1. DOPO AVERLA BATTUTA, SOFIA GOGGIA CHIEDE ALLA RIVALE LINDSEY VONN DI CONTINUARE
2. "L’ALTRO GIORNO, AL TRAGUARDO, RIDENDO MI HA DETTO 'BASTARDONA'. UNA COMPETIZIONE SANA FA BENE. SE INVECE DIVENTA TERRORISMO PSICOLOGICO PERFINO QUANDO SI BEVE UN CAFFÈ, ALLORA QUELLE BAMBINATE NON MI PIACCIONO” – LA RISPOSTA DELLA VONN –  3.L’ALLENATORE DELLA GOGGIA: “SOFIA ERA OSSESSIONATA DALLA MEDAGLIA…”- VIDEO

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Flavio Vanetti per il Corriere della Sera

 

L' ascesa sulla cima della montagna incantata, il masso sotto l' albero sul quale sedersi per rimirare la terra promessa. La terra dell' oro, di quella medaglia olimpica della discesa che il presidente del Cio le ha consegnato dicendole: «È vera, non devi crederci per forza: questa non è una religione». Sofia Goggia dopo aver rinunciato alla combinata s' è consegnata al rito del ringraziamento, consumato in solitudine, ascoltando «Why does my heart feels so bad?» di Moby, «un motivo malinconico ma bello», e scrivendo sulla sua moleskine. Lo ha fatto fino ai selfie e alle lacrime, meditando sulla Goggia di oggi e su quella che verrà.

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Il suo allenatore dice: «Sofia era ossessionata dalla medaglia. Speriamo che l' oro la calmi, per una carriera più tranquilla ma anche più vincente».

«Gianluca Rulfi è saggio, ma a volte abbiamo visioni differenti. La fame di vittorie o ce l' hai o non ce l' hai. Come tutti gli istinti lo puoi controllare, però quando ti si chiude la vena, ti si chiude. Cercherò, comunque, di essere una sciatrice vincente».

 

Come immagina l' evoluzione di Sofia Goggia?

«Continuerò a costruire pian piano, ripartendo sempre dall' atterraggio di Lake Louise di 5 anni fa, quando mi sfasciai. Si ricomincia dalle paure usando l' esperienza acquisita, vivendo nel presente ma con una visione lungimirante».

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Lei ha dei modelli?

«Ciascuno di noi è speciale nella sua unicità. Però io cerco di imparare sempre da tutti, facendo poi una cernita di quello che serve veramente e separandolo dalla fuffa».

 

Saprà dire più «no» o più «sì» a chi inseguirà la Goggia-personaggio?

«Dirò più "no". L' anno scorso, una volta affermatami, ho dovuto trovare nuovi equilibri. È stato come imbattersi in un serpente che ti morde e tu non hai difese. Ma la seconda volta che lo incontri sai come schivarlo. E se ti morde, hai l' antidoto».

 

Servirà un ulteriore cambio di dimensione?

«No. Rispolvero la metafora della casa: ho già lasciato il monolocale per trasferirmi nella villa, al massimo aggiungerò un po' di domotica.

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Il ruolo peserà di più, ma questo oro mi lascia tanta maturità. Non voglio più smarrire me stessa, quindi se dovrò dire un no, lo dirò e ci aggiungerò pure un "vaffa"».

 

Sofia terrà a bada le «goggiate»?

«Nuovo diktat: "goggiata" è parola del passato. Bisogna cambiare, altrimenti il pensiero quantico si lega solo a qualcosa di negativo. D' ora in poi, solo cose belle».

 

Che cosa le hanno detto i genitori?

«Brava Sofi».

 

Solo questo?

«Sapete che cosa mi ha detto mia madre prima che partissi? Ve lo racconto. Premessa: quando vado ad Ushuaia agli allenamenti estivi, porto via dall' aereo una coperta che uso poi sulla seggiovia. E al ritorno la do al cane. Ecco, lei mi fa: "Portami una copertina per Belle" Ma mamma, dai, la copertina e non la medaglia?».

 

Peserà la vittoria su Vonn nella vostra sfida per la coppa di discesa?

«Dopo Garmisch ho pensato: devo battere questa donna.

E tutti hanno cominciato con il ritornello Goggia-Vonn/Vonn-Goggia finché entrambe abbiamo toppato il superG. Allora mi sono detta: non sprecare energie su cose incontrollabili, bada solo a Sofia».

 

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Quanto è importante avere un nemico nello sport?

«Tanto. Ed è bello, a patto che la rivalità sia sana al di fuori dello sci. A Garmisch ho dato un pugnetto a Lindsey e le ho detto: "Io ci sono, e tu?" E lei: "Lo so che ci sei". L' altro giorno al traguardo mi ha apostrofato, ridendo: "Bastardona". Una competizione sana fa bene allo sport, a te e all' avversaria. Se invece diventa terrorismo psicologico perfino quando si beve un caffè, allora quelle bambinate non mi piacciono».

 

2. VONN

Da www.gazzetta.it

 

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Ed ecco la risposta dell'americana, bronzo nella discesa azzurra: «La scorsa notte io e Sofia abbiamo parlato e lei ha cercato di convincermi ad andare avanti fino alle Olimpiadi di Pechino del 2022. È importante che a lei piaccia gareggiare con me tanto quanto a me piace gareggiare con lei. La rispetto molto - ha aggiunto Vonn - e le ho risposto che se potessi reggere fisicamente per quattro anni, probabilmente lo farei, ma quattro anni sono davvero molto lunghi». Intanto però c'è un traguardo che la terrà in pista ancora un po'.

 

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Le mancano sei vittorie per raggiungere e poi superare il «mostro sacro» svedese Ingemar Stenmark nel numero di vittorie in coppa del Mondo (86), e Lindsey andrà avanti fin quando non riuscirà in questo intento di mettere il suo nome in cima a questa specialissima classifica. «Non smetterò di gareggiare fin quando non lo batterò, quest'anno non è iniziato come speravo. Il prossimo anno andrà molto meglio ed avendo come obiettivo solo la coppa del Mondo, avrò più tempo per essere davvero preparata per ogni gara, quindi la prossima stagione penso di poter raggiungere questo obiettivo".

 

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Finita la magia delle Olimpiadi, arriva il momento di rituffarsi sul fine programma stagionale, in particolare il finale di coppa del Mondo dove deve lottare ancora con Sofia Goggia per il titolo di discesa. «Prenderò una pausa, poi andrò ad Are, sono ancora in lizza per il titolo della discesa con Sofia Goggia, lei mi precede di 23 punti, quindi questo è il mio obiettivo. Ma ora ho bisogno di una pausa, un momento per respirare».

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