VOLETE UN MOTIVO PER CHIEDERE LE DIMISSIONI DI TAVECCHIO? LEGGETE IL SUO PROGRAMMA ELETTORALE - SI PARLA DI “VERIFICA DEGLI OBIETTIVI CONDIVISA”, DI “RISULTATI SPORTIVI CHE TORNERANNO A CONFORTARE I MILIONI DI APPASSIONATI”, DI FIGC CHE “DEVE OCCUPARE IL POSTO CHE LE COMPETE”, DI “ATTENZIONE ALLE RISORSE FIFA”. NON QUALIFICANDOCI AL MONDIALE E’ STATO TUTTO DISATTESO, CON DANNI ECONOMICI, DI IMMAGINE E SPORTIVI

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1 - LINK AL PROGRAMMA ELETTORALE DI TAVECCHIO

http://www.figc.it/other/PROGRAMMA_CANDIDATURA_TAVECCHIO.pdf

 

Estratti del programma elettorale di Carlo Tavecchio

 

tavecchio tavecchio

1) Il rapporto tra presidente federale, segretario generale, direttore del club Italia, e CT, dovrà ricalcare quello di una società sportiva di vertice, dove i ruoli sono definiti, ma la verifica degli obiettivi è costantemente condivisa.

 

2) Sotto questo profilo dovremo anche prestare grande attenzione alle risorse disponibili per il tramite della Fifa e della Uefa, o per il tramite dei fondi europei, e dovremo altresì ricercare sinergie con il Ministero per lo Sviluppo Economico e i suoi programmi per la diffusione del Made in Italy, di cui la nostra Nazionale è un’espressione riconosciuta nel mondo.

 

3) Dobbiamo valorizzare i nostri tecnici, ai quali insegneremo anche l’inglese, perché possano diffondere la scuola italiana nel mondo, e dobbiamo pretendere che gli stessi sappiano valorizzare i nostri giovani calciatori. I risultati sportivi torneranno a confortare i nostri milioni di appassionati.

 

4) Dobbiamo avviare un forte progetto di managerialità e sprovincializzazione della Figc. La Figc è una delle cinque grandi federazioni europee e una delle prime dieci nel mondo. Deve occupare ovunque il posto che le compete.

malago' tavecchio malago' tavecchio

 

2 - IL COMUNISTA ULIVIERI DIFENDE TAVECCHIO: «IL MONDIALE? NON ERA IN PROGRAMMA…»

Da www.secoloditalia.it

 

«Non c’era l’ingresso al Mondiale nel programma elettorale, non è un caso…». Parola di Renzo Ulivieri, vicepresidente della Figc nonché presidente degli allenatori italiani, pronto a difendere Carlo Tavecchio dalle richieste di dimissioni che piovono da più parti. Ulivieri, il tecnico emiliano che non fa mistero di fare politica perfino quando siede in panchina, ovviamente con la sinistra più estrema, tende a giustificare i vertici della Figc, e quindi anche se stesso, dopo la mancata qualificazione a Russia 2018: «Mi sembra normale che ci siano responsabilità un po’ di tutti.

TAVECCHIO TAVECCHIO

 

Poi è indubbio che siamo andati fuori in 180 minuti dove gli altri hanno tirato una volta in porta e c’è questo da considerare: non siamo riusciti a trovare il bandolo della matassa, è vero. Però dalla Spagna in poi siamo calati, c’è poco da fare: lo dicono i risultati. Dimissioni di Ventura? Qual è il senso, la logica? Non capisco. La politica generale di una Federazione, in un momento difficile anche a livello di leghe, c’entra poco con la qualificazione al Mondiale. La politica è la politica, poi se si va indietro negli anni, io ne ho anche di più e mi sembrano discorsi brutti da fare sinceramente».

 

ULIVIERI E IL “SALUTO” A TRUMP

Renzo Ulivieri Renzo Ulivieri

Vale la pena di ricordare che Renzo Ulivieri, qualche mese fa, era stato protagonista di una clamorosa gaffe, anch’essa “xondonata” dai suoi sodali on gfederazione. In trafsferta negli Usa, soi fece immortalare con iò dito medio all’indirizzo di Donald Trump, con alle spalle il palazzo del presidente americanomettendo poi a foto sulla sua pagina Fb. Il tecnico toscano, presidente degli allenatori italiani, è stato iscritto al Partito Comunista Italiano negli anni Sessanta, consigliere comunale ed assessore, confluisce negli anni novanta nei Democratici di Sinistra, per poi aderire alla fine negli anni duemila prima al Partito Democratico e poi a Sinistra Ecologia Libertà.

 

Il 31 marzo 2010 è diventato il nuovo coordinatore locale di SEL nel comune natale di San Miniato. Nel dicembre del 2012, Olivieri si è presentato in Toscana alle primarie di Sinistra Ecologia Libertà, indette per la selezione dei candidati al Parlamento italiano in vista delle elezioni politiche del 2013. Ma il Parlamento l’ha visto solo dalla panchina.

 

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