1- IERI SERA SU LA7 è ANDATO IN ONDA UN FILM DI ALTO CONTENUTO POLITICO, \"IL BACIO DELL’UOMO-ROGNA\", STARRING PAOLO MIELI E MARIO MONTI. TRAMA: SUPERMARIO FUGGE TERRORIZZATO INSEGUITO DA UN MIELIG SMANIOSISSIMO DI CANDIDARLO ALLA GUIDA DEL GOVERNO TECNICO POST-BERLUSCONI. L’ECONOMISTA VARESOTTO SI RICORDA - E BENE - DEL \"BACIO MORTALE\" CHE L’EX DIRETTORE-STRATEGA DEL ’CORRIERONE’ ASSESTÒ SULLE GOTE DI PRODI E DI VELTRONI, CON I RISULTATI CHE TUTTI CONOSCIAMO - 2 - A NAPOLI SI CHIEDONO PERCHÉ è RICICCIATO ANTONIO D’AMATO. DI SICURO GLI VA STRETTA LA CANDIDATURA DELL’ALTRO IMPRENDITORE PARTENOPEO, GIOVANNI LETTIERI, CHE CON L’AIUTO DI LUCHINO PUNTA A DIVENTARE SINDACO. TRA I DUE NON CORRE BUON SANGUE E L’EX-PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA NON ACCETTA DI ESSERE DIMENTICATO - 3 - PRIMA DEL PIANO INDUSTRIALE DI PERRICONE QUALCHE MANAGER RCS MIRA A COPRIRSI

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1- \"IL BACIO DELL\'UOMO-ROGNA\"
Ieri sera subito dopo il telegiornale di Mentana è andato in onda su \"La7\" di Franchino Bernabè il film di alto contenuto politico: \"Il bacio dell\'uomo-rogna\".

Protagonisti della pellicola, oltre a Lilly Gruber con il volto più colorato di una zucca di Halloween, sono stati Paolino Mieli e Mario Monti, l\'economista 67enne di Varese che muore dalla voglia di fare il presidente del Consiglio. Il giorno prima quest\'uomo che fin dalla nascita ha il profilo del professore bocconiano, si è fatto precedere da un lungo editoriale sul \"Corriere della Sera\" in cui ha lamentato il tempo perso per le riforme.

LILLILILLI GRUBER

Chi ha letto la sua prosa l\'ha subito interpretata come un\'autocandidatura da tecnico super partes.

Nel testo scritto per il giornale diretto da Flebuccio De Bortoli, il SuperMario varesotto si guarda bene dal polemizzare con quell\'altro tecnico prestato alla politica che si chiama Giulietto Tremonti; anzi lo invoca affinché si realizzi quella rivoluzione liberale che Berlusconi ha promesso dal 1994.

MARIOMARIO MONTI

A suo avviso non si può indugiare oltre nel \"Piano nazionale di riforme\", i tempi sono brevi e tutti i ministri economici dovrebbero metterci mano al più presto \"naturalmente con l\'indirizzo e la guida del presidente del Consiglio, giorno e notte\". Quel \"giorno e notte\" buttato lì alla fine dell\'articolo fa parte dello humour inglese che Monti indossa fin da quando ha studiato in America all\'università di Yale accanto al premio Nobel, James Tobin.

E anche ieri sera ha dato un\'altra dimostrazione di sottile e intelligente ironia quando il giornalista-stratega Paolino Mieli ha cercato in tutti i modi di indicarlo come l\'uomo giusto per la successione al \"malato\" di Palazzo Chigi. Per Paolino la borghesia produttiva, la Chiesa e molti altri ambienti provano un profondo disagio nei confronti di questa politica dove si parla della casa di Montecarlo e dei festini rosa, e alla domanda della colorita Gruber su chi potrebbe finire a Palazzo Chigi per rappresentare le classi dirigenti insofferenti al declino, Mieli ha detto: \"a parte Monti non vedo altri candidati\".

