(VAN) BASTEN INSTINCT - ABOLIRE FUORIGIOCO, PARI E AMMONIZIONI: LE PROPOSTE CHOC DELL'EX ATTACCANTE MILANISTA, OGGI DIRETTORE TECNICO DELLA FIFA: "IL CALCIO VA CAMBIATO. ORMAI SEMBRA LA PALLAMANO” - “IL MILAN CINESE NON MI VA GIU'. SE NON MI FOSSI RITIRATO, AVREMMO DOMINATO ALTRI 3-4 ANNI” - VIDEO -

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Guido De Carolis per il Corriere della Sera

 

Dalla sua nascita il calcio di rivoluzioni ne ha vissute tante.

 

VAN BASTEN VAN BASTEN

È in continua evoluzione, ma quel che propone Marco Van Basten, nominato lo scorso ottobre direttore tecnico della Fifa, è forse tutto un altro gioco. L' olandese strizza un occhio alle origini e con l' altro fa un balzo nel futuro.

 

Quando Nathaniel Creswick e William Priest scrissero nel 1858 le Sheffield Rules, il primo regolamento, il fuorigioco non esisteva. L' ex milanista Van Basten ha spiegato al magazine tedesco Sport Bild come ha intenzione di riformare il gioco in una decina di punti e al primo c' è proprio l' abolizione del fuorigioco. «Il calcio è sempre più simile alla pallamano, dove nove giocatori più il portiere intasano l' area e le difese diventano muri. Nell' hockey hanno abolito il fuorigioco senza traumi».

 

La Fifa è presa dalla smania di cambiare, modificare, ritoccare e la presidenza di Gianni Infantino si è contraddistinta per aver accelerato sulla moviola in campo e approvato l' allargamento a 48 squadre della Coppa del Mondo. Il calcio continuerà a mutare, forse non tutte le idee di Van Basten diventeranno legge, ma la filosofia è chiara. «Dobbiamo cercare nuove vie per migliorare il gioco, renderlo più onesto, dinamico, interessante, così che ciò che offriamo sia davvero interessante», è il pensiero del 52enne olandese, tre volte Pallone d' oro.

 

L' abolizione del fuorigioco è la punta dell' iceberg. L' ex attaccante vorrebbe che l' ammonizione si trasformasse in un' espulsione a tempo: ogni cartellino giallo dovrebbe equivalere a 5-10 minuti fuori, «l' ammonizione così com' è oggi non dà un reale vantaggio a chi attacca». Meglio una sorta di cartellino arancione.

VAN BASTEN BERLUSCONI SACCHI VAN BASTEN BERLUSCONI SACCHI

 

L' altra grande innovazione è l' abolizione del pareggio (se ne parla anche per i gironi del Mondiale a 48): Van Basten promuove gli shoot out a fine match e la cancellazione dei supplementari. «In 8 secondi e partendo da 25 metri il giocatore deve puntare la porta e chiudere l' azione. Il portiere non può uscire dall' area. Ora nei rigori tutto si decide in un secondo, gli shoot out sono più spettacolari». Sperimentati negli anni 90 nel campionato americano, sono stati aboliti agli inizi del Duemila.

 

Altra novità sarebbe il tempo effettivo negli ultimi 10 minuti di gara e questo per contrastare le perdite di tempo.

 

Cancellate anche le due frazioni classiche da 45' e l' intervallo da 15', rimpiazzati da quattro quarti e tre brevi soste.

 

Cambiano anche le sostituzioni, non più solo tre. «Ho parlato con Guardiola che mi ha chiesto: perché non ne mettiamo sei?». Così sia. E poi una regola mutuata dal basket: il numero massimo di falli, chi ne commette cinque esce.

VAN BASTEN E MARADONA VAN BASTEN E MARADONA

 

Ancora: solo il capitano potrà parlare con l' arbitro, gare di 8 contro 8 a campo ridotto per le giovanili e gli over 45. E, per chiudere, meno partite. «Il calcio ha bisogno di più qualità, dai 75 match a stagione bisogna passare a un massimo di 55-60. Ronaldo e Messi guadagnano tantissimi soldi, se ne prendono un po' meno ma giocano meglio il calcio ci guadagna». Come poi il minor numero di gare si concilierà con il Mondiale a 48 è da stabilire. Tutto dovrà essere proposto e votato, la rivoluzione però nasce sempre da un' idea.

 

VAN BASTEN

 

Francesco Ceniti per la Gazzetta dello Sport

 

Zurigo è come te l' aspetti a gennaio: freddo e neve. Anche Marco Van Basten non delude le attese: elegante in jeans e maglioncino, fisico asciutto e solito sorriso. Diretto nelle parole proprio come lo era in area di rigore. Fa gol a ogni risposta, per di più in un ottimo italiano. Gianni Infantino lo ha chiamato alla Fifa dandogli la delega all' innovazione tecnologica.

