“ORA CON NEYMAR POSSIAMO VINCERE LA CHAMPIONS” - VERRATTI SOGNA IN GRANDE CON IL PSG MA INTANTO SI AVVICINA LA SFIDA CONTRO LA SPAGNA PER EVITARE I PLAYOFF DEI MONDIALI DI RUSSIA 2017: “NON ABBIAMO NULLA DA PERDERE” - HA SCELTO RAIOLA COME NUOVO PROCURATORE

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Alessandro Bocci per il Corriere della Sera

 

VERRATTI 1 VERRATTI 1

Accanto a Daniele De Rossi o dietro le punte, Belotti e Immobile. In un modo o nell' altro Marco Verratti avrà un ruolo di primo piano nella corrida infernale del Bernabeu. Tocca al talentino dei Campi Elisi prendere per mano la Nazionale a caccia dell' impresa. Finora non è quasi mai successo nell' arco di tre c.t. e appena 21 partite. Un incompiuto. E pensare che fuori dai confini Verratti è una stella di prima grandezza: il Barcellona, per affiancarlo a Iniesta, era pronto a spendere 100 milioni. Il Psg, che non ha voluto liberarlo, lo ha blindato con un contratto da 8 milioni netti all' anno e a lui affida il compito di lanciare Neymar e Mbappé in una squadra da Playstation.

 

Monsieur Verratti, è stata un' estate turbolenta...

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«Complicata soprattutto. Perché si è parlato di me anche quando stavo in silenzio».

 

Voleva andare al Barça e ora si ritrova con Neymar e Mbappé.

«Sono felice di far parte di un grande progetto. Con il Psg c' erano state delle incomprensioni, cose che non avevo capito. Ma ora è tutto risolto. Non so se resterò per tutta la vita, perché nel calcio non si può mai dire, ma sto bene dove sono».

 

Con quei fenomeni poi...

VERRATTI VERRATTI

«Neymar è un gran colpo. Non credevo che sarebbe venuto. All' inizio ero scettico, Dani Alves invece mi ha parlato di questa possibilità. Non era facile lasciare il Barça e gente come Messi e Suarez. Eppure Neymar lo ha fatto: è un fenomeno, che si è messo in testa di portare Parigi al vertice del calcio europeo. Adesso niente è vietato e possiamo vincere la Champions».

 

Ma che squadra è il Psg?

«In attacco c' è la folla. Faccio un nome: Draxler. È fortissimo, ma rischia di partire dalla panchina».

 

Ora c' è la Spagna e l' Italia ha bisogno di Verratti. È la partita più importante della sua carriera azzurra?

«Ne ho già fatte tante, basti pensare a quelle del Mondiale 2014 in Brasile. In Nazionale non ci sono sfide facili. Ogni volta è un esame e bisogna farsi trovare pronti. Intanto sono contento di avere la fiducia di Ventura».

 

A proposito, come la farà giocare, interno o trequartista?

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«Bella domanda. Non l' ho capito neppure io. A Parigi spesso comincio davanti alla difesa e finisco dietro le punte. C' è più libertà tattica. In azzurro ognuno ha i suoi compiti e deve rispettarli».

 

Al Bernabeu con un solo risultato a disposizione: la vittoria.

«Meglio così, concentrati sull' obiettivo. Ci sono tutti i presupposti per fare una grande partita. Non abbiamo niente da perdere. La strada è una sola».

 

Troverà Iniesta, che poteva essere suo compagno nel Barcellona.

NEYMAR NEYMAR

«Un giocatore formidabile che ha fatto la storia anche se ho sempre adorato Xavi che, giocando un calcio semplice, sapeva cambiare una squadra».

 

Al Camp Nou l' umiliazione più grande.

«Per giorni non ho dormito, ho fatto fatica a capire cosa era successo. Ora sono più determinato di prima».

 

Torniamo all' estate complicata.

«In Francia la verità sembra non contare. Ogni mattina mi svegliavo e sui media c' era una notizia falsa che mi riguardava. È stato brutto. Per fortuna è passato».

 

Intanto ha cambiato procuratore. Da Di Campli a Raiola, il manager delle stelle.

«Donato era il mio migliore amico e lo è ancora. Però il lavoro è un' altra cosa. Sono dispiaciuto, ma l' ho dovuto fare».

GIAN PIERO VENTURA GIAN PIERO VENTURA MINO RAIOLA MINO RAIOLA

 

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