1- BEBÈ BERNABÈ VORREBBE TAGLIARE LA CORDA E FINIRE SU UN\'ALTRA POLTRONA: FINMECCANICA
Gli uscieri di TelecomItalia sentono puzza di bruciato.
Anche loro come tutti gli italiani hanno letto con morbosa attenzione la nuova versione del Decamerone di Arcore dove si leggono avventure che nemmeno Boccaccio avrebbe saputo immaginare. E ieri sera sono rimasti molto delusi quando nella trasmissione \"l\'Infedele\" non è apparsa Patrizia D\'Addario, la escort barese che dentro il lettone di Putin ha saputo valorizzare la versatilità dei telefonini.
patrizia daddarioAll\'ultimo momento Giovanni Stella, il barbuto top manager di TelecomItalia Media, ha imposto il veto a Gad Lerner che per tutta la trasmissione ha dimostrato di essere nervoso e più verboso del solito. Per gli uscieri non c\'è alcun dubbio: la revoca dell\'invito alla donna del telefonino è stato ispirato da una precisa scelta politica di Franchino Bernabè.
Il manager di Vipiteno non ha alcuna voglia di procurare altri fastidi al Cavaliere seduttore oltre a quelli che già gli procura Enrichetto Mentana con il suo telegiornale della sera.
D\'altra parte bisogna capirlo questo Bernabè che tra una cosa e l\'altra si trova in mezzo a una serie di problemi fastidiosi che disturbano le sue strategie proiettate a recuperare una normalità finanziaria.
Giovanni StellaPrima c\'è stata la storia rivelata da quel sito disgraziato di Dagospia su Belen che con le sue chiappe generose offuscava l\'offerta di Tim; poi è arrivata la grana di Dhalia Tv, la piccola emittente che è saltata per aria lunedì e nella quale Telecom pur avendo una partecipazione minore sarà chiamata a farsi carico dei debiti e della sorte di 150 dipendenti. Per non parlare inoltre della rottura di palle provocata in consiglio di amministrazione dall\'economista di Chicago, Luigi Zingales, che vorrebbe a tutti i costi un\'azione di responsabilità contro Tronchetti Provera.
GAD LERNERA questo bailamme bisogna aggiungere le minacce che arrivano dai competitor come Vodafone e Wind. Per quanto riguarda la prima è di pochi giorni fa la notizia che il board di Vodafone ha riconfermato alla grande la sua fiducia in Colao Meravigliao che adesso avrà più carburante per aggredire il mercato. Ed è di oggi l\'intervista all\'amministratore delegato di Vimpelcom, il 47enne russo Aleksander Izosimov, che dopo aver ridimensionato le ambizioni del faraone Sawiris minaccia di allargare ancora di più Wind in Italia.
Per arginare questi fastidi Franchino sta studiando cercando una via d\'uscita che certamente non gli può essere data dal lancio sul mercato di CuboVision, la scatoletta per accedere ai contenuti di internet che nella prima versione è stato un clamoroso flop commerciale.
FRANCO BERNABESecondo gli uscieri la via d\'uscita che Franchino sta cercando non è in qualche innovazione tecnologica, ma in un\'alternativa che potrebbe portarlo fuori da Telecom. Per il 62enne manager che dal \'92 ad oggi è passato attraverso l\'Eni, la Banca Rothschild e numerosi incarichi pubblici dal Kosovo alla Biennale di Venezia, la corsa dentro TelecomItalia è arrivata al capolinea.
belen-rodriguez TIM CAlcioA questo punto si potrebbe fare un\'analogia con il percorso seguito da Matteuccio Arpe dentro Capitalia quando dopo aver raggiunto risultati clamorosi nella ristrutturazione della banca, si accorse nel 2006 che non aveva più niente da dare e da dire. Nell\'ultimo anno della sua gestione il giovane banchiere inventò Delta2, un progetto che avrebbe dovuto trasformare le filiali della banca in piccoli supermercati, ma dopo il lancio in un centinaio di filiali fu subito chiaro che si trattava di una trovata, un colpo di ingegno da ultima spiaggia.