 

INFANTINO VAN BASTEN INFANTINO VAN BASTEN

Tradotto: cercare di rendere più spettacolare il calcio. E quindi idee che potrebbero tradursi in nuove regole più un aiuto sull' introduzione della moviola in campo. Parliamo di questo a parte, perché la conversazione scivola su Milan-Napoli, Maradona, Berlusconi, cinesi, Inter, Juve, Serie A, attaccanti, Ibra, Conte, Sacchi, Capello, Ancelotti... Insomma, prendetevela comoda.

Van Basten, quando giocava lei era impossibile annoiarsi.

Adesso dà una mano al calcio da dietro la scrivania. Come? «Porto la mia esperienza e la passione verso uno sport bellissimo. Il più bello. Dobbiamo proteggerlo, renderlo avvincente».

Come le sfide tra lei e Maradona? Un suo gol al San Paolo e lo scudetto da Napoli vola a Milano.

«Che battaglie con Maradona, vincere era un' impresa: oltre a Diego, c' erano Careca, Giordano, Ferrara... Ma anche noi avevamo tanti campioni e forse eravamo più squadra».

ruud gullit – marco van basten – rijkaard ruud gullit – marco van basten – rijkaard

Sabato c' è Milan-Napoli: un tempo valeva il titolo, adesso forse il secondo posto.

«Non so se vedrò la gara in tv. Tifo Milan? I colori rossoneri sono nel mio cuore, ma soprattutto spero sia una partita spettacolare. Poi su Maradona...».

Prego.

«Volevo aggiungere: quando è venuto qui a Zurigo è stato contagioso. Per lui il calcio è allegria, trasmette queste sensazioni a chi gli sta intorno. Parliamo di un grandissimo: scudetto a Napoli, campione del Mondo e tanto altro. Eppure se gli dai un pallone torna bambino. Ecco, questa magia rende il calcio lo sport più popolare al mondo. Non bisogna dimenticarlo: si pensa troppo al business, ma i tifosi vogliono accendersi per le prodezze di un campione».

Beh i milanisti e tutti gli sportivi non hanno dimenticato le sue.

galliani van basten galliani van basten

«Ci divertivamo. Sempre. Non solo in campo, ma anche durante la settimana. Ogni allenamento era una festa. Era questo il nostro segreto. Certo, parliamo di un Milan stellare: in ogni ruolo un campione. Ma non si vince così tanto se non c' è armonia. E dico un' altra cosa: il mio rimpianto più grande per il ritiro precoce è che mi ha privato, ci ha privato, di nuovi trionfi. Il nostro ciclo sarebbe durato altri 3-4 anni. In Italia e nel mondo. In confronto la striscia del Barcellona di Messi sarebbe poca cosa».

 

Lei ha vinto con Sacchi e Capello. Con chi si è trovato meglio?

«Due grandi allenatori, ma personalmente preferisco Capello (che ieri è passato da Zurigo per salutarlo, ndr). Lasciava spazio all' inventiva dei giocatori, ci dava la possibilità di improvvisare. Con Sacchi ogni mossa era studiata in modo ossessivo. Insomma, il metodo di Capello è più vicino al mio credo calcistico e penso che sia anche meno usurante dal punto di vista mentale. E' un' opinione...».

Il Milan è fuori dall' Europa da anni...

«Sa che cosa mi mette più tristezza? Vedere San Siro mezzo vuoto. Una cosa inconcepibile ai miei tempi. Era una bolgia contro il Napoli, ma pure se c' era l' Empoli. E le cose non vanno meglio negli altri stadi italiani, quasi tutti rimasti agli Anni 90. Al Milan mancano i grandi giocatori, ma pure una struttura moderna».

BRUNO VAN BASTEN BRUNO VAN BASTEN

In Italia comanda la Juve.

«Ha in rosa dei campioni e lo stadio pieno. Sono stati bravi, la società ha investito nel futuro e ora raccoglie i frutti. Si possono permettere di pagare Higuain 90 milioni di euro, di puntare su un talento come Dybala. Ma c' è qualcosa che non capisco».

Che cosa?

 

«Milano ha una città e una regione potenzialmente superiore a Torino e al Piemonte. Sia come bacino di persone, sia a livello economico. Nel calcio arranca, davvero strano. Milano deve stare davanti. E in scia la Juve con Roma, Napoli e le altre grandi città».

Milano spera nei soldi dei cinesi per tornare in alto.

