AHI AHI, WEIWEI! (PECUNIA NON OLET) - È UNA LONDRA SCHIZOFRENICA QUELLA CHE DA UN LATO ALLESTISCE LA PIÙ COMPLETA MOSTRA PERSONALE PER AI WEI WEI (RECENSIONE DI ANTONIO RIELLO), E DALL'ALTRO RICEVE IN POMPA MAGNA IL PRESIDENTE XI JINPING – IN CINA, GLI SONO STATE RIVOLTE ANCHE ACCUSE DI “EVASIONE FISCALE” PER CIRCA 1,85 MILIONI DI DOLLARI (UN ARTISTA PARAGURU?)

Inizia la sua collaborazione a Dagospia l'artista Antonio Riello: "Ci spaventa solo, un poco, l’idea che l’artista possa diventare (suo malgrado) un modello da copiare per qualche nostro astuto evasore nostrano. Come dire, in Italia quando arte e vita si mescolano non si sa mai dove si va a finire …magari a qualcuno potrebbe venire l’idea di fare la “colletta fiscale”...

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RIELLO RIELLO

  1. AHI AHI, WEIWEI!!!

Antonio Riello per Dagospia

 

Non si parla d’altro nelle cene di queste frenetiche settimane londinesi: la gettonatissima mostra di Ai WeiWei alla Royal Academy. Certo che bisogna assolutamente averla vista ed essere in grado di dire qualcosa (magari di originale) in proposito.

WEIWEI WEIWEI

xi jinping seguito dal principe filippo xi jinping seguito dal principe filippo ai weiwei ai weiwei AI WEIWEI AI WEIWEI

 

Dunque: dopo un periodo di detenzione di circa tre mesi nel 2011 e varie misure restrittive (senza passaporto sino a pochi giorni fa), l’artista cinese celebra a Londra la infine ritrovata libertà. E lo fa raccontandoci, ancora una volta, i tormenti del rapido sviluppo economico della potente nazione asiatica negli ultimi venti anni. Sempre con sapiente potenza e consumata abilità servendosi delle sue armi preferite: Storia e Geografia.

 

Assieme a Jeff Koons e a Damien Hirst, Ai WeiWei è senz’altro l’artista contemporaneo più noto nell’immaginario popolare planetario e riconosciuto dal mercato dell’arte. Ma a differenza loro, non produce “semplicemente” iconiche, belle e costose opere d’arte ma anche una nuova sorta di attitudine da “maître-à-penser”.

 

XI JINPING BIG XI JINPING BIG

Mi spiego meglio. Dal 1993 in poi dopo il suo ritorno in patria da New York, ha cominciato ad assurgere a “monumento vivente” dell’identità nazionale cinese. Non solo come attento e sensibile testimone ma egli stesso simbolo e parte in causa di questo processo.

 

Artista concettuale e contemporaneamente architetto, poeta, urbanista, scultore, critico culturale, fotografo, archeologo, storico, sociologo, (fino a qui un po’ come l’artista americano Theaster Gates), ma anche divo, agitatore politico, video-maker, dissidente in una potente dittatura, blogger, “twitter-artist”… Per farla breve insomma è un po’ come un’app che traduce visivamente vizi e virtù di un mondo per molti aspetti vicino ma (per noi) quasi incomprensibile.

ai weiwei passaporto ai weiwei passaporto

 

Che dire? Un abile ed esperto comunicatore globale che sa sempre come toccare le corde -quelle giuste- del cuore, Ai WeiWei mixa alla perfezione i codici visivi e morali dell’arte contemporanea con il giusto livello di elementi folcloristici locali, offrendo da anni ai consumatori dell’arte sofisticati/esigenti un prodotto perfetto esteticamente impeccabile e assolutamente politically correct.

 

Super star dell’arte o “pericoloso criminale” a seconda del meridiano geografico, quasi un elemento propagandistico e diplomatico in una complessa competizione geopolitica dove l’arte contemporanea è diventata da tempo uno strumento reale e significativo.

AI WEIWEI 2 AI WEIWEI 2

 

La mostra inizia, nel cortile esterno della Royal Academy. Una magnifica foresta di alberi artificiali realizzati (o meglio “ricostruiti”) con parti di legno riciclato. Come dicono qui, davvero “impressive”.

 

ai weiwei lettera dall inghilterra ai weiwei lettera dall inghilterra

All’interno l’artista evoca al meglio quella sbalorditiva e perfezionista paziente maestria degli artigiani orientali nel fare e disfare (e se serve rifarlo ancora) il mondo, tramite l’impiego di tecniche antichissime disinvoltamente combinate a moderne lavorazioni industriali. Un imponente elogio visivo alla tenacia e alla sopportazione del suo popolo, rappresentato da alcune opere installative, in pratica frammenti di costruzioni.