PAOLOPAOLO MIELI - copyright Pizzi

Poi l\'ex-direttore del \"Corriere della Sera\" ha voluto dare a questa dichiarazione un contenuto scherzoso e ha precisato di non credere a governi tecnici, ma soltanto a personalità in grado di avere un largo consenso trasversale. A questo punto Monti ha cominciato a schernirsi come le suore quando sentono le barzellette di bunga-bunga, e ha ricordato che già nel \'94 Scalfaro gli propose di andare a Palazzo Chigi, ma Berlusconi si mise di traverso e saltò fuori la soluzione Lamberto Dini.

Tanto pudore non gli è bastato perché Paolino Mieli ha continuato a insistere dicendo che se Napolitano chiedesse un sacrificio così grande al professore della Bocconi (la madre di tutti i sapientoni) SuperMario potrebbe accettare l\'incarico \"solo se legittimato dal popolo\".

tremontitremonti

È chiaro come il sole che questa ipotesi non si realizzerà mai, e Monti apparentemente imbarazzato ma compiaciuto, ha messo fine alla proiezione della pellicola invitando Mieli \"ad applicare la sua immaginazione a altri scenari\".

Per il giornalista e storico milanese che nel marzo 2006 sponsorizzò Prodi poi si innamorò di Veltroni, sarà molto difficile mortificare la sua fantasia di politologo che tesse le sue ragnatele. Ma sono gli stessi candidati al supplizio che temono il bacio in fronte.

2 - A NAPOLI SI CHIEDONO PERCHÉ È RICICCIATO A CAPRI ANTONIO D\'AMATO.
Se non ci fosse stata la Marcegaglia con il suo scatto d\'orgoglio, il Convegno di Capri dei Giovani imprenditori di Confindustria sarebbe da archiviare nel silenzio.
Anche le fidanzatine e le amanti che hanno accompagnato i piccoli industriali al meeting del Quisisana, sono rimaste deluse dal livello modesto di questa kermesse che dopo 25 anni mostra la corda.

LambertoLamberto Dini

L\'incontro è stato sottotono e del tutto insignificanti sono apparsi i discorsi di Maria Stellina Gelmini, di Schifani e di Massimo Sarmi, che ha sfruttato il palcoscenico per affermare ancora una volta la sua fedeltà a Giulietto Tremonti nel progetto della Banca del Sud. Così, mentre Federica Guidi nelle 20 pagine del suo intervento si è completamente dimenticata di parlare del Mezzogiorno, la Marcegaglia (priva dell\'uomo-ombra Arpisella) ha sparato contro la politica che passa i mesi sui gossip e i dossier. L\'unica novità da segnalare è la riapparizione dopo sei anni di assenza dal palcoscenico confindustriale di Antonio D\'Amato, l\'imprenditore napoletano del packaging.

scalfaroscalfaro

Nella platea del Quisisana erano forse pochi i Giovani che ricordavano le sue battaglie sull\'Articolo 18 quando tra il 2000 e il 2004 fu scelto come presidente di Confindustria. Quella designazione rappresentò la sconfitta del candidato della Fiat Carlo Callieri, e fu una novità perché per la prima volta un uomo del Sud saliva a viale dell\'Astronomia. E pochi probabilmente si sono ricordati che durante la sua gestione una parte determinante fu giocata dalla moglie Marilù Faraone Mennella che dentro Confindustria spadroneggiava a colpi di gomito. Oggi Marilù si dedica a progetti di natura finanziaria (l\'ultimo si chiama NaplEst) per mettere in rete con investimenti privati le imprese di Napoli e della Campania.

