1- LA VORAGINE APERTASI NELLA “FABBRICA” DI VIA SOLFERINO (UN MILIARDO DI EURO DI DEBITI ) FA PAURA ANCHE A MEDIOBANCA PRIMO AZIONISTA NEL PATTO-CORRIERE DELLA SERA - 2- ENTRO GIUGNO NAGEL&PAGLIARO DOVRANNO METTERE UNA PEZZA (QUALE?) AI DANNI FATTI CON L’ACQUSIZIONE FALLIMENTARE NEL 2007 DEL GRUPPO SPAGNOLO RECOLETOS - 3- UN’OPERAZIONE DAI RISVOLTI OPACHI E CON QUALCHE CONFLITTO D’INTERESSE IN CUI A GUADAGNARE, OLTRE ALLA STESSA MEDIOBANCA E ALL’EX LAZARD GERARDO BRAGGIOTTI, SONO STATI GLI SPAGNOLI BOTIN (SANTANDER, GENERALI E SPONSOR MILIONARIO DELLA FERRARI) E IL SUO PARENTE JAIME CASTELLANOS (350 MILIONI DI PLUSVALENZE) - 4- SI SPACCA IL FRONTE SINDACALE DOPO L’ANNUNCIO CHE LA “GAZZA” VA A CRESCENZAGO - 5- A FINMECCANICA GIRANO SOLO LE “PALE” DEL NUMERO DUE ALESSANDRO PANSA IN ATTESA DI UNA NUOVA BUFERA GIUDIZIARIA TEMUTA MURA DAL VICE MINISTRO VITTORIO GRILLI - 6- ALL’ATENEO OPUS DI TORRESCALLA, IL NUOVO CAPO DELLA COMUNICAZIONE FEN-OPUS (DEI) ERA COMPAGNO DI STUDI DI GIAN DAVIDE ORSI, IL FIGLIO DELL’AD DI FINMECCANICA

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DAGOREPORT

Sede del Corriere della Sera in via SolferinoSede del Corriere della Sera in via Solferino

1. MEDIOBANCA E IL "BUCO" DELL'RCS-CORRIERE
Di qui al prossimo giugno (assemblea degli azionisti) il futuro del "Corriere della Sera" si gioca sul filo del rasoio tra via Solferino e piazzetta Cuccia.
Dice un banchiere di lungo corso: "Una volta concluso, sia pure all'italiana, il salvataggio della famiglia Ligresti - con l'arrivo del cavaliere rosso dell'Unipol a espugnare Sai-Fondiaria -, il dossier più scottante sui tavoli di Mediobanca riguarda ora il salvataggio dell'Rcs".
Cioè, della società editoriale di cui la banca d'affari di piazzetta Cuccia è il primo azionista nel patto di sindacato.

ALBERTO NAGELALBERTO NAGEL

- AAA CERCACI COMPRATORI PER LA FABBRICA SOLFERINO.
E aggiunge: "Neppure la vendita degli immobili in zona Brera (via San Marco), tra l'altro sotto ipoteca - sempre se ci siano dei compratori reali e non le solite banche creditrici (sedute nel consiglio d'amministrazione dell'Rcs) -, potrebbe coprire mai il miliardo di euro di perdite accumulato dal gruppo editoriale tra la Spagna e l'Italia".

Per osservare poi, scettico sul futuro del gruppo: "Un buco ben più largo di quello del San Raffaele di Don Verzè di cui si è fatto carico proprio l'azionista di maggioranza dell'Rcs, il re delle cliniche lombarde, Ettore Rotelli. E i gioielli di famiglia del gruppo, a parte il valore (ipotetico) della testata Corriere, rappresentano ben poca cosa rispetto ai debiti.

de bortolide bortoli

O, comunque, come poco appetibili come Flammarion a causa della crisi dell'editoria. Per non parlare dei bouquet di settimanali come il Mondo, Salute, Astra che non si piazzano nemmeno a costo zero. Anche la Domus editoriale interpellata recentemente dal gruppo a dichiarato di non essere interessata a una trattativa".

E sulla "fabbrica" di via Solferino, è ricordato, dopo gli "interventi di riqualificazione" dell'arch. Vittorio Gregotti (a lungo anche consigliere di amministrazione dell'Rcs) è "gravata", c'è un'ipoteca di "primo grado", ridottasi attualmente a 35 milioni di euro. A fronte di un mutuo originario di oltre 71 milioni.

Antonello PerriconeAntonello Perricone

...E INTANTO SI ROMPE IL FRONTE SINDACALE INTERNO.
In attesa dell'assemblea di mezz'estate del patto di sindacato con cui i Poteri marci governano (si fa per dire) l'azienda, in via Solferino perde pezzi il fronte sindacale (giornalisti e poligrafici) che si oppone al trasferimento della "Gazzetta dello Sport" dalla sede storica a via Rizzoli (zona Crescenzago).

