PALMIRA RISORGE AL COLOSSEO - RICOSTRUITI CON TECNOLOGIE DIGITALI ED ESPOSTI A ROMA ALCUNI DEI CAPOLAVORI DISTRUTTI DALL'ISIS IN SIRIA - NELLA MOSTRA ORGANIZZATA DALL'ASSOCIAZIONE DI RUTELLI E FINANZIATA DA EMMANUELE EMANUELE, CI SONO ANCHE DUE BASSORILIEVI DANNEGGIATI MA SALVATI DA MAAMOUN ABDULKARIM E KALED EL-ASAAD, IL CURATORE UCCISO DAI TERRORISTI PER AVER SALVATO IL PATRIMONIO ARTISTICO DI PALMIRA

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1. NEL COLOSSEO L’ARTE IN 3D FERITA A PALMIRA

Stefania Parmeggiani per “La Repubblica

 

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Il toro alato con la testa umana che proteggeva il palazzo del re a Nimrud, nel nord dell’Iraq, rinasce a migliaia di chilometri di distanza. In Italia, a Roma, in un monumento di fama e bellezza mondiale: il Colosseo. Ridotto in polvere nella primavera del 2015 dalle cariche di esplosivo dei miliziani dello Stato Islamico, è stato ricostruito a grandezza naturale e da oggi fino all’11 dicembre accoglie con l’espressività del suo sguardo, rivolto verso il basso da un’altezza di cinque metri, i visitatori del secondo anello dell’anfiteatro.

 

A pochi passi di distanza rivivono il soffitto del tempio di Bel a Palmira e la sala dell’archivio di Stato del Palazzo di Ebla, che custodiva 17 mila tavolette cuneiformi e che oggi versa in grave stato di abbandono.

 

I tre monumenti sono stati ricostruiti in scala 1:1 per l’esposizione «Rinascere dalle distruzioni. Ebla. Nimrud. Palmira», ideata da Francesco Rutelli e dall’archeologo Paolo Matthiae, promossa dalla Soprintendenza speciale per il Colosseo con il Patrocinio dell’Unesco, l’impegno dell’Associazione Incontro di Civiltà, il sostegno economico (480mila euro in tre anni) della Fondazione Terzo Pilastro -Italia e Mediterraneo.

 

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Non si tratta di un semplice atto simbolico contro la violenza jihadista, ma di un invito ad aprire un dibattito scientifico sulla possibilità di ricostruire quello che l’uomo ha ridotto in polvere, dimostrando come le nuove tecnologie possano aiutare gli studiosi nel delicato compito di riportare indietro le lancette a prima delle cariche di esplosivo, delle picconate, della furia iconoclasta.

 

I tecnici italiani, sotto la guida di un comitato scientifico di archeologi e storici dell’arte, hanno studiato i disegni e le fotografie esistenti — per il toro di Nimrud non c’erano certezze neanche sulle dimensioni — e poi hanno realizzato manufatti in materiale plastico grazie a stampanti in 3D. A quel punto le copie sono state rivestite con polvere di pietra e anticate manualmente.

 

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Un lavoro durato mesi, che si è trasformato in un abbraccio tra antiche civiltà e in un viaggio nel tempo reso ancora più affascinante da una video installazione di Studio Azzurro: le immagini dei siti archeologici di Siria e Iraq si sovrappongono ai primi piani degli occhi delle persone incontrate in quelle terre e passate in pochi anni dal ruolo di custodi di una memoria condivisa a quello di testimoni della sua distruzione.

 

«La cultura è un patrimonio comune ed è anche un segno di civiltà contro l’oscurantismo», dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo avere visitato la mostra in anteprima, insieme ai ministri degli Esteri Paolo Gentiloni e dei Beni culturali Dario Franceschini.

 

«Lo scopo è sensibilizzare il pubblico alla conoscenza, alla cultura e alla salvaguardia di luoghi e monumenti patrimonio dell’umanità — spiega Rutelli — ma anche favorire il dibattito sulla ricostruzione. Il dopo non è mai semplice, c’è il rischio di commettere errori storici o peggio ancora di trasformare la memoria in una Disneyland. Invece tutto deve avvenire su solide basi scientifiche con caratteri di verità e credibilità».

 

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Per questo propone di creare una mappa del rischio di tutte le aree archeologiche e monumentali del mondo: «È necessaria una documentazione universale, accessibile e trasparente sotto l’egida dell’Unesco ». Matthiae non ritiene l’opera di ricostruzione impossibile: «L’importante è che non diventi la scusa per un nuovo neocolonialismo. I restauri e le ricostruzioni devono avvenire secondo tre principi fondamentali: il rispetto pieno della sovranità degli Stati in cui opere e monumenti si trovano; il coordinamento, la supervisione e l’approvazione dell’Unesco; la più ampia, solidale e intensa collaborazione internazionale ».

 

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La mostra di Roma è un primo passo, come testimonia un prestito proveniente da Palmira: due altorilievi — un busto maschile e uno femminile — danneggiati durante l’occupazione dell’Isis e salvati dai funzionari della Direzione delle Antichità di Damasco. Nel maggio 2015 un gruppo di uomini guidati dal professor Maamoun Abdulkarim e con il coordinamento locale di Walid el-Asaad, il curatore poi ucciso dai terroristi per essersi rifiutato di collaborare alla devastazione del patrimonio a cui aveva dedicato la vita, portarono in salvo quasi tutte le statue e i busti del Museo nazionale di Palmira.

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I due bassorilievi arrivati in Italia, vere icone dell’arte ferita, al termine della mostra saranno restaurati dall’Istituto superiore per la conservazione e il restauro. Poi torneranno in Siria. La speranza è che un giorno saranno esposti nel Museo di Palmira.

