SENNA FOR EVER - "IL SISTEMA NON AIUTA PIU’ I GIOVANI": LA FORMULA 1 RESTA SENZA BRASILIANI, NON SUCCEDEVA DAL '69 - DOPO L'ADDIO DI MASSA NESSUN PILOTA DEL PAESE SUDAMERICANO ANDRA’ AL MONDIALE 2018 - DOMANI IL GP DI SAN PAOLO, ATTESI 140MILA SPETTATORI

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Alessandra Retico per La Repubblica

 

Felipe Massa Felipe Massa

Paese di gioia e strazi. Una notte di tre anni fa il pallone scomparve dal Brasile, umiliato da 11 crudeli saputelli tedeschi che insegnarono ai maestri l' arte del futebol. Da domani anche la scuola sudamericana dei motori perderà l' ultimo allievo con l' addio alla F1 di Felipe Massa. Dopo 53 campionati, di cui 43 consecutivi, questo polmone del mondo anche per il motorsport, con 8 titoli vinti e una presenza ininterrotta come nessun altro paese non europeo, non avrà un pilota al via della stagione.

 

Emerson Fittipaldi Emerson Fittipaldi

Da Emerson Fittipaldi che nel 1970 prese il volante della Lotus. Il paulista della Williams, 36 anni e 15 stagioni sulle spalle, in realtà l' addio l' aveva dato anche l' anno scorso in una domenica fradicia di pioggia e lacrime, davanti al suo pubblico, nella sua città, sulla pista di Interlagos che galleggia tra due bacini d' acqua e che di liquido e melmoso ha proprio l' anima.

 

AYRTON SENNA AYRTON SENNA

Poi il passaggio del finlandese Valtteri Bottas alla Mercedes liberò all' improvviso un sedile nella scuderia inglese: Felipe, con inevitabile saudade, tornò sui suoi passi. «Ma stavolta è un vero addio, definitivo: correrò i miei ultimi due gp in F1. Non vedo l' ora di cominciare un' altra bella gara in casa. E' la pista dove sono cresciuto. L' anno scorso ho provato sensazioni che non avrei mai pensato.

 

E mi è bastato. Penso che un ritiro come quello dello scorso anno sia impossibile, l' emozione comunque ci sarà». Certo: dopo 11 successi di cui 2 qui, 41 podi, 16 pole position e il titolo vinto nel 2008, ma per pochi secondi, perché poi arrivò Lewis Hamilton a toglierglielo all' ultima curva. Continuerà forse nella Formula E. Lassù nel pinnacolo dello sport dei motori, dopo di lui, il Brasile sarà una madre senza eredi.

 

Ayrton Senna Ayrton Senna

La torcida non si spegnerà, certo, ma che strano. Il gp del Brasile resiste dal 1973, con la vittoria di Emerson Fittipaldi replicata l' anno seguente. Un' era fa, con un' Interlagos quasi il doppio dell' attuale (l' accorciamento nel 1990, con un tracciato che è il secondo più corto dopo Montecarlo) e che lasciò il passo a Rio de Janeiro nel 1978 (a Jacarepaguà si corse anche tra il 1981 e il 1989) poi dal '90 il gp ha preso casa tra i grattacieli e le favelas della periferia di San Paolo.

 

FORMULA UNO FORMULA UNO

Alla storia, nomi e storie brasiliane, patrimonio universale: Emerson Fittipaldi (successo nel 1973 e l' anno seguente), Nelson Piquet e ovviamente Ayrton Senna che qui vinse per la prima volta nel '91 col cambio bloccato in sesta marcia, davanti a Patrese e Berger, poi Magic si ripeterà due anni dopo. Anzi, si ripeterà per sempre, con i suoi resti nella testa di tutti. Emanuele Pirro, ex pilota ai tempi del brasiliano: «Ayrton era un' opera d' arte: non si può dipingere un' altra Gioconda.

 

AYRTON SENNA AYRTON SENNA

Non so se è stato il più forte di sempre, ma la gente ha sempre percepito la sua forza, il suo coraggio, l' intensità». San Paolo è il suo riflesso: 140mila spettatori in pista, 250 milioni davanti alla tv. Introiti per 100 milioni di dollari. La direttrice del gp è dal '92 una donna, la 40enne ingegnera elettronica, ex volontaria, Claudia Ito. La federazione motoristica locale ha un nuovo direttore, il 41 enne Waldner Bernardo, lo definiscono un idealista.

 

La tv che ha più spettatori è la brasiliana Globo, una media di 15-17 milioni a gp. Il Brasile produce più di 3 milioni di auto all' anno, tutte le ditte di petrolio hanno sede in questa vastità da 100 milioni di abitanti. «Il Brasile ha il motorsport nel sangue e l' addio di Massa, almeno nel medio termine, non cambierà questo legame viscerale dei brasiliani con la F1.

 

FELIPE MASSA FELIPE MASSA

Semmai, il problema è che non abbiamo un vivaio, il sistema non aiuta i giovani»: Livio Oricchio è il decano dei giornalisti sportivi brasiliani, uno dei pochi che viaggiarono a bordo dell' aereo che da Parigi riportò la bara di Senna a San Paolo. «Smontarono una fila intera della business per mettere Ayrton comodo». Ma il Brasile non vola più in prima classe.

 

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