UNO SQUALO DI NOME WANDA - LA MOGLIE AGENTE DI ICARDI PUNGE MAROTTA A “TIKI TAKA”: “QUANTE CATTIVERIE, QUALCUNO NEL CLUB NON TUTELA MAURITO” - POI CHIEDE PIÙ SOLDI PER IL BOMBER INTERISTA E DA’ UN CONSIGLIO A SPALLETTI: “IL TECNICO DEVE SFRUTTARE L’AMICIZIA DI ICARDI CON LAUTARO” – LA REPLICA DI MAROTTA: “GESTIREMO AL MEGLIO LA SITUAZIONE. IL RINNOVO DI MAURO NON È ASSOLUTAMENTE UN PROBLEMA”

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Giorgio Arnaboldi per “la Verità”

 

 

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Un pesce di nome Wanda. Un giorno sirenetta e l' altro squalo, la moglie e agente di Mauro Icardi (depresso centravanti dell' Inter), è sempre più centrale nella foto ricordo della squadra nerazzurra. Accosciata perché non altissima, la signora prende campo più di Radja Nainggolan grazie a due particolarità vincenti: vive praticamente sui social network, dove si occupa del contratto del marito, e dal suo ufficio televisivo di Tiki Taka spiega a Luciano Spalletti come impiegarlo per farlo tornare dominante in area di rigore.

 

Abbigliata con il fascino popolano d' una Sophia Loren di Instagram, la soubrette argentina sguazza fra i palinsesti e guizza fra le polemiche completamente a proprio agio, senza preoccuparsi delle penombre e del sottotono, habitat naturale dei manager fumo di Londra alla Beppe Marotta. Gestirla è un' impresa titanica, l' effetto ballatoio è assicurato.

 

Wanda dribbla e spiazza, Wanda conquista il primo piano con la pelliccia bianca e i jeans tagliati. Wanda bacia e abbraccia il suo Maurito al novantesimo, lo consola e gli promette di riuscire a portare a casa il 50 per cento in più di stipendio nonostante in campo sia un mezzo disastro.

 

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Lui non segna su azione da due mesi e mezzo, ha fin qui collezionato meno della metà dei gol della scorsa stagione e soprattutto mette insieme prestazioni sgangherate, con scatti senza un domani e tiri diretti al Lorenteggio, accompagnati dallo sguardo spento di chi ha perso gli amici e la corriera. Eppure, secondo Wanda Nara, l' Inter dovrebbe avere come priorità l' adeguamento del suo contratto: da 5 milioni a 10, neanche fosse Cristiano Ronaldo o Harry Kane.

 

Il vecchio accordo è valido ancora per due anni e mezzo, ma lady Wanda ha deciso che così non va, il compenso è da straccioni, un top player come Mauro merita molto di più anche dei 7 milioni proposti dal club. Ma più lei chiede, peggio lui gioca, evidentemente condizionato da una trattativa imbastita in mondovisione. Tutto davanti a una squadra esterrefatta, di cui Icardi dovrebbe essere in teoria capitano anche per equilibrio e sobrietà.

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L' ultimo capitolo della saga è andato in onda domenica sera a Tiki Taka, il tinello pubblico della Nara su Canale 5. «Spalletti non ce l' aveva con me, io non ho parlato del rinnovo, quando la società mi ha chiamato era per conoscersi meglio e per parlare di altre cose. Escono tante cavolate intorno a Mauro, per esempio una multa inesistente o Icardi seduto a vedere una partita accanto all' ex capitano Javier Zanetti e a Piero Ausilio (River Plate-Boca Juniors a Madrid). Vorrei che Mauro fosse più tutelato dalla squadra. Non si capisce se queste cose siano cattiverie che vengono da dentro o da fuori».

 

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Un morso letale da squalo tigre, una singolare chiamata di responsabilità collettiva, perché la presenza di Icardi al Bernabeu a tre giorni dalla decisiva partita di Champions con il Psv Eindhoven (pareggio ed eliminazione) fu immortalata da un' allegra Instagram story della stessa signora con l' ambizione da influencer. Quanto al digiuno di gol, ecco la spiegazione: «Parliamo del niente, Mauro i gol li ha sempre fatti. A Parma, Lautaro Martínez ha segnato anche per un grande movimento di Mauro, che è stato servito poco in questo periodo. Magari Spalletti poteva mettere prima Lautaro: il tecnico approfitti del fatto che lui e Mauro sono amici, fra loro non c' è rivalità».

 

Riassumendo, Wanda chiede a Marotta di pagare molto di più suo marito, chiede agli altri giocatori di stare nella cesta e chiede all' allenatore di utilizzare il modulo a due punte e pensionare la nutrita collezione di esterni.

 

La signora è generosa, si mette sempre nei panni degli altri senza temere un' incriminazione per furto di vestiti.

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Uno sciamano Cheyenne direbbe che ha «un' ombra molto lunga». Doveva averla anche in famiglia visto che la sorella di Icardi, Ivana (a sua volta star dei social), tre giorni fa ha postato su Twitter la foto della vecchia fidanzata del bomber con il commento: «Quando avevo una cognata bella e brava. Che bei momenti... Poi è arrivata la peggior cosa che poteva capitare alla mia famiglia». Wanda si è sentita chiamata in causa e ha replicato: «Giudicare una persona non la definisce, ma definisce chi sei tu».

 

Mauro Icardi ha tutta la nostra comprensione perché riuscire a concentrarsi sui cross di Ivan Perisic, sui rientri a centrocampo e sui colpi di testa sotto la traversa in questo volare di stracci dev' essere un' impresa titanica.

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Forse anche per questo nella testa dei dirigenti dell' Inter (e dei silenziosi, rarefatti proprietari cinesi) si sta facendo largo l' idea non del tutto malsana di lasciar partire l' intero circo per altri lidi. Non sembra essere d' accordo Spalletti, più preoccupato dal digiuno del suo bomber che dalla spettacolare sovraesposizione della moglie.

Fra due giorni torna anche l' Europa league (da onorare fino in fondo per non rischiare il benservito) e il cannoniere gli manca da morire.

 

Per questo il tecnico vorrebbe che l' Inter staccasse l' assegno per farlo contento e dopo la vittoria di Parma si è lasciato andare a una frase irrituale: «I direttori ora devono definire il suo contratto, c' è qualcosa che lo disturba». Invasione di campo in perfetto stile Wanda, per far sapere che lui sta con lo spogliatoio. Marotta, arrivato dall' ovattato santuario della Juventus in una società che somiglia a una vociante fermata della metropolitana, si ritrova con il doppiopetto stropicciato ma non fa un plissè.

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«Ho sentito Spalletti per telefono, avremo modo di parlare al più presto, gestiremo la situazione nel modo migliore e nell' interesse di tutti. Il rinnovo di Icardi non è assolutamente un problema. Quello che dovevamo dire lo abbiamo già detto, smentisco che possa esserci un caso. A Parma abbiamo ritrovato la convinzione smarrita, brava la squadra e bravo l' allenatore». L' uomo è mite, ma determinato, sta prendendo appunti. Detesta gli effetti da cortile, i pesci fuori dall' acquario e a giugno non farà sconti. Né agli allenatori psycho, né ai giocatori da Montessori. E neppure alle mogli.

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