LA ‘MANIFESTA’ SUPERIORITÀ DI PALERMO – LA BIENNALE NOMADE DI ARTE E CULTURA CONTEMPORANEA INVADE IL CAPOLUOGO SICILIANO CON MOSTRE, PERFORMANCE, PROGETTI LETTERARI E MUSICALI – 50 ARTISTI IN VENTI SEDI, A PALAZZO BUTERA LE COLORATE INSTALLAZIONI DELLA BRASILIANA MARIA THEREZA ALVES - "C' È UN' EUROPA DELLA CULTURA CHE PARE FUNZIONARE, PERCHÉ RIFUGGE L' EFFIMERO E IL FINTO BUONISMO"...

-

Condividi questo articolo


MANIFESTA MANIFESTA

Francesca Amè per il Giornale

 

Il gran circo dell' arte contemporanea ha varie strade per affermare il suo ruolo: può giocare la partita del (legittimo) business confezionando fiere sempre più raffinate (vedi Art Basel), puntare sulla ricerca (occhi puntati sulla Biennale di Venezia del prossimo anno: il padiglione Italia, a cura di Milovan Farronato, sarà di certo «out of the box», fuori dall' ordinario) oppure cercare di cambiare le cose.

 

hedwig fijen hedwig fijen

La 12ª edizione di Manifesta, biennale nomade europea, nata nei primi anni Novanta da un' idea della storica dell' arte olandese Hedwig Fijen, che ancora la dirige, ha scelto questa terza via. Di più: ha scelto Palermo, per incistate nel ventre molle della città - soprattutto nel centro storico della Kalsa, diroccato e magnifico, abbandonato da tutti, mafia inclusa, perché dato per morto - l' energia di cinquanta progetti artistici, la maggior parte dei quali commissionati per l' occasione. Il Monte Pellegrino pare vegliare dall' alto la carica di creativi pronti a mostrare «Il Giardino Planetario.

 

MANIFESTA 12 ALVES MANIFESTA 12 ALVES

Coltivare la coesistenza» (da oggi fino al 4 novembre, manifesta12.org), un sistema diffuso di mostre, performance, interventi urbani, progetti letterari, musicali, scientifici messo a punto dall' olandese Bregtje van der Haak, dallo spagnolo Andrés Jaque, dalla svizzera Mirjam Varadinis e da Ippolito Pestellini Laparelli, che gioca in casa e che, in quanto partner del prestigioso studio OMA di Rotterdam fondato da Rem Koolhaas, ha realizzato Palermo Atlas, utile studio urbanistico sulla città.

C' è un' Europa della cultura - poco ingessata e paludata - che pare funzionare, perché rifugge l' effimero (e il finto buonismo).

 

Engagement, impegno, coinvolgimento è la parola d' ordine della direttrice che con nordico pragmatismo ha capito che in Sicilia nulla accade senza pazienza e discrezione. In due anni di lavoro sono state coinvolte associazioni locali e scuole: «art production», la definiscono, e pare funzionare.

MANIFESTA 12 MANIFESTA 12

C' è chi ha fatto i calcoli (Manifesta porterà 100mila turisti in più nei prossimi tre mesi), ma il beneficio immediato è già sotto gli occhi di tutti: l' apertura di antichi palazzi fino a oggi ignoti o preclusi agli stessi siciliani. A partire dal teatro Garibaldi, quello dove il condottiero pronunciò la famosa frase «O Roma, o morte», un tempo calcato da Emma Dante, Peter Brook, Wim Wenders, poi caduto in disgrazia e ora restituito alla città.

 

 «Palermo è come una cipolla», mi dice una guida locale. Saporita e semplice, è fatta di strati diversi e va sbucciata con cautela. La storia di Palazzo Butera è, a tal proposito, esemplare: grandioso edificio settecentesco, sta rinascendo grazie al generoso impegno dei collezionisti Francesca e Massimo Valsecchi. Ospita alcuni dei progetti più interessanti di Manifesta: le colorate installazioni della brasiliana Maria Thereza Alves, la carta da parati del collettivo americano Fallen Fruit, il video di Renato Leotta. E mentre il restauro del palazzo procede (serviranno vari mesi: Palermo capitale italiana della cultura è progetto in fieri), la scoperta: una radice di Jacaranda, una rigogliosa pianta brasiliana, è cresciuta tra i mattoni, succhiando l' acqua delle tubature. Davvero tutto può succedere qui. Ecco perché l' idea di «giardino-planetario» e di sincretismo culturale, sviluppato da Manifesta partendo dalle riflessioni del paesaggista e filosofo Gilles Clément, è calzante come di rado accade per le mostre-evento che occupano una città.

MANIFESTA 12- 2 MANIFESTA 12- 2

 

Cuore pulsante del progetto è l' orto botanico, fondato nel 1789 come laboratorio finalizzato alla coltivazione di specie straniere, lo dimostra anche la settecentesca Veduta di Palermo del siciliano Francesco Lo Jacono - dipinto esposto alla Gam - dove si desume che «nessuna pianta è indigena». Oggi ospita una delle tre sezioni di Manifesta, «Garden of Flows», dedicata al tema della tossicità: suggestivo l' erbario del colombiano Alberto Baraya, raffinate le stampe botaniche della svedese Malin Franzén, soffocante il «mercato degli oggetti» del palestinese Khalil Rabah. Lo spazio è punteggiato di installazioni: se amate le atmosfere distopiche, non perdetevi il video del verso del pappagallo in via d' estinzione realizzato dagli artisti Allora & Calzadilla.

MANIFESTA12 - PALERMO MANIFESTA12 - PALERMO

 

Manifesta riflette anche sui flussi digitali e le nuove connessioni «innaturali». La sezione «Out of control» a Palazzo Ajutamicristo ospita una cabina telefonica dove contattare agenti segreti (provato: linea occupata) e un' installazione di Filippo Minelli sui Big Data. C' è poi «City of stage» a svelare la vera natura della città. E quando Palermo rifugge la sua ritrosia si ottengono i risultati migliori, come la toccante installazione del Masbedo a Palazzo Costantino, l' installazione Lapidi del bravo Yuri Ancarani sulle vittime di mafia nell' Oratorio della Madonna dei Peccatori Pentiti o il giardino urbano allo Zen. Palermo, città di scrigni (di arte e di storia): luoghi come Palazzo Mazzarino, aperto per l' occasione al pubblico dai padroni di casa. I marchesi Berlingeri, grandi collezionisti d' arte - dalla maestosa Donna Florio del Boldini a Damien Hirst - hanno concesso al norvegese Per Barclay di riempire le scuderie di olio scuro (chi vi ha immerso la mano se n' è pentito).

 

Installazione suggestiva, uno specchio nero in cui paiono tuffarsi le colonne: venerdì sera, la Palermo che conta - e appassionati d' arte come Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Giovanna Melandri, Vittorio Sgarbi - ha brindato lì, complice Ruinart, lo champagne dell' arte. Manifesta12 è anche il Grand Hotel Des Palmes, dove soggiornava Francis Ford Coppola durante le riprese del Padrino, che ospita nelle sue sale barocche e decadenti il progetto di Luca Trevisani dedicato al dandy Raymond Roussel e, non troppo lontano, Casino Palermo, appartamento in cui la galleria milanese Viasaterna si è momentaneamente trasferita per creare, fra le strade punteggiate dai negozi di Addio Pizzo, una residenza d' artista che funzioni per davvero. Palermo è una cipolla: sbucciandola ci si commuove.

MANIFESTA 12- MASBEDO MANIFESTA 12- MASBEDO MANIFESTA 12 MANIFESTA 12

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...