L’UOMO D’ORO DEL GRANDE REAL – A 88 ANNI SE NE VA A GIOCARE IN PARADISO ALFREDO DI STEFANO, CONSIDERATO DA MOLTI PIÙ FORTE DI PELÈ E MARADONA

Era stato colpito da un infarto sabato nella capitale spagnola - Ha giocato con due nazionali (Argentina e Spagna) e ha vinto due volte il Pallone d’Oro e 22 titoli tra River, Millonarios e Real - Con Puskas ha formato una delle coppie più devastanti di sempre (Hasta siempre Don Alfredo)...

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Da “repubblica.it

 

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Alfredo Di Stefano non ce l'ha fatta. Il presidente onorario del Real Madrid, colpito da infarto sabato scorso mentre si trovava in una via nei pressi del "Santiago Bernabeu", si è spento all'ospedale "Gregorio Maranon" della capitale spagnola. La "Saeta Rubia", uno dei più grandi giocatori della storia del Real, aveva compiuto 88 anni il 4 luglio. Di Stefano, presidente onorario del Real Madrid, era considerato da molti come il più grande giocatore di tutti i tempi, superiore addirittura a Pelè e Maradona.

Da tanti anni in Spagna, Alfredo Di Stefano era però argentino, nato a Barracas, uno dei barrios di Buenos Aires e, come tradisce il cognome, le sue origini erano italiane. Cresciuto nel River Plate, dove non sosta a lungo ma riesce a vincere due campionati, Di Stefano non tarda a catturare l'attenzione dei ricchi Millonarios di Bogotà, ed anche in Colombia arrivano tre trionfi.

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Nonostante giochi con due nazionali (Argentina e Spagna, ma senza una sola gara di campionato del mondo), è però con il trasferimento al Real Madrid che guadagna fama internazionale. Gioca in un club leggendario, costituisce con Ferenc Puskas una delle coppie più affascinanti del pianeta, ma soprattutto precorre i tempi tattici del calcio. Dotato di grande velocità (da ciò il soprannome la Saeta Rubia) e potenza, è il primo vero esempio di calciatore universale. Capace di giocare a tutto campo, creare gioco ed al tempo stesso andare a finalizzarlo.

Certo, il contorno lo agevola, ma i filmati, pur in bianco e nero, rendono giustizia alla sua grandezza. Non si vincono per caso cinque coppe dei campioni consecutive, non è un caso andare a segno in tutte le citate finali. Manca la sesta, perchè nel 1964 al Prater di Vienna sboccia l'era della grande Inter. E poi ancora: otto campionati spagnoli, una Coppa Intercontinentale, due Palloni d'Oro, 5 volte Pichichi (capocannoniere della Liga). Non male neanche come allenatore, con l'acuto internazionale nel 1980, quando alla guida del Valencia conquista la coppa delle Coppe, dopo aver piegato in finale ai rigori l'Arsenal.

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