YES, WE KANE! UN TIFOSO INGLESE SI TATUA SUL LATO B UNA SCRITTA PER FESTEGGIARE IL GOL VITTORIA DELL’ATTACCANTE ALLA TUNISIA - BOOM DI TINDER, L’APP PER INCONTRI OCCASIONALI, NEI DINTORNI DEGLI STADI – IL BRASILE TEME IL COMPLOTTO, IL RIMPIANTO DI ROY KEANE, LINEKER: "PEPE CONTINUA AD ESSERE UN IDIOTA" - I MONDIALI DEL SESSO? LI VINCONO GLI…

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Da www.corrieredellosport.it

 

tattoo per kane tattoo per kane

Ogni edizione del Mondiale prevede una dose di follia e questa entrerà sicuramente tra le curiosità più assurde dell'edizione russa. «Harry Kane 90+1» è la scritta che un tifoso inglese ha scelto di tatuarsi sul lato b riferendosi al gol che l'attaccante del Tottenham ha segnato nel recupero della gara vinta 2-1 dall'Inghilterra contro la Tunisia. «Avevo detto che in caso di gol mi sarei rovesciato una birra addosso. E poi ho deciso di farmi un tatuaggio, non me pento» ha spiegato Sean confermando che il suo non è stato un gesto dettato da un raptus improvviso. Una cosa è certa, questo Mondiale non potrà mai dimenticarselo.

kane kane

 

 

2. E TINDER FA IL PIENO NEI DINTORNI DEGLI STADI

Nicola Sellitti per repubblica.it

 

C’è un’altra prova che i Mondiali fanno bene all’amore. Il Moscow Times certifica il boom dell’app per incontri occasionali Tinder, parecchio utilizzata da russi e turisti nelle città che ospitano le partite. In particolare, come rilevano le più importanti compagnie telefoniche russe, il traffico di Tinder è aumentato dell’11% nei dintorni degli stadi di Mosca, San Pietroburgo e Saransk.

 

MONDIALI RUSSIA 2018 MONDIALI RUSSIA 2018

- I MONDIALI DEL SESSO? TROFEO ALL’INGHILTERRA - E in attesa che il torneo scelga la vincitrice della Coppa, uno studio di un’azienda di giocattoli erotici, LELO (su 70 mila uomini e donne realizzato in quasi dieci anni) sulle abitudini sessuali spiega che gli inglesi hanno avuto più partner rispetto alle altre nazionalità presenti in Russia. Il 25% ha avuto almeno 20 partner in circa 9 anni, più di svizzeri (22%) e tedeschi (20%). All’opposto i giapponesi – massimo tre partner diverse -, mentre il primato delle infedeltà va ai colombiani. 

 

- BEHRAMI, MINACCE DI MORTE SOCIAL PER IL TRATTAMENTO-NEYMAR - Il post partita dell’ex mediano di Lazio, Fiorentina, Napoli e Udinese non è stato dei migliori nonostante il pari imposto dalla Svizzera al Brasile: diverse minacce – provenienti da utenti brasiliani - sono piovute sul suo profilo ufficiale Instagram per il ruvido trattamento riservato alla star nazionale Neymar. E i troll sono entrati in azione anche con la fidanzata di Behrami, la sciatrice svizzera Lara Gut. 

 

3. PICCHIARE NEYMAR. ADESSO IL BRASILE TEME UN COMPLOTTO

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Enrico Currò per repubblica.it

 

San Neymar martire, patrono della Seleçao con l'aureola a forma di pasta all'uovo, al ritorno da Rostov ha un piede dolorante e un pensiero fisso sotto la nuova acconciatura: che gli avversari, sapendolo l'unica arma davvero contundente del Brasile, lo vogliano scientificamente eliminare dal Mondiale: «Gli svizzeri mi hanno riempito di botte e l'arbitro li ha lasciati fare. È una cosa molto brutta per il calcio » . La tesi è stata sposata dal resto della squadra, col ct Tite e il veterano Thiago Silva accalorati nel censurare l'arbitraggio del messicano Ramos.

neymar neymar

 

Il difensore ha illustrato la differenza tra un intervento da punire con l'ammonizione e uno da assoluzione: «I falli su Neymar meritavano tutti il cartellino giallo. Ci vuole uniformità di giudizio ».

 

A caldo la teoria era già abbastanza elaborata. Ma ieri, nel ritiro di Sochi, è stata ulteriormente messa a punto nella sala riunioni dello Swissotel Kamelia, dove Tite e il suo staff, visionando i particolari della mancata vittoria, si sono convinti della strategia in atto. Ne ha parlato perfino il nuovo commentatore del Mondiale, l'ex presidente della repubblica Lula, che dal carcere di Curitiba invia per iscritto alla radio del suo partito, il Pt, le sue osservazioni sul torneo.

