1. LO SCANDALO NON È VOTARE QUESTO TAVECCHIO, MA CHE CI SIA QUALCUNO CHE ANCORA PENSI DI FARLO. ROMA E JUVENTUS SI SONO SMARCATE PRIMA DELLA “GAFFE” RAZZISTA (“AFRICANI MANGIABANANE”), DELLA VALLE E LA FIORENTINA SONO STATI I PRIMI AD ALLINEARSI. GLI ALTRI? SILENZIO O SUONI NON MENO ABOMINEVOLI DEL LORO CANDIDATO 2. MA DAVVERO NON CAPISCONO CHE SILENZIO (GALLIANI, ZAMPARINI E SOCI) O, PEGGIO, ASSOLUZIONE (LOTITO E DE LAURENTIIS) LI SCONFESSA? TAVECCHIO, DALLA BANANA IN POI, E’ DIVENTATO UN CREDIBILISSIMO TEST CHE SPARTISCE LE ACQUE E CLASSIFICA GLI UOMINI 3. L’ATTACCANTE DELLA SAMPDORIA, STEFANO OKAKA, NATO IN PROVINCIA DI PERUGIA DA GENITORI NIGERIANI: ”QUANTO È SUCCESSO È INACCETTABILE E SCANDALOSO. TUTTO IL POPOLO DOVREBBE AVERLO GIÀ CONVINTO A FARE UN PASSO INDIETRO. SE CHI DEVE DARE L’ESEMPIO APPENA PARLA DICE COSE DEL GENERE È LA FINE; ADESSO BASTA” 5. A DIFENDERE TAVECCHIO C’È SOLO IL MEDICO DEL TOGO (CHE SCRIVE ALLA KYENGE)

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1. LO SCANDALO NON È VOTARE QUESTO TAVECCHIO, MA CHE CI SIA QUALCUNO CHE ANCORA PENSI DI FARLO

Giancarlo Dotto per Dagospia

 

carlo tavecchio carlo tavecchio

Tavecchio e le banane (ma anche i maiali). Per restare allo zoo, i nostri profili istituzionali, per non parlare dei dirigenti sportivi e delle sacerdotesse rosa del Tempio, si sono mossi con la lentezza del bradipo, la prudenza del coniglio e il conformismo della pecora.

 

Vanno capiti. Tavecchio la fa così grossa e improvvisa in una sala congressi trasformata all’improvviso in un cesso da osteria, che ci mettono una vita ad articolare, mica un ragionamento, ma l’unica sintesi possibile. Che l’uomo da presentare è impresentabile. Semplice. Punto. Che non siamo sempre responsabili di ciò che sbarca nelle nostre teste, arriva ai polmoni, passa alla trachea e bussa alle nostre corde vocali.

 

Ma siamo terribilmente responsabili nel momento in cui l’unica censura non censurabile, la nostra, decide se quel trambusto debba diventare parola.

Nell’esatto momento in cui Tavecchio autorizza se stesso a dare fiato (e vibrazione) alla sua cazzata, confessa in modo inequivocabile, non il suo razzismo, ma la sua volgarità. Che è peggio del razzismo. Perché sporca tutto, non solo la pelle di un uomo.

dotto dotto

 

Confessa anche la sua stupidità, che forse è peggio della volgarità. Ve lo immaginate un presidente federale cui non scatta l’allarme rosso nel dire l’indicibile, (a meno che tu non sia un irresponsabile avanzo da osteria)? Restando sullo zoomorfismo, peraltro inaugurato da Tavecchio, l’uomo, si fa per dire, carica come un cinghiale quella che, secondo lui, è la foresta pietrificata del nostro calcio. Il punto è che, se deploriamo la foresta pietrificata, non abbiamo bisogno del cinghiale, nè del maiale.

 

Già, perché la pessima opinione che noi abbiamo di Tavecchio, non è niente in confronto a quella che Tavecchio ha di se stesso. Meraviglioso il lapsus in cui descrive se stesso, con la scusa di descrivere il tifoso che va allo stadio: “Mi sento come il maiale che va al macello”. Profetico. Da lì a pochi minuti sarebbe accaduto. Il maiale è andato al macello. Chiamarla “gaffe” è elegante, ma un tantino minimalista.