Luigi ZingalesPer Franchino vale la stessa sensazione, e a questo occorre aggiungere le voci che si rincorrono a Milano sulle perplessità degli azionisti forti che vorrebbero assistere a uno \"spettacolo\" industriale più ricco di contenuti e di soddisfazioni.
Ecco perché gli uscieri sentono puzza di bruciato e con le loro antenne hanno captato dei movimenti strani dai quali si percepisce che Bebè Bernabè vorrebbe tagliare la corda e finire su un\'altra poltrona. L\'oggetto del suo desiderio sarebbe stato individuato in Finmeccanica dove il passo indietro di Guarguaglini verso una presidenza con deleghe ridotte potrebbe aprire la porta a un nuovo amministratore delegato.
Contro questa suggestione si scontrano alcuni fattori: il primo è rappresentato dalla difficile e quasi impossibile convivenza tra i due personaggi, entrambi taciturni ma dotati di attributi incompatibili. Sbarazzarsi di Guarguaglini non sarà facile perché non passa giorno che il maremmano non annunci successi per il suo Gruppo (come è accaduto ieri quando in poche ore ha annunciato due accordi da 1,5 miliardi).
y bag09 colao zandaLa seconda ragione che rende difficile il sogno di Franchino è la diffidenza che nei suoi confronti nutre Giulietto Tremonti. In queste ore alcuni fedelissimi del ministro stanno cercando di fargli digerire il ribaltone per tirare la volata al capo di Telecom, ma finora non sembra che l\'ex-tributarista di Sondrio si sia lasciato impressionare dal curriculum e dai messaggi che arrivano anche dagli ambienti della finanza internazionale.
2- L\'AUTOCRITICA DI MARPIONNE E L\'AUTOSTOP DI EZIO MAURO
Bisogna ringraziare l\'editore e il direttore di \"Repubblica\" per averci fatto capire oggi che Sergio Marpionne è un uomo con emozioni e sentimenti che escono dal suo profilo di freddo tecnocrate e \"macellaio\" della risorta classe operaia.
Dopo la benedizione che Carletto De Benedetti ha dato all\'esito del referendum durante la convention di Fassino di domenica scorsa, Ezio Mauro ha preso il taccuino e diligentemente si è seduto davanti all\'Eroe dei due Mondi per un\'intervista fiume uscita oggi su \"Repubblica\".
Il risultato è una lunga confessione dove il manager italo-svizzero che dichiara di incazzarsi quando lo definiscono \"manager canadese\", rivela le emozioni provate durante la notte di venerdì quando alle 6,30 del mattino ha lasciato il suo ufficio al Lingotto dopo aver scritto due comunicati.
Uno di questi - rivela Marpionne - sarebbe stato l\'addio da Mirafiori dove a suo avviso la Fiat non ha cercato una vittoria muscolare e dove la Fiom è riuscita a costruire \"un capolavoro mediatico, mistificando la realtà\". E qui SuperSergio si batte il petto e fa un\'interessante autocritica perché ammette che l\'azienda presente in tutto il mondo con una forza di 245mila persone \"dal punto di vista culturale è stata una ciofeca, la più grande ciofeca, e la colpa è soltanto mia\".
GUARGUA, MARINA GROSSIL\'affermazione colpisce nella sostanza e nella forma. Non più tardi di domenica scorsa durante un seminario nella stazione sciistica di Flims sulle Alpi svizzere, il manager aveva scomodato la citazione del filosofo Karl Popper che suonava così: \"il futuro è completamente aperto e dipende da tutti noi...dobbiamo diventare gli architetti del nostro destino\".
Marchionne fascioDavanti al taccuino di Ezio Mauro eccolo abbandonare Popper e preferire le parole che usava il comico Totò quando a proposito della schifezza di un caffè parla proprio della ciofeca. Questa è la forma, ma importante è la sostanza là dove Marpionne ammette di aver sottovalutato il sindacato e l\'impatto mediatico della partita di Mirafiori per una debolezza culturale che imputa a se stesso.
L\'atto di contrizione dovrà essere esteso a quei manager e portavoce che in queste settimane gli sono stati accanto e che hanno ripetuto in televisione (soprattutto su Sky), frasi banali sulla globalizzazione e sul costo del lavoro. È chiaro che d\'ora in avanti la Fiat dovrà attrezzarsi non solo di nuove tecnologie per nuovi modelli, ma anche di una cultura delle relazioni industriali all\'altezza della rivoluzione perché, come hanno insegnato il presidente Mao, Adriano Olivetti, Gianni Agnelli e Cesare Annibaldi, una vera rivoluzione è prima di tutto una rivoluzione culturale.