L'ultimo comunicato dell'Rsu (poligrafici) e del comitato di redazione della Rosea, non è stato sottoscritto dai giornalisti del Corrierone, che hanno avuto (ri)assicurazione dal direttore, Flebuccio del Bortoli, che il quotidiano non lascerà la sede storica.
Edificio realizzato nel 1904 dall'architetto, Luca Beltrami, e sottoposto a vincolo urbanistico da parte delle autorità amministrative locali. Dunque, poco appetibile sotto il profilo dell'uso immobiliare.

VITTORIO GREGOTTIVITTORIO GREGOTTI

SOLDI PUBBLICI E RICCHI BONUS AL MANAGEMENT.
Resta tuttavia il giudizio del Cdr-Corriere, pesante e non "nebuloso" (apparso il 27 gennaio sul quotidiano), sulla "gestione dissennata e fallimentare" da parte del management e degli azionisti.
Documento poco gradito dagli azionisti chiamati pesantemente in causa. E di ciò si sono lamentati con la direzione.
Una gestione che fa acqua da tutte le parti.

A cominciare dall'acquisizione-flop della spagnola Recoletas. Nel documento sindacale, con buona pace dei Gabibbo dalla virgola accigliata Stella&Rizzo, veniva anche sottolineato come: "negli ultimi due anni mentre con una mano l'azienda ha chiesto (e chiede) soldi pubblici tramite stati di crisi e ristrutturazioni subentranti, con l'altra assegnava ad azionisti e vertici manageriali ricchi dividendi e premi milionari".

5 MILIONI DI EURO ANNUI PER IL "SOVIET" RCS.
Nonostante qualche piccola sforbiciata il costo del "Soviet" dei Poteri Marci che governa l'Rcs (amministratori delegati, consiglieri, collegio sindacale etc) continua a superare i 5 milioni di euro.
Alla faccia, per dirla con Totò, dei sacrifici imposti a tutti gli altri inquilini della "fabbrica" Solferino.

RECOLETOSRECOLETOS

EL MUNDO (CANE) ALLA RECOLETAS DEI CONTI.
"L'acquisizione di un gruppo di prestigio come Recoletas configura un progetto di grande rilevanza", dichiarava giulivo il presidente dell'Rcs, Piergaetano Marchetti, al momento concludere quello che si rivelerà, alla fine, un fallimento per l'ex Rizzoli (aprile 2007).
Un'acquisizione, realizzata attraverso la controllata spagnola El Mundo, costata oltre un miliardo di euro.

Un'operazione che la finanza spagnola giudicava sin dall'inizio a dir poco spregiudicata.
Già, perché nel giro di un solo anno la Banesta, guidata da Jaime Castellano, cedeva all'Rcs il gruppo Recoletas che aveva appena acquistato, attraverso un'Opa, dal gruppo inglese Pearson.

PIERGAETANO MARCHETTI resizePIERGAETANO MARCHETTI resize

IL BEL CASTELLANOS BRINDA ALLA FACCIA DELL'RCS.
Così nel giro di pochi mesi il bel Castellanos si sbarazzava di Recoletas, acquisita per 900 milioni di euro, rifilandola all'Rcs per 1,100 milioni.
Almeno per i venditori spagnoli, Recoletas è stata, come ha scritto Gaia Cacciavillani su "Finanza e Mercati", un "buon affare" e Castellanos poteva brindare a una plusvalenza che, il quotidiano catalano El Confidecial ha stimato in 350 milioni di euro.
Una manna, insomma.

Non soltanto per Jaime Castellanos. Ai tempi presidente della Recoletas. Ma anche per gli advisor dell'operazione "El Mundo cane": Mediobanca (prima azionista del patto Rcs) e Banca Leonardo di Gerardo Bragiotti (ex Lazard).
Nell'arena spagnola l'unica vittima della toreata dei manole(s)te della finanza è stato allora il povero toro incornato (Corrierone).

MEDIOBANCA, GENERALI, LAZARD E IL TORO CORRIERE.
Un'operazione che presenta forse qualche "opacità" e alcune (strane) coincidenze.
Dal ruolo avuto da Mediobanca di Nagel&Pagliaro, che da onesti e bravi azionisti dell'Rcs forse avrebbe dovuto controllare meglio sulla congruità dell'affare (sic) spagnolo. Tutelando al meglio l'acquirente (l'Rcs di cui sono i principali azionisti nel patto di sindacato).
Un'acquisizione, invece, contrastata dall'ex ad di Rcs, Vittorio Colao, che di lì a poco sarebbe stato costretto alle dimissioni (milionarie).