Sul palco del Quisisana il 53enne D\'Amato non ha voluto ricordare l\'aprile 2008 quando Berlusconi durante una trasmissione di \"Porta a Porta\" gli promise solennemente di fare il ministro, ma nei confronti del Cavaliere birichino ha lanciato un grido di dolore ricordando con un po\' di nostalgia che \"quel Berlusconi aveva voglia di cambiare l\'Italia e di passare alla storia, adesso ho capito che non passerà alla storia e non ha più voglia di cambiare l\'Italia\".

WALTERWALTER E FLAVIA VELTRONI

Ai giornalisti che gli hanno chiesto se ha intenzione di scendere in politica, l\'industriale del packaging ha detto che sarebbe bene far salire la politica visto il livello a cui è scesa, poi ha dato una botta a chi sceglie i deputati in Parlamento \"in funzione della lunghezza delle gambe, del fascino delle candidate o della fedeltà politica\".

Adesso a Napoli si chiedono perché D\'Amato abbia voluto tornare alla ribalta. Di sicuro gli va stretta la candidatura dell\'altro imprenditore partenopeo, Giovanni Lettieri, che con l\'aiuto di Luchino punta a diventare sindaco. Tra i due non corre buon sangue e l\'ex-presidente di Confindustria non accetta di essere dimenticato.

ProdiProdi corre 2

3 - PRIMA DEL PIANO INDUSTRIALE DI PERRICONE PARE CHE QUALCHE MANAGER RCS VOGLIA METTERSI AL COPERTO
Tra otto giorni Antonello Perricone, l\'amministratore delegato del Gruppo Rcs, si presenterà davanti agli azionisti per l\'approvazione della trimestrale.
In questa occasione l\'ex-commercialista di Palermo che dal settembre 2006 guida la corazzata milanese dell\'editoria, dovrà presentare il Piano industriale e dare tranquillità al salottino dei poteri forti che uniti in un patto di sindacato controllano il 63,4% del Gruppo.

Qualcosa fa sospettare che in vista di questo appuntamento ci sia una certa tensione ai piani alti di Rcs. Non sembra infatti normale che vengano anticipati dati \"sensibili\" sull\'andamento della pubblicità perché secondo una lunga tradizione queste informazioni vengono esposte in Consiglio da chi ha la responsabilità più alta.

MARIAMARIA STELLA GELMINI

Non sembra pensarla così Raimondo Zanaboni, il 52enne manager milanese che dopo varie esperienze in altre case editrici dal gennaio 2008 è diventato amministratore delegato di Rcs Pubblicità. In alcune dichiarazioni dei giorni scorsi ha parlato di un momento molto buono per la raccolta pubblicitaria che ha dato risultati positivi nei primi nove mesi del 2010. \"Stiamo migliorando le nostre quote di mercato in tutti i segmenti - ha detto Zanaboni - e comunque andiamo meglio della media del mercato\", e ha aggiunto che se i periodici in genere sono ancora a -9% per i grandi editori l\'orizzonte sta migliorando.

RENATORENATO SCHIFANI

A suo avviso sta dando grandi soddisfazioni l\'andamento dell\'online che registra una crescita tripla rispetto al mercato, e in questa direzione - sempre secondo Zanaboni - Rcs pubblicità ha conquistato il primato.

Un\'altra grande soddisfazione arriva dalla \"Gazzetta dello Sport\" e dalle sinergie del quotidiano con il sito internet, che nei primi dieci mesi di quest\'anno ha avuto una raccolta in crescita del 20%. A queste performances bisogna aggiungere quella di \"IoDonna\" con un fatturato pubblicitario in crescita del 10% e il buon andamento di \"Sette\" e \"Max\", entrambi rilanciati alla fine del 2009.

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Di fronte a questo quadro dovrebbero cadere le voci sull\'intenzione di cedere alcune testate alla rivale Mondadori e di eliminare l\'ipotesi di uno spezzatino che secondo alcuni analisti avrebbe portato nelle casse di Rcs almeno 500 milioni.
Sullo sfondo resta la sensazione che prima del Piano Industriale di Perricone qualche manager voglia mettersi al coperto.

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