ROBERTO SAVIANO EZIO MAURONell\'intervista a \"Repubblica\" ci sono molte altre cose interessanti e c\'è soprattutto la preoccupazione di dimostrare (a dispetto dei tre passaporti) che la sua identità e il suo cuore sono italiani, e alla fine della chiacchierata il capo della Fiat lascia intravedere per la classe operaia un Paradiso tedesco dove si potranno alzare i salari e partecipare agli utili.
Per inciso va notato che nell\'intervista della ciofeca il direttore di \"Repubblica\" si è comportato da vero gentiluomo e non è andato a sfruculiare Marpionne sul tema dello stipendio e delle favolose stock options. E nemmeno gli ha chiesto qualcosa sulle tasse in Svizzera, il Paese dove ha la residenza anche il suo editore Carletto De Benedetti.
CARLO DE BENEDETTINoblesse oblige.
3- DOPO EMMA MARCEGAGLIA, SI PREPARA UN TANDEM NORD-SUD: SQUINZI-REGINA
Lunedì prossimo Emma Marcegaglia sarà a Padova per l\'Assemblea della Confindustria locale che si terrà al PalaGeox con una tavola rotonda alla quale sono stati invitati Corradino Passera e Raffaele Bonanni, il leader della Cisl che gongola per il referendum di Mirafiori.
Anche la Emma è convinta di aver raggiunto una svolta storica e dopo il risultato ha dichiarato di trovarsi sulla stessa sponda della Fiat. La presidentessa ha già dimenticato il durissimo scontro di New York quando Marpionne fece capire che la Confindustria aveva le porte girevoli dove entrare o uscire era un dettaglio. Ed è convinta che l\'Associazione degli Imprenditori non si sfascerà perché in un tempo indefinito la \"nuova\" Fiat rientrerà a viale dell\'Astronomia. È sicuro che a Padova questi temi saranno ripresi nella tavola rotonda con Bonanni e Passera moderata da Oscar Giannino, il più \"affidabile\" tra i giornalisti nell\'orbita di Confindustria.
referendum fiat bigIn realtà gli industriali veneti parleranno anche tra di loro del dopo-Marcegaglia e cercheranno di capire se è vero che a distanza di un anno e mezzo dalla scadenza del suo mandato sia già pronta la successione all\'imprenditrice di Mantova. Soprattutto vorranno avere conferma della voce che gira ormai con insistenza secondo la quale i giochi sono già fatti in favore di un tandem Squinzi-Regina che chiuderebbe le attese di altri eventuali candidati. Sembra infatti che l\'asse del Nord, rappresentato dalle Associazioni forti come Assolombarda, abbia digerito l\'idea di affiancare al chimico bergamasco Giorgio Squinzi, il romano intraprendente e ambizioso Aurelio Regina.
camussoLa soluzione è motivata dal fatto di mettere sotto i piedi di Squinzi, che non ha una grande personalità e parla un italiano piuttosto scadente, un personaggio come Regina che ha fama di tessitore e di instancabile presenzialista.
RAFFAELE BONANNI
4- BOCCACCIO DA ARCORE: CANCELLATA LA PAROLA \"BRIFFARE\". RESTA IN VIGORE LA PROPOSIZIONE: \"IO SONO IL GIOIELLO, TU SEI IL CULO\"
Avviso ai naviganti: \"Si avvisano i signori naviganti che da questa mattina in numerose aziende è stata cancellata la parola \"briffare\".
Dopo le rivelazioni del Ruby-Gate dove l\'igienista orale Nicole Minetti dice alle vergini del Drago: \"ti devo briffare, ne vedrai di ogni!\", il verbo in uso nei glossari di marketing e nel lessico dei manager è definitivamente bandito. Allo stesso modo i manager non potranno più usare nei confronti delle loro collaboratrici le parole \"tesorino\" e \"amore mio\", mentre resta in vigore la proposizione: \"io sono il gioiello, tu sei il culo\".