 

Il sospetto collettivo è che, per fermare O Ney senza rischiare il cartellino rosso, gli avversari possano d'ora in poi seguire le orme della Svizzera: braccarlo con più giocatori diversi e distribuire così le eventuali ammonizioni. Neymar è stato il più picchiato al Mondiale ( 10 falli subiti) da 20 anni a questa parte ( 1998, Shearer, 11 in Inghilterra-Tunisia).

 

È suo anche il record stagionale in Ligue 1 col Psg ( 103, in sole 20 partite). Ne discende la sua evidente paura del dolore, ancora prima dei contrasti. È l'eredità dei tre mesi passati a recuperare dalla frattura al piede destro, per potere essere al Mondiale dopo l'operazione. Ed è il frutto del ricordo della doppia frattura vertebrale per il colpo del colombiano Zuniga, che 4 anni fa gli tolse sul più bello il Mondiale in casa.

 

neymar neymar

Però l'accanimento apparente ha anche un'origine tecnica e tattica, Neymar non è ancora in forma, proprio per i troppi mesi senza pallone, e cerca di compensare con il pezzo forte del repertorio: il dribbling, appunto. Con la Svizzera ha tentato 28 dribbling e gliene sono riusciti soltanto 14, la metà. Questo spiega le difficoltà creative di una Seleçao troppo dipendente dall'estro del suo campione e troppo pendente a sinistra, dove gioca lui. Coutinho se n'è giovato per la prodezza dell'1-0, ma a lungo andare il vantaggio è stato per gli svizzeri, come spiega l'ex juventino Lichtsteiner: « Neymar è formidabile, ma noi lo abbiamo soffocato, pressandolo in continuazione e limitando il suo ingresso nel gioco».

 

neymar neymar

Il tema arbitrale resta comunque una priorità per il Brasile, che ha preparato una nota ufficiale alla Fifa, lamentando il mancato intervento del Var sul gol del pareggio: Zuber ha in effetti spinto Miranda. In verità il Var, per trequarti italiano, ha valutato l'azione, ritenendola regolare. Di sicuro l'ipotesi che il Brasile potesse arrivare secondo nel suo girone del Mondiale, se non addirittura rischiare l'eliminazione al primo turno, non era stata presa in considerazione nemmeno dai più pessimisti.

 

Invece il pareggio al debutto con la Svizzera costringe la Seleçao a un'iniezione di realismo: tutto adesso è in gioco, dalla sede degli eventuali ottavi di finale (Samara o San Pietroburgo) all'ipotetica avversaria ( la partenza falsa anche della Germania potrebbe allontanare la rivincita russa del Mineirazo di quattro anni fa). Contro il Costarica, il 22 a San Pietroburgo, s'invocherà di nuovo San Neymar martire.

KEANE QUEIROZ KEANE QUEIROZ

 

4.KEANE

Da www.ilposticipo.it

Sono tanti i giocatori che una volta lasciato il calcio si lasciano scendere una lacrimuccia di malinconia e si abbandonano a dei rimpianti. Cosa rimpiangono? Beh, c’è chi rimpiange di aver sbagliato un rigore importante, chi si pente per un cartellino rosso di troppo, chi si rattrista di non essere riuscito a chiudere la carriera senza giocare nella sua squadra del cuore. Poi ci sono quei giocatori dal temperamento poco esile che rimpiangono altro. Roy Keane, per esempio, ha dichiarato a ITV, canale televisivo britannico in cui è impiegato come opinionista, che il suo più grande rimpianto è… “non aver staccato la testa a Carlos Queiroz”.

 

LINEKER PEPE LINEKER PEPE

USCITA…ALLA KEANE – Anche verbalmente, l’ex numero sedici del Manchester United e della nazionale irlandese, continua ad intervenire a gamba tesa col piede a martello. E stavolta il gioco pericoloso lo mette in atto contro l’attuale allenatore dell’Iran: Carlos Queiroz. E cosa mai gli avrà fatto? In qualità di ct dei mediorientali nulla ma tra i due ci sono vecchie ruggini. Carlos Queiroz è stato il vice di sir Alex Ferguson per diverso tempo. Il docile Roy Keane ha dichiarato: “per qualche ragione, verso la fine della mia esperienza [al Manchester United] ho trovato che mi mancasse di rispetto, così abbiamo avuto qualche discussione”. Fin qui Keane sembra tanto tranquillo e pacato ma poco dopo aggiunge: “Ha messo in dubbio la mia lealtà e gli ho detto dove andare”. 

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QUINDICI ANNI – “Dove andare”… magari si riferisce al periodo di pausa di riflessione che Queiroz si era preso dallo United per andare a sedersi sulla panchina del Real Madrid. O magari no. Continua Keane: “Uno dei miei più grandi rimpianti è probabilmente quello di non avergli staccato la testa”. In effetti, anche nel 2004, poco prima del suo addio ai Red Devils aveva rilasciato un’intervista alla Tv ufficiale del Manchester United che come solo lui sa fare “lasciava intendere” qualche dissapore con Queiroz. E dopo quasi quindici anni non gli è ancora passata. Soprattutto se il mondiale continua a mettergli il suo “nemico” di fronte.

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