E la convenzione è stata rinnovata ogni volta».

pannella bonino pannella bonino

 

gianfranco spadaccia gianfranco spadaccia

Gianfranco Spadaccia, nell' intenzione di chiudere la radio, vede il progetto più generale di «un atteggiamento antiparlamentaristico » dei 5 stelle. Anche se l' altro storico esponente radicale vede proprio nei grillini « qualcosa di noi, del mondo ambientalista. Sono brave persone, prendono i nostri. Ho un pregiudizio positivo nei loro confronti». E però sono loro a decretare la fine. Sempre che non arrivi un colpo di reni. «La voce di Radio Radicale - dice la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati - non può essere spenta. Non si può cancellare uno strumento prezioso che per oltre 40 anni ha garantito al nostro Paese un' informazione libera, trasversale, corretta ed estremamente preziosa » . La seconda carica dello Stato aiuta la causa, ma la decisione è tutta in capo all' esecutivo. E allora la Casellati lancia un appello: «Si dovrebbe riflettere ancora per non spegnere la radio».

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