 

matteo renzi matteo renzi

Lo scandalo non è votare questo Tavecchio, ma che ci sia qualcuno che ancora pensi di farlo. Roma e Juventus si sono smarcate prima della “gaffe”, Della Valle e la Fiorentina sono stati i primi ad allinearsi. Gli altri? Silenzio o suoni non meno abominevoli del loro candidato. Ma davvero non capiscono che silenzio (Galliani, Zamparini e soci) o, peggio, assoluzione (Lotito e De Laurentiis) li confessa quanto Tavecchio ha confessato se stesso. Una confessione imbarazzante. Grazie Tavecchio. Non sei più un presidente credibile ma, dalla banana in poi, sei diventato un credibilissimo test che spartisce le acque e classifica gli uomini.

 

2. FRONTE NO-TAV(ECCHIO) - RENZI ALL’ATTACCO E LA FIORENTINA NON LO VOTA PIÙ - FIGC COMMISSARIATA?

Fabio Monti per “Il Corriere della Sera

 

DIEGO DELLA VALLE E FRATELLO ANDREA DIEGO DELLA VALLE E FRATELLO ANDREA

Il caso resta aperto. Aumentano i dubbi sulla candidatura di Carlo Tavecchio alla presidenza della Federcalcio (elezioni a Roma l’11 agosto), dopo le parole pronunciate venerdì sugli «extracomunitari che fino al giorno prima di venire in Italia per giocare titolari mangiavano banane».

 

In un’intervista ad Avvenire , il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è stato esplicito: «Quell’espressione sugli stranieri è inqualificabile. Parlando calcisticamente, direi un clamoroso autogol. Detto questo, mi fermo: se il governo volesse decidere anche sulla partita della Federcalcio sbaglierebbe; noi rispettiamo l’autonomia delle istituzioni sportive». E sabato notte, il presidente della Samp, Massimo Ferrero, aveva detto: «Ho votato la candidatura di Tavecchio, confidando nel rinnovamento, ma certo non condivido quanto ha detto».
 

Demetrio Albertini Demetrio Albertini

Quella di ieri è stata una giornata di grande fermento e non solo per le critiche apparse su non pochi quotidiani stranieri: L’Equipe è convinta che Opti Poba fosse un nome scelto con riferimento indiretto a Pogba). Demetrio Albertini ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della Figc, consegnando nel pomeriggio in via Allegri a Roma il documento programmatico, con le firme di Assocalciatori e Assoallenatori. Con gli arbitri orientati ad astenersi, il punto di partenza, a due settimane dal voto, era così sintetizzabile: 68% per Tavecchio (serie A, serie B, Lega Pro e Dilettanti) e 30% per Albertini (calciatori e tecnici).

 

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Ma in serata, è arrivato il primo segnale che la partita resta aperta. È uscito allo scoperto il presidente della Fiorentina, Mario Cognigni: il club viola, «fedele ai propri valori etici e civili, alla luce della recente affermazione del signor Tavecchio, ritiene non più sostenibile la sua candidatura». L’assemblea di giovedì si era chiusa con un 18-2 a favore di Tavecchio (Juve e Roma all’opposizione); il 17-3 cambia poco in termini aritmetici, ma può essere il segnale di un fronte che sta perdendo compattezza.
 

E questo nonostante l’intervento di Kossi Kamla-Ebri, medico del Togo, che ha lavorato per anni con l’ex ministro per l'integraziione, Kyenge e che a lei si è rivolto: «Cara Cécile, il mio amico Carlo è tutto meno che razzista. Accusarlo di questo è assurdo. Tavecchio non deve assolutamente ritirare la sua candidatura. Nella vita contano gli atti compiuti e io garantisco per i suoi, non bisogna dare un peso eccessivo ad una espressione sbagliata in un discorso che andava in tutt’altro senso».

Okaka Okaka

 

L’attaccante della Sampdoria, Stefano Okaka, nato in provincia di Perugia da genitori nigeriani, ha riassunto lo sconcerto di moltissimi calciatori: «Quanto è successo è inaccettabile e scandaloso. Tutto il popolo dovrebbe averlo già convinto a fare un passo indietro. Se chi deve dare l’esempio appena parla dice cose del genere è la fine; si va sempre nella stessa direzione. Dispiace che nel 2014 si parli ancora di queste cose o del colore della pelle. Adesso basta».
 

Oggi Albertini e Tavecchio (giovedì saranno ricevuti al Coni) sono attesi a Milano, alla nascita del calendario della serie A. Ma l’elemento nuovo è rappresentato dal programma di Albertini, dove si parla di «missione» e di «due anni per gettare le basi e cambiare il calcio». La riorganizzazione passa attraverso tre macro-aree: il calcio di base, attraverso l’interazione con le scuole, un nuovo modello di governance, con la separazione fra professionisti e dilettanti; il progetto sportivo, per ridare forza al movimento di vertice.

giovanni malago giovanni malago

 

 

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