ANA BOTINANA BOTIN

BOTIN, DONNA ANA E I MIRACOLI DI SANTANDER.
Il passaggio di Recoletas all'Rcs ancora una volta porta alla luce come anche il nefasto conflitto d'interessi sia vasto, ramificato (e a volte a variante familiare).
La figura finanziaria di Jaime Castellanos, numero uno di Lazard a Madrid ed ex partner di Bragiotti nella banca d'affari francese, s'incrocia con quella di Emilio Botin, con cui è imparentato.
La figlia del presidente del Santander, Ana Patricia Botin, fino all'aprile del 2011 sedeva nel consiglio delle Generali (altro azionista di riferimento dell'Rcs). E ancora.

LA FERRARI E GLI INCROCI PERICOLOSI BOTIN-RCS.
La banca dei Botin, il Santander, è sponsor della Ferrari-Fiat (50 milioni alla casa di Maranello).
Cioè di un altro "pattista" forte dell'holding di via Solferino.
Per carità si tratta soltanto di uno spaccato economico-finanziario che tuttavia sembra riflettere qualche ombra sugli intrecci tra i compratori italiani di Recolates (Rcs) e i venditori spagnoli.
Cioè i Botin e i suoi cari.
Famiglia che in Spagna è sospettata dalla Corte nazionale spagnola di frode fiscale per alcuni conti detenuti in Svizzera dal patron del banco Santander.

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2. GIRANO SOLO LE PALE DI PANSA IN FINMECCANICA.
Da qualche settimana la copertina dell'"Espresso" con un nugolo di elicotteri che ronza minaccioso sulla testa del governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ha fatto perdere il sonno all'ing. Giuseppe Orsi.
Dopo l'uscita di Guarguaglini sembrava che Finmeccanica, investita da alcune inchieste giudiziarie su presunti scandali (tangenti) potesse presto tornare alla "normalità".
La realtà sembra essere però ben diversa.

Lo stesso numero due dell'azienda, Alessandro Pansa, sembra trovarsi "a disagio" con il nuovo amministratore. Soprattutto nell'ipotesi, da molti temuta e da altri data addirittura per scontata, di dover gestire una nuova emergenza politico-giudiziaria.

Giuseppe OrsiGiuseppe Orsi

UN DOSSIER "CALDO" PER IL VICE MINISTRO GRILLI.
Ma al riparo da possibili sortite giornalistiche, anche il vice ministro all'Economia, Vittorio Grilli, sta seguendo con "attenzione e preoccupazione" le vicende extra aziendali che riguardano la multinazionale di cui il Tesoro è l'azionista di maggioranza.
Così sembrano confermate le voci che in vista dell'assemblea di aprile si potrebbe assistere in via Montegrappa a un nuovo "ribaltone" interno.

MALUMORI PER LA NOMINA DI FEN-OPUS AI MEDIA.
Anche la scelta di affidare la comunicazione del gruppo a Carlo Maria Fenu, professionista adepto dell'Opus Dei, ha fatto storcere il naso al management di via Montegrappa.
Ancora una volta sarebbe stata "mortificata" la dirigenza interna attraverso la nomina di un "esterno", sia pure dal curriculum rispettabile.
Già c'era stato un piccolo strappo quando l'ing. Orsi aveva richiamato a collaborare con Finmeccanica la vecchia gloria Sasà Toriello, che ormai via web si occupa a tempo pieno di cucina napoletana.

Alessandro PansaAlessandro Pansa

FENU E IL FIGLIO DI ORSI COMPAGNI A TORRESCALIA.
Molto rumore in via Montegrappa (e fuori) ha fatto purelo spuntino-rivelazione di Dagospia in cui si ricordava il rapporto tra Fenu e il Collegio universitario dell'Opus Dei Torrescalia.
Ateneo, quando si dicono le coincidenze, il cui ultimo anno accademico (novembre 2011) è stato inaugurato proprio dall'ing. Giuseppe Orsi.
Nulla da eccepire, ovviamente.

QUOTIDIANI DEL GRUPPO RCSQUOTIDIANI DEL GRUPPO RCS

Nel corso degli anni accademici all'ottimo collegio Torrescalia si sono "esibiti", tra gli altri, Corrado Passera, Alessandro Profumo e Paolo Scaroni.
Ma le concomitanze non si fermano qui.
Negli anni Novanta a Torrescalia il rampante Carlo Maria Fen-Opus è stato amico e compagno di studi di Gian Davide Orsi.
Sì, il figliolo dell'attuale amministratore delegato di Finmeccannica. Definito dai professori e dai suoi ex studenti "un ottimo ragazzo".

 

 

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