“NON GIOCHERO’ MAI PIU’ CON LA GERMANIA” – LA RABBIA DI OZIL CHE ANNUNCIA L’ADDIO ALLA NAZIONALE: “ATTACCHI RAZZISTI DOPO LA FOTO CON ERDOGAN” – IL CALCIATORE DI ORIGINE TURCA ATTACCA I MEDIA, I VERTICI DELLA FEDERAZIONE TEDESCA, I POLITICI I QUALI NON GLI HANNO MAI PERDONATO UN GESTO CHE PER LUI INVECE È STATO SOLO DI…- IL NUMERO 1 DEL BAYERN HOENESS ATTACCA: "OZIL? IN RUSSIA HA GIOCATO DI MER*A"

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Paolo Valentino per il Corriere della Sera

 

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Mesut Özil non ci sta, è il caso di dirlo, a fare la testa di turco. Bersaglio polemico da mesi dopo la famosa foto con il presidente Recep Tayyip Erdogan, attaccato ancora più duramente dopo l' umiliante eliminazione della Germania ai mondiali di Russia, il calciatore di origine anatolica ha deciso di voltare le spalle alla nazionale tedesca, annunciando in modo clamoroso il suo ritiro dalla «Mannschaft», con cui è stato campione del mondo nel 2014.

 

Lo ha fatto ponendo fine a un lungo silenzio, con una dichiarazione in tre parti, che ha avuto l' effetto di una bomba e nella quale non risparmia nessuno: i media, i vertici della Federcalcio, i politici i quali non gli hanno mai perdonato un gesto che per lui invece è stato solo «di rispetto verso la più alta carica del Paese della mia famiglia».

 

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È una rottura dolorosa, densa di rancore e devastante per il mito già scalfito della nazionale plurale, già simbolo dell' integrazione riuscita e di una Germania vincente, che era stato anche parte integrante della narrazione politica di Angela Merkel. «È con cuore pesante e dopo lunga riflessione - scrive Özil nel suo terzo messaggio via Twitter - che ho deciso, a causa dei recenti episodi, di non giocare più per la Germania a livello internazionale, fino a quando avrò la percezione di questo sentimento di razzismo e di mancanza di rispetto».

 

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Il ventinovenne trequartista dell' Arsenal attacca il presidente della Federazione tedesca, Reinhard Grindel, dicendo di «non voler più essere il capro espiatorio della sua incompetenza e della sua incapacità di fare come si deve il suo lavoro». Dopo l' eliminazione dai mondiali, sia Grindel che il team manager della Mannschaft, Oliver Bierhoff, avevano chiesto al giocatore di «chiarire la sua posizione»: «Mi sono sentito rifiutato, nonostante le mie 92 presenze in nazionale dal 2009».

 

Nei due messaggi precedenti, Özil ha dapprima difeso con forza le foto di maggio con Erdogan, fatte a Londra insieme al compagno della nazionale Ilkay Gundogan, spiegando la loro natura non politica e negando che avessero come scopo di aiutare il controverso leader alla vigilia del voto in Turchia: «Non incontrarlo avrebbe significato non rispettare le mie radici, indipendentemente da chi è presidente».

 

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Ma la parte più polemica è quella contenuta nel secondo tweet, in cui il calciatore ha preso di petto i media tedeschi, accusando «in particolare alcuni giornali» di far «propaganda di destra» e dicendosi «deluso dalla doppia morale» dei loro articoli: «Sono tedesco quando vinciamo e un immigrato quando perdiamo». Özil ha attaccato anche l' ex capitano della nazionale Lothar Matthäus, citando il suo incontro con Putin, per il quale nessuno lo ha criticato. Parole dure anche per gli sponsor della nazionale, che dopo le foto lo hanno eliminato dalle loro campagne pubblicitarie, annullando perfino alcune azioni di beneficenza.

 

Insiste però nelle sue critiche l' ex leader dei Verdi, Cem Ozdemir, anche lui di origine turca: «Spiace che Özil si esprima così, facendo un assist a chi rifiuta la nostra democrazia, da noi come in Turchia».

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