 

INSTALLAZIONE AI WEIWEI INSTALLAZIONE AI WEIWEI

I materiali e le tecniche sono quelli tradizionali dell’edilizia cinese: legno, marmo, ferro, mattoni. Le sofferenze causate dal terremoto del Maggio 2008 che ha ucciso decine di migliaia di suoi connazionali, occupano uno dei posti centrali della mostra. Ed è proprio la sua onorevole battaglia nel segnalare le inefficienze e la corruzione del governo cinese nell’affrontare questa catastrofe a metterlo in rotta di collisione con il potere.

ai weiwei stacked ai weiwei stacked

 

Una quantità impressionante di tondini di ferro -materiale che sembra particolarmente affascinarlo- ammucchiati sul pavimento per materializzare un silenzioso monito all’imprevidenza e la corruzione di chi ha costruito abitazioni fragili e insicure. Alle pareti tutti i nomi degli innumerevoli deceduti nel cataclisma.

 

xi jinping e il principe william xi jinping e il principe william

Quando realizza grandi installazioni basate su enormi e imponenti ammassi di dati o semplici piccoli oggetti (vedi la sua epocale installazione con milioni di semi di zucca in ceramica alla Tate Modern, qui a Londra, nel 2010), le sue opere sono decisamente efficaci. Famigerata “quantità” che compiutamente si trasmuta in pregiata “qualità” o almeno qualcosa che le somiglia molto da vicino.

 

AI WEIWEI 3 AI WEIWEI 3

Tante appunto anche le classiche biciclette, in altre parole la quintessenza della “cinesità tradizionale”, qui però trasformate in un gigantesco e strabiliante lampadario. Di gran lunga l’immagine della mostra più postata su Instagram. E poi ammassi di giocattoli di plastica (granchi), mobili di varia foggia e aspetto e un “prato” di marmo scolpito che della stessa cava che fu usata per costruire la “Città Proibita” di Pechino e il mausoleo di Mao.

AI WEIWEI AI WEIWEI

 

Immancabile la ceramica (tornata di gran moda nell’arte contemporanea): antichi vasi cinesi ridipinti con i colori usati per verniciare le auto di lusso dei ricchi cinesi di oggi. Storia, critica sociale, tradizione, crudeltà visiva e senso dell’assurdo. Tutto istantaneamente rimescolato e abracadabra riproposto in un inedito stupefacente spettacolo. Mini capolavoro di quel prestigiatore artistico che è Ai WeiWei.

 

xi jinping parla alla royal gallery xi jinping parla alla royal gallery

Parecchie le foto e i video. Certo interessanti e ben fatti ma soprattutto comunicati alla perfezione, vere e proprie icone del “AlternModern” sui social media. E poi serissime e divertenti raccolte di oggetti dove la famosa giada orientale diventa il materiale per realizzare svariati manufatti tipici dell’universo contemporaneo: manette, banali confezioni di prodotti di supermercato e molto altro ancora (anche dei superbi Sex Toys). Non si finirebbe mai di guardarli e riguardarli.

ai weiwei dito medio ai weiwei dito medio

 

Per raccontare invece l’aspetto della sua esperienza di perseguitato politico, Ai WeiWei ricostruisce una serie di modelli in scala delle celle dove è stato imprigionato. L’aspetto più convincente in questo caso sono le carte da parati appositamente realizzate dall’artista che tappezzano le sale. Omaggio ai generosi fans e sostenitori che, in una gigantesca raccolta fondi stile Kickstarter sui social media, gli hanno permesso di pagare la sostanziosa cauzione di circa 1.33 milioni di Yen per uscire di prigione. Geniale esempio di crowd-funding mondiale.

 

ai weiwei lapo elkann 1 ai weiwei lapo elkann 1

Il resto in verità un po’ debole: lasciatosi prendere leggermente la mano dall’auto celebrazione è quindi meno credibile del solito. Certo la retorica del dissidente è umanamente comprensibile ma artisticamente censurabile. Va notato che, ovviamente con il massimo rispetto dovuto per la terribile persecuzione poliziesca di cui è stato vittima, gli sono state comunque rivolte anche accuse di “evasione fiscale” (una sua società la Beijing Fake Cultural Development Ltd per circa 1,85 milioni di dollari ma alcune fonti citano importi diversi).