 

 

 

I TESORI DI EBLA, NIMID E PALMIRA 'RIVIVONO' IN MOSTRA AL COLOSSEO

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AdnKronos - I tesori di Ebla, Nimrud e Palmira rinascono a Roma. Colpiti dalla violenza dell'Isis, alcuni reperti distrutti dalla furia devastatrice degli estremisti, tornano al loro antico splendore. Il Toro di Nimrud, con la testa dalle fattezze umane, il soffitto del Tempio di Bel a Palmira e la Sala dell'Archivio di Stato del Palazzo di Ebla, che custodiva 17mila tavolette cuneiformi, infatti, sono stati ricostruiti in Italia in scala 1:1 e ora vengono esposti nella mostra 'Rinascere dalla distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira', allestita al Colosseo e in programma da domani all'11 dicembre.

 

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A far parte della mostra anche una video installazione firmata da Studio Azzurro, che contribuisce a immergere lo spettatore nelle atmosfere assolate dei paesi dei tre monumenti ricostruiti, Siria e Iraq.

 

"Il Colosseo – ha osservato il soprintendente per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma Francesco Prosperetti - è il sito più visitato nel nostro Paese da italiani e stranieri. Con 'Rinascere dalle distruzioni' lanciamo un messaggio globale sull'importanza del patrimonio culturale e del suo valore identitario, sulla necessità di proteggerlo, curarlo, restaurarlo, in alcuni casi di ricostruirlo. E nella mostra va sottolineata la presenza di una installazione immersiva curata da Studio Azzurro, che ci trasporta in chiave emozionale tra Siria e Iraq, nei luoghi dove sono avvenute le distruzioni".

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L'esposizione, ideata e curata da Francesco Rutelli e dall'archeologo Paolo Matthiae con l’impegno dell’Associazione Incontro di Civiltà e il sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, presieduta da Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che investe nell'iniziativa 480mila euro in tre anni, è stata presentata oggi alla presenza tra l'altro del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e del ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini.

 

La mostra è arricchita da due altorilievi provenienti da Palmira, i ritratti danneggiati dall'Isis di un uomo e una donna, scolpiti nella pietra che hanno profonde ferite. Dopo la mostra saranno presi in consegna dal ministero dei Beni Culturali e del Turismo per essere restaurati e riconsegnati poi al Museo Nazionale di Damasco.

 

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"La tutela del patrimonio archeologico e culturale e dei simboli delle antiche civiltà - ha evidenziato il ministro Gentiloni - è uno dei modi per difendere qualcosa di straordinariamente prezioso e cioè il pluralismo dei territori che oggi sono oggetto di guerre e di conflitti".

 

L'obiettivo principale della mostra è proprio quello di sensibilizzare il pubblico internazionale alla conoscenza, alla cultura e alla salvaguardia di luoghi e monumenti, patrimonio dell’umanità. Un modo anche per favorire il dibattito sulla ricostruzione di quanto viene distrutto, e sul restauro di quanto resta.

 

"Siamo riusciti ad ottenere direttamente da Palmira - ha ricordato Rutelli - due sculture palmirene, una maschile e una femminile, colpite e vandalizzate durante l'occupazione da parte dell'Isis della città. L'Italia le restaurerà e le rimanderà in patria. Non è mai accaduta una cosa del genere nel corso di un conflitto".

 

KHALED ASAAD DECAPITATO DALL ISIS A PALMIRA KHALED ASAAD DECAPITATO DALL ISIS A PALMIRA

Nel dettaglio, le copie che vengono presentate in mostra del Toro di Nimrud e del soffitto del Tempio di Bel sono state realizzate grazie alla tecnica della stampa in 3D. La Sala di Archivio di Ebla, invece, è stata riprodotta creando un modello in polistirolo, poi usato per la creazione della copia in vetroresina, più adatta a riprodurre la muratura in crudo.

 

"Riteniamo - ha spiegato Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro - che l'esigenza di dialogo debba essere fortemente mantenuta nonostante le tragedie e le guerre che dilaniano quel mondo. Riteniamo che la cultura sia lo strumento primo per consentire l'abbattimento degli steccati sociali, ma anche di quelli religiosi e razziali. Ecco perché abbiamo detto 'sì' al progetto 'salvare Palmira'. Riteniamo che sia necessario, grazie all'imprenditoria italiana, cui faccio appello, mettere mano ad un intervento ricostruttivo reale non solo in 3d per recuperare alla civiltà la grandiosità di questi reperti".

 

KHALED ASAAD KHALED ASAAD

A parlare di un "primo segnale forte che dà un Paese occidentale sulla gravissima crisi mediorientale" è stato poi il curatore della mostra Matthiae che ha aggiunto: "E' un segnale forte perché, mostrando la ricostruzione filologicamente perfetta di tre importanti monumenti delle più antiche civiltà, mostriamo che ciò che l'Isis ha distrutto può essere ricostruito e restituito ai popoli che erano abituati a questa stratificazione culturale che l'Isis vuole annientare".

 

KHALED ASAAD DECAPITATO DALL ISIS A PALMIRA KHALED ASAAD DECAPITATO DALL ISIS A PALMIRA

Media partner della mostra è Sky Arte Hd che ha realizzato un documentario, il cui titolo è quello della mostra, che manderà in onda in Italia, Inghilterra, Irlanda, Austria e Germania. Obiettivo del documentario: raccontare come, con l'avvento dell'Isis, le opere d'arte siano diventate oggetto di distruzioni.

 

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