«Non posso pensare ai cinesi padroni di Inter e Milan, due società così gloriose devono restare agli italiani. Non è solo una questione di fascino e storia, di Moratti o Berlusconi. C' è anche la passione: non ha prezzo. No, il Milan ai cinesi proprio non mi va giù».

 

Ha sentito Silvio Berlusconi di recente?

«L' ho chiamato per i suoi 80 anni, era un po' preoccupato perché doveva andare negli Usa per l' operazione al cuore. Il Milan del presidente Berlusconi ha fatto la storia del calcio, gli sarò sempre grato di avermi dato la possibilità di far parte di quella squadra».

 

La Serie A una volta era l' ombelico del mondo. Cosa abbiamo sbagliato?

«Avevate il campionato più ricco e più bello. Tutti volevano venire in Italia. Non avete saputo gestire il vantaggio: tra scandali, strutture inadeguate e liti, ora siete dietro. L' errore? Pensare troppo ai soldi: si gioca troppo, si fa tutto per lo spettatore televisivo e nulla per il tifoso, si organizzano tournée estive inutili. Si pensa solo all' oggi, dimenticandosi del domani. Non dovete sorprendervi se siete dietro ora».

 

van basten van basten

Come si tutela il calcio secondo lei?

«Dico una cosa che non farà piacere a tanti dirigenti: bisogna giocare di meno. Ci sono troppe partite, si arriva a giugno usurati. E i grandi campioni faticano. Occorrono 4 settimane di vacanze e 4 di preparazione. I tornei a 20 squadre sono stressanti. Il Mondiale allargato a 48 squadre? Si fa ogni 4 anni e dura sempre un mese.

 

Bisogna ridurre i campionati nazionali e rinunciare a qualche soldo. Avremo calciatori a posto fisicamente e gare più spettacolari. Così evitiamo di vedere Cristiano Ronaldo giocare la finale di Champions a Milano zoppicando e l' Italia decimata dagli infortuni all' Europeo in Francia».

 

Era meglio il calcio di una volta?

«Oggi è ancora più difficile fare la differenza, ma i grandi talenti ci riescono. La gente paga per vedere le invenzioni di Messi, Cristiano Ronaldo, Ibra.

Se avessero giocato ai miei tempi, avrebbero faticato meno e segnato di più».

C' è troppa tattica?

«C' è il rischio di match paralizzati. Il Barcellona non sorprende come prima: gli avversari lo aspettano in linea come se fossero una squadra di pallamano. Uno stallo che spesso è rotto solo dalla giocata di un campione o dalla mossa di un allenatore».

Quelli italiani sono i più ricercati.

van basten gol van basten gol

«Siete sempre all' avanguardia, la vostra crisi è solo dirigenziale. Ancelotti era già allenatore quando giocava, teneva i rapporti con tutti. Di Capello ho detto, Ranieri ha fatto qualcosa d' incredibile col Leicester, poi c' è Antonio Conte: vista l' età credo sia attualmente il numero uno. Comanda la Premier con un gruppo che non è migliore degli altri. E altri big, come Klopp, Guardiola, Wenger, Mourinho, sono dietro.

 

Non solo, Conte ha dimostrato di essere un grandissimo commissario tecnico con l' Italia e le assicuro, avendolo provato, che non è semplice fare bene con una Nazionale».

 

Da principe degli attaccanti, come giudica quelli al top in A?

berlusconi gullit berlusconi gullit

«Conosco bene Higuain, meno Dybala e Icardi. Poi mi dicono di Belotti, non l' ho ancora visto. E sono curioso. Del Torino sapevo di Immobile. In Italia avete una grande tradizione sui bomber, per l' esplosione di un nuovo Vieri è soltanto questione di tempo. Magari lo è già Belotti».

 

Ibra è forse quello che si avvicina più a lei?

«Sì, potrei definirlo il mio erede. E' più forte fisicamente, io lo ero di più col pensiero e anche tecnicamente. E poi secondo me ha sbagliato a cambiare così tante squadre. Conta pure il cuore, non solo il portafogli».

BERLUSCONI LE GLORIE DEL MILAN E TEO TEOCOLI BERLUSCONI LE GLORIE DEL MILAN E TEO TEOCOLI

 

E' difficile chiedere a un padre quale sia il figlio più bello. Lei saprebbe scegliere tra i gol che ha segnato?

«I milanisti sono legati a quello della semifinale di Coppa Campioni contro il Real Madrid nel 1989 al Bernabeu (la Uefa diede autorete del portiere Buyo ndr), o alla quaterna fatta al Goteborg nel 1992. Gli olandesi al tiro al volo contro l' Urss all' Europeo, ma lì sono stato fortunato: il tiro poteva finire in tribuna. Dico la rovesciata in Ajax-Den Bosch: cercata e trovata. Senza modestia: difficile fare meglio».

 

 

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