 

ai weiwei lapo elkann ai weiwei lapo elkann

Molto probabilmente siamo di fronte ad accuse pretestuose ma non ci sono mai certezze su questioni così delicate e complesse. In una sua nota intervista Ai WeiWei afferma di avere come ispiratori Marcel Duchamp, Andy Wharol e Giorgio Morandi. Molto bene che ci sia anche un italiano, ne davvero siamo orgogliosi. Ci spaventa solo, un poco, l’idea che l’artista possa diventare (suo malgrado) un modello da copiare per qualche nostro astuto evasore nostrano. Come dire, in Italia quando arte e vita si mescolano non si sa mai dove si va a finire …magari a qualcuno potrebbe venire l’idea di fare la “colletta fiscale”.

 

xi jinping con soldati inglesi xi jinping con soldati inglesi xi jingping durante il discorso della regina elisabetta xi jingping durante il discorso della regina elisabetta

Le mostre nei musei, lo sappiamo tutti ormai, si giudicano oggi soprattutto dal bookshop e dalla sua offerta. Un po’ come per i ristoranti, il punto critico è sempre il dessert. Diamo quindi un’occhiata. Merchandising stupendo, ricco, intelligente e furbo.

 

Dalle gomme agli yo-yo, vanno a ruba gli sciccosi foulard in seta (100£) che riprendono il pattern della sua carta da parati e il “Push Up” in legno (ovvero un suo micro ritratto che si affloscia quando viene schiacciato da sotto) con lo slogan “ Everything is art. Everything is politics” ispirato al suo lavoro S.A.C.R.E.D.

stretta di mano tra regina elisabetta e xi jinping stretta di mano tra regina elisabetta e xi jinping

Voto? Un bel 7 e mezzo. Media tra il 9 all’artista per un prodotto artistico eccellente e il 6 al guru per una qual certa ambiguità.

 

AI WEIWEI

ROYAL ACADEMY,

Burlington House, Piccadilly, W11J 0BD, London

Dal 19 Settembre al 13 Dicembre. 2015

 

2. IL LEADER COMUNISTA E IL DISSIDENTE: DERBY CINESE NEL CUORE DI LONDRA

Caterina Soffici per il “Fatto Quotidiano”

 

aiweiwei aiweiwei

È una Londra schizofrenica quella che da un lato allestisce la più completa mostra personale per Ai Wei Wei, il dissidente cinese più famoso e ingombrante e dall'altro riceve in pompa magna il presidente cinese Xi Jinping, con benvenuto dalla Regina, incontro con il premier Cameron, e discorsetto nella sala di rappresentanza a Westminster davanti a parlamentari e pari del Regno.
 

C'è poco da stupirsi, perché come spiega bene l'ambasciatore cinese a Londra Liu Xiaoming, "il presidente non è qui per dibattere di diritti umani". Pecunia non olet: la Cina ha in programma di investire nel Regno Unito 5,2 miliardi di sterline (8 miliardi di euro).

 

ai weiwei installation 15 ai weiwei installation 15

Ma è comunque una curiosa coincidenza. Mentre il presidente era a Buckingham Palace, a poche centinaia di metri, alla Royal Academy a Piccadilly, la gente faceva la fila per entrare alla mostra di Ai Wei Wei, dove poteva vedere le opere di denuncia dell' artista, figlio di un poeta dissidente, che ha vissuto la maggior parte dell' infanzia in esilio con la famiglia, per poi finire a suavolta imprigionato, senza che sul suo capo sia mai arrivata una condanna o una motivazione.
 

Solo quest' estate ad Ai Wei Wei era stato reso il passaporto e quindi la possibilità di venire a Londra. E solo un paio di mesi fa la ministra dell' Interno Theresa May era dovuta intervenire per far allungare il visto di soggiorno dell' artista. Tutta la mostra è una denuncia della censura e della mancanza di libertà in Cina, e in una stanza c' è l' installazione dove Ai Wei Wei ha riprodotto la cella dove è stato tenuto prigioniero e guardato a vista notte e giorno.

ai weiwei 06 ai weiwei 06

 

principe carlo stringe la mano a xi jinping principe carlo stringe la mano a xi jinping

Però ieri Londra era in festa, pieno di bandiere cinesi, drago nie lanterne rosse, perl' arrivo del presidente, con da una parte sostenitori (anche studenti cinesi con le magliette I love China) e dall' altra attivisti per i diritti umani, rappresentanti di Amnesty International e di Free Tibet. Una serie di coincidenze particolari e di opposti pareri e fazioni, tutti insieme nello stesso posto, grazie a quella cosa che chiamiamo libertà

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principe carlo con camilla e xi jinping principe carlo con camilla e xi jinping

 

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