FIGC NEL PALLONE, TAVECCHIO NON MOLLA: “VADO AVANTI SE LE LEGHE MI SOSTENGONO” - BRACCIO DI FERRO CON MALAGÒ CHE NON ESCLUDE “SORPRESE”: “UN PASSO INDIETRO DI TAVECCHIO? CI STA. QUELLA FRASE È INACCETTABILE – RENZI CRIPTICO: “SE PARLO, ITALIANE FUORI DALLA CHAMPIONS”

Malagò: “In questo momento un passo indietro di Tavecchio non è sul tavolo ma ci sta tutto. Poi la democrazia va rispettata ma al presidente dei Dilettanti ho detto di non aspettarsi che qualcuno dopo l’11 agosto gli faccia sconti” - il commissariamento della Figc? Solo se i 2 candidati si ritirano”…

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1. TAVECCHIO: «SE LE LEGHE MI SOSTENGONO, CONTINUO» - MALAGÒ: «DA QUI ALL’11 POTREBBERO ESSERCI NOVITÀ»

Fabio Monti per il “Corriere della Sera

 

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Carlo Tavecchio va avanti verso l’elezione alla guida della Federcalcio (11 agosto). Gli incontri a Palazzo H con il n. 1 del Coni (e dello sport italiano), Giovanni Malagò, hanno rispettato l’autonomia dei candidati e della Figc; un’ora e mezzo è durato quello con Albertini; il doppio quello con Tavecchio. Entrambi hanno illustrato anche nei dettagli il programma, toccando tutti i punti, ma la diversa durata dei colloqui qualcosa significa.

 

Alla fine, Tavecchio ha commentato: «Devo ringraziare Malagò per l’accoglienza. Il colloquio è stato lungo e approfondito; ho dato tutte le spiegazioni richieste. Fino a quando avrò il sostegno delle Leghe, andrò avanti con la candidatura alla presidenza Figc». E le Leghe continuano a manifestare pieno appoggio, così come ha fatto quella Dilettanti a metà giornata. Ci sono e ci saranno alcune defezioni (anche in Lega Pro), ma lo zoccolo duro resiste senza grandi problemi.

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Otto ore prima, Albertini aveva raccontato: «Abbiamo rivisto un po’ il programma e abbiamo parlato della visione del futuro, sapendo che tutto passa attraverso una condivisione tra le nostre componenti. È giusto che il presidente del Coni incontri i due candidati, così come è giusto che Tavecchio vada avanti. Ognuno è responsabile delle proprie scelte».

 

La sintesi della giornata è arrivata dal presidente del Coni: «Si va avanti con quelle che sono le nostre regole, per cui non ci devono essere prevaricazioni nei confronti di una regolare competizione elettorale di una federazione. Ora è necessario rifondare tutta la dinamica della federazione; si è parlato di nazionali e di Settore tecnico; di stadi e di governance e i candidati mi hanno garantito che non hanno cambiali da pagare. Mettere qualcuno che non va bene, perché uno è costretto a farlo, è la cosa peggiore. Non c’è alcuna possibilità di commissariamento, se i due candidati non si ritirano».

 

RENZI SPADACCINO RENZI SPADACCINO

E su un possibile passo indietro (indotto) di Tavecchio: «Ci può stare tutto da qui all’11 agosto, ma al momento non mi sembra. Tavecchio ha ribadito le sue scuse, ma una frase come la sua non si può accettare: non può andare bene né a Malagò né al mondo dello sport e non solo. Poi siamo in democrazia e la democrazia va rispettata. Ho anche detto a Tavecchio che nessuno gli farà sconti da qui all’11 agosto ed è indispensabile che ora parli solo con se stesso». E lui ha anche garantito che vuole recuperare il rapporto con il Coni, ora conflittuale.

 

Malagò incontrerà Tavecchio e Albertini all’inizio della prossima settimana (forse già lunedì); oggi, invece, il n. 1 dei Dilettanti dovrà superare un altro ostacolo rappresentato da quella che in fondo resta la questione centrale della storia: una volta eletto (il vantaggio resta consistente), Tavecchio è davvero nella condizione di guidare la rifondazione del calcio italiano?

