"WONDER WOMAN" GOGGIA, REGINA DELLA VELOCITA’! PRIMO TRIONFO PER UN’ATLETA AZZURRA IN DISCESA AI GIOCHI INVERNALI - “SONO UNA PASTICCIONA MA OGGI HO CERCATO DI ESSERE UNA SAMURAI. QUESTA E’ LA MIGLIORE GOGGIATA DI SEMPRE" – IL MESSAGGIO ALLA VONN CHE CHIUDE TERZA E IN LACRIME – VIDEO

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Simone Battaggia per gazzetta.it

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Immensa Sofia Goggia. È oro olimpico in discesa, il primo femminile per l'Italia nella specialità più prestigiosa, il secondo dopo quello di Zeno Colò a Oslo 1952. A Jeongseon, in una giornata che passerà alla storia, la bergamasca ha preceduto di 9/100 la norvegese Ragnhild Mowinckel e di 47/100 la statunitense Lindsey Vonn, in un ideale passaggio di consegne tra regine della velocità.

 

È il giorno di gloria della più coraggiosa delle azzurre, quella delle "goggiate", quella che di natura rischierebbe sempre tutto e che nelle ultime due stagioni ha costruito, grazie all'enorme e paziente lavoro degli allenatori azzurri, una stabilità tecnica su cui poggiare le sue vittorie. È, anche, il trionfo di una ragazza che allo sci affianca mille altri interessi, che cita i classici e viaggia nel mondo, una polivalente nella vita.

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LA GARA — L'Italia dello sci torna a festeggiare un oro dopo quello di Giuliano Razzoli in slalom nel 2010. Per l'azzurra, già bronzo iridato in gigante nella scorsa stagione a St Moritz, è il coronamento di due stagioni eccezionali, che l'hanno vista esplodere fino a conquistare venti podi in Coppa e quattro vittorie, dopo aver passato anni a combattere con gli infortuni e la sfortuna. Dopo la delusione del superG, in cui aveva buttato via una medaglia sicura per un errore nella parte centrale, la bergamasca ha avuto la forza di mantenere la fiducia e di trovare l'aspetto positivo in quella giornata. In pista l'azzurra ha costruito la propria vittoria nella parte centrale del tracciato, dove ha disegnato linee coraggiose mantenendo un'altissima velocità.

 

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Partita con il pettorale 5, al traguardo ha fatto un sorriso di soddisfazione, che si è allargato man mano che le avversarie scendevano e le arrivavano alle spalle. Prima tra tutte Lindsey Vonn, partita con il pettorale 7: l'americana, con tutta probabilità all'ultima olimpiade, al traguardo ha indicato l'azzurra nell'angolo del leader, un gioco che le due, dominatrici della stagione, portano avanti dalla scorsa stagione. Poi tra le due è arrivato l'abbraccio. La sola ad aver messo davvero a rischio l'oro della bergamasca è stata Ragnhild Mowinckel: già argento in gigante, la norvegese era in vantaggio nei primi tre intermedi (0"07 al terzo) e all'ultimo rilevamento aveva solo 4/100 di ritardo. Al traguardo ha pagato 9/100.

 

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LE ALTRE AZZURRE — Sono uscite Federica Brignone, Nadia Fanchini e Nicol Delago. Federica Brignone, vittima di una caduta nella parte alta del tracciato, è stata portata precauzionalmente a fare degli esami per una "tirata" al ginocchio sinistro. La valdostana ha possibilità di podio nella combinata di domani.

 

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Simone Battaggia per gazzetta.it

 

Arriva in sala stampa accolta da un applauso, addosso ha ancora la tuta da gara e il pettorale olimpico numero 5, quello della sua medaglia d'oro. Sofia Goggia affronta i giornalisti di tutto il mondo con il suo inglese sicuro e fluente, strappa sorrisi, argomenta in profondità. Ma, è lei stessa ad ammetterlo, non trasmette ancora la gioia che ci si attende da un'atleta che ha appena ottenuto il risultato più grande. "Non me ne sto ancora rendendo conto. Sono un vulcano pronto ad esplodere, credo che succederà presto".

 

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Sofia racconta così la propria gara. "Ero concentrata su me stessa e sulle poche, essenziali cose che avrei dovuto fare per essere al meglio. Non era questione di medaglie o di vincere, volevo fare la mia discesa con il mio modo di sciare. Ieri, quando ho tagliato il traguardo dopo la terza prova, ho capito come avrei dovuto sciare oggi. C'erano due punti su cui avrei dovuto focalizzare l'attenzione e alcuni pronti in cui sapevo che avrei potuto fare la differenza sfruttando le pendenze. Ed è ciò che ho fatto. Sono felice perché non ho fatto errori. La migliore "goggiata" di sempre è arrivata oggi. Così cambiamo accezione al termine...".

 

 "Ero così focalizzata sulle sensazioni che avevo avuto in superG, che la gioia che c'è in me non è ancora eruttata. Erano anni che cercavo questo modo di sciare. Lì ho capito che avrei potuto fare una grande discesa. Nella mia meditazione di ieri ho chiesto a me stessa di stare sulle mie gambe, di fare la mia discesa. Ho cercato di costruire questa gara e sono contenta di quello che ho assemblato, è un po' la discesa della maturità. Quando ho superato la linea, è stato come se mi fossi tolta un peso dalle spalle. Ero arrivata al traguardo, cosa che con me non è mai garantita, ero felice di come avevo sciato".

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"La vittoria la dedico a me stessa, al mio bel Paese, alle persone che vogliono bene a Sofia indipendentemente dal fatto che vinca l'Olimpiade. Grazie a chi ha creduto ad una bambina che a sei anni sognava di vincere le Olimpiadi sulla neve di Foppolo. Sono una pasticciona, ma oggi ho cercato di essere una samurai".

 

Sofia dedica un pensiero anche a Lindsey Vonn, terza. "È incredibile. L'anno scorso, quando vinsi qui la mia prima gara di Coppa, la battei e mi sentii onorata di gareggiare con lei, la più grande sciatrice di tutti i tempi. È un grande onore per me competere con lei e combattere con lei, anche per la Coppa del Mondo. Ricordo che la guardavo in tv, durante i miei infortuni di qualche anno fa. Allora sognavo di poter competere al top. Credo che devo ancora realizzare di aver vinto l'oro olimpico. Sento che sto per eruttare". Poi si congeda salutando in coreano. Inimitabile Sofia.

 

Il presidente del Coni Giovanni Malagò aggiunge che quello della Goggia è "un oro pesantissimo. Uno fatica a ricordarlo, ma non avevamo mai vinto la discesa olimpica con le donne. Sofia se l'è strameritata per ciò che ha fatto in questi anni, per come è arrivata ai Giochi, per i test event che ha dominato l'anno scorso qui. Però c'è sempre il rischio che sia un terno al lotto, basti ricordare quello che è successo in superG, la norvegese ci ha fatto morire.

 

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È una grande vittoria per l'Italia, per questa federazione, per lo sport. La discesa è il simbolo dello sci e delle Olimpiadi invernali in assoluto. Sono felice per Sofia, per come è lei, per la sua splendida famiglia. La sua è una grande storia italiana , un'altra donna a vincere un altro oro in un'altra disciplina. Abbiamo rotto il ghiaccio, speriamo di continuare. È una squadra molto strana la nostra. A differenza degli altri Paesi non abbiamo una disciplina in cui saccheggiamo le medaglie: noi andiamo un po' qua e un po' la a prenderle".

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