SI FA PRESTO A DIRE FREGATEVENE DEGLI HATER - TAMBERI FRIGNA E ATTACCA GLI ODIATORI SOCIAL: “SONO UN PROBLEMA. TROPPE CRITICHE IMMOTIVATE AGLI SPORTIVI. È UN MONDO CHE VA RIDIMENSIONATO” – MA NON E’ CHE LA QUESTIONE “HATER” SUBENTRA QUANDO AUMENTANO LE ASPETTATIVE NEI CONFRONTI DEI CAMPIONI DELLO SPORT? DITE A TAMBERI CHE LE PRESSIONI SONO INEVITABILI, E ANCHE LE CRITICHE SOCIAL FANNO PARTE DEL GIOCO...

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Christian Marchetti per il Corriere dello Sport

gianmarco tamberi vince l oro al mondiale 2023

 

 «Fammi vedere un po’ come salti. Mica male!». La scolaresca che ferma Gianmarco Tamberi appena sceso dal pullman in piazza del Quirinale saluta il campione di salto in alto e gli presenta un ragazzino, il quale, nonostante lo zainetto sulle spalle, effettivamente spicca un balzo niente male. “Gimbo” dà l’arrivederci al talento in erba e si allontana verso il Quirinale. «Salutaci Mattarella», gli dicono i bimbi. E lui fa addirittura di più, uscendo forse dai canoni per portare nella Sala degli Specchi la sua battaglia contro gli “hater”, gli odiatori.

 

Persone. «Da capitano e da atleta - dice il 31enne saltatore marchigiano - vorrei congratularmi con ogni singolo atleta di questo gruppo, per la capacità dimostrata in questi anni, ma soprattutto per aver messo da parte qualsiasi individualismo per mettersi a disposizione della squadra. Un’attitudine in grado di portare il nostro sport a risultati impensabili, ma non posso purtroppo tacere dei grossi limiti che ci troviamo a combattere per via delle critiche che riceviamo».

gianmarco tamberi con la moglie chiara bontempi

 

L’uscita di Gimbo spiazza un po’. Non sarà come la polemica che sollevò proprio a Chorzow, dopo aver trionfato in Coppa Europa, ricordando la sua assenza al Golden Gala di Firenze, ma sono comunque parole di un certo peso. Per non parlare della chiosa finale: «Non guardateci soltanto come esecutori, ma anche come ambasciatori di valori e soprattutto come esseri umani».

Applausi. L’intervento di Tamberi viene applaudito da tutti e, convintamente, anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Anzi, il Capo dello Stato ringrazia per lo spunto. 

 

«Il gesto tra lei e Barshim a Tokyo - dice - ha dimostrato la dimensione umana che c’è negli atleti. Che non sono soltanto delle “macchine da competizione”, bensì delle persone, donne e uomini che si impegnano manifestando la possibilità di avanzare costantemente, nei limiti delle doti atletiche». 

gianmarco tamberi e il padre 2

Prim’ancora, Mattarella parla della «pressione comprensibile per via della competizione», a cui fanno però da contraltare «le critiche immotivate». Del resto, anche gli sportivi e le loro modalità di lavoro «necessitano di pause». 

 

Marcell e gli altri. Lo stesso Tamberi fu vittima di una “shitstorm” (vi risparmiamo parte della traduzione, per il resto significa tempesta) sui social. L’amico e compagno di festeggiamenti a Tokyo, Marcell Jacobs, è arrivato addirittura ad azzerare i suoi canali social, chiedere tregua ai soliti leoni (vi risparmiamo la rima baciata) e ripartire. «Era un discorso che sentivo, l’ho fatto per tutti gli sportivi», dice Tamberi tra i corridoi del Quirinale. 

 

Fuori, però, lo sfogo, praticamente un titolo: «I social sono un problema». Sebbene Gimbo e sua moglie Chiara si divertano un mondo su Instagram. «Sì, sono un problema. Ma non sono solo io a dirlo, non è una novità. I social danno tanto, ma devono essere regolamentati. È esploso un nuovo mondo per il quale non si può far finta di nulla. Va ridimensionato». 

gianmarco tamberi alle finali del world athletics championships in oregon

 

Mondo che però si è scatenato - stavolta positivamente - di recente, con i grandi successi dello sport italiano firmati Pecco Bagnaia e Italtennis. «Cambiavo canale continuamente, tra MotoGP e Davis. Tante emozioni per un finale di stagione che ha dimostrato quanto sia vivo lo sport italiano. Il merito non può che andare al presidente Malagò, che ci mette nelle migliori condizioni possibili». 

Proviamo a leggere tra le righe: il problema “hater” subentra quando aumentano le aspettative. Inevitabile, purtroppo.