 

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A porre il quesito, al termine del consiglio della Federcalcio (l’ultimo della gestione Abete), saranno le componenti tecniche (calciatori e allenatori), decise a dare battaglia, dopo tutto quanto è accaduto a partire dall’uscita di venerdì 25 luglio, il giorno del lancio della candidatura, degli extracomunitari che mangiano banane e di Optì Poba.

 

Partendo da una frase di Malagò («la cosa migliore è prepararsi a quello che può succedere dopo l’11 agosto, perché il contesto non potrà migliorare»), i rappresentanti dell’Aic e dell’Aiac sosterranno la tesi della non credibilità di Tavecchio, al di là dei numeri e del programma, all’interno e soprattutto all’esterno, ad esempio con il governo, con il quale bisognerà dialogare su alcune questioni fondamentali, dagli stadi alla tutela dei marchi, alla revisione della legge 91 sul professionismo. L’Aic chiederà alle altre componenti di accettare una soluzione opposta: Albertini presidente, con Lotito (Lega di A) e Macalli (Lega Pro) vice. Soluzione alla quale si oppongono le Leghe, convinte che, a elezione avvenuta, in pochi si ricorderanno delle gaffe pre-elettorali di Tavecchio.

 

Claudio Lotito Claudio Lotito

Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la Direzione del Pd, che ha spiegato perché è rimasto in silenzio sulla questione-Tavecchio, dimostrando di avere piena conoscenza della carta olimpica e dello Statuto della Fifa (art. 13 e 17), che vieta ingerenze politiche nella vita delle federazioni sportive nazionali: «Mi ha fatto molto ridere chi su Twitter dice: non hai detto una parola sul Tavecchio! Ma se dicessi una parola, in veste di presidente del Consiglio, l’Italia potrebbe essere squalificata dalle competizioni. Sarebbe l’unico modo per non mandare Juve, Roma e Napoli in Champions. C’è un regolamento che giustamente impedisce alla politica di mettere bocca».

 

2. MALAGO’: LA DEMOCRAZIA ELETTORALE VA RISPETTATA, BISOGNA SAPERLA ACCETTARE

Matteo De Santis per “la Stampa

 

Giovanni Malagò, il suo pensiero sulla frase incriminata pronunciata da Tavecchio?
«Ha ribadito le sue scuse, ma una frase del genere non si può accettare. Non può andare bene né a Giovanni Malagò né al mondo dello sport e non solo ».
 

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Esiste un’ipotesi di commissariamento per la Federcalcio?
«Solo se i candidati si ritirano, non c’è nessun’altra possibilità. Le regole sono chiare, si va avanti con le norme della Fifa che non prevedono prevaricazioni nei confronti di una regolare competizione elettorale di una federazione sportiva»
 

Pensa che Carlo Tavecchio possa fare un passo indietro?
«In questo momento non è un’ipotesi sul tavolo, ma tutto può succedere fino al giorno delle elezioni. Ho detto a Tavecchio con grande onestà di non aspettarsi che qualcuno gli faccia sconti perché questo è il contesto che si respira e non ci si può nascondere dietro a un dito».
 

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Il mondo del calcio può accettare Tavecchio presidente?
«La democrazia elettorale ed autonoma deve essere preservata e questo bisogna saperlo accettare. A questo punto la cosa migliore è che Tavecchio possa prepararsi a quello che potrebbe succedere dopo l’11 agosto. La pressione, infatti, non credo che calerà. L’uomo Tavecchio ha gli attributi e le spalle larghe per reggerla, ma c’è anche un altro discorso che impatta e questo fa parte delle sue valutazioni personali »
 

Di che cosa ha parlato con Albertini e Tavecchio?
«Dei rispettivi programmi, entrando nei dettagli. Si è parlato anche di governance e su questo tema ho espresso chiaramente le mie opinioni, chiedendo se ci fossero delle cambiali da pagare. Non ci sarebbe cosa peggiore per il calcio italiano che mettere persone che non vanno bene perché si deve aprire un corso nuovo all’interno della Federcalcio ed è indispensabile farlo con dei soggetti credibili e competenti».
 

CARLO TAVECCHIO CARLO TAVECCHIO

 

 

 

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