1- MONTEZEMOLO ATTACCA AI BINARI MORETTI, REO DI ALLUNGARE I TEMPI PER LA PARTENZA DELLA NTV. QUEST’ULTIMA DISPONE GIÀ DEI NUOVI TRENI AD ALTA VELOCITÀ ALSTOM MENTRE MORETTI DOVRÀ ASPETTARE FINO ALLA FINE DEL 2012 PRIMA DI VEDER CORRERE SUI BINARI I 25 CONVOGLI SUPERVELOCI PRODOTTI DA ANSALDO-BOMBARDIER - (MA NON SARÀ CERTO BERLUSCONI A DARE UNA MANO A CHI VORREBBE MANDARLO IN PENSIONE) - 2- I BARBARI PADANI HANNO CAPITO DA TEMPO CHE LE ASL E LE AZIENDE OSPEDALIERE RAPPRESENTANO NON SOLTANTO LA PRIMA FABBRICA DI POLTRONE E DI POSTI DI LAVORO, MA ANCHE UNO STRUMENTO FORMIDABILE PER IL FINANZIAMENTO DEI PARTITI - 3- CASTELLUCCI VORREBBE LASCIARE LA CUCCAGNA DI AUTOSTRADE PER POSTE ITALIANE - 4 - DIANA BRACCO DIMOSTRA ANCORA UNA VOLTA DI AVERE UN’ANIMA “MANIFATTURIERA” - 5- GIULIETTO TREMONTI È IL PIÙ SODDISFATTO PER L’EVENTUALE SLITTAMENTO DELLE ELEZIONI

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1 - DIETRO LA GUERRA MORETTI-MONTEZEMOLO
Gli uscieri del palazzo-obitorio delle Ferrovie dello Stato aspettano in rispettoso silenzio la risposta di Mauro Moretti al pesante attacco di Luchino di Montezemolo.

ALCUNIALCUNI DEI SOCI DEL GRUPPO NTV - TRA I QUALI DELLA VALLE, PASSERA, MONTEZEMOLO

Dopo un consiglio di amministrazione straordinario di Ntv, la società che dal prossimo anno dovrebbe fare concorrenza sull\'Alta Velocità, il presidente della Ferrari è partito lancia in resta contro l\'ex-sindacalista Cgil di Rimini accusato di praticare un vero e proprio ostruzionismo nei confronti dell\'azienda messa in piedi con l\'aiuto dello scarparo Dieguito Della Valle e con i soldi della banca di Corradino Passera.

Oggi il \"ragazzo dei Parioli\" entrerà con l\'aria scura e i capelli al vento nell\'ufficio del ministro dei Trasporti Altero Matteoli che si trova a pochi passi dal palazzo-obitorio delle Ferrovie, e sul tavolo del politico maremmano rovescerà il dossier che accusa Moretti di ricorrere a ogni stratagemma pur di mettere i bastoni nelle rotaie di Ntv.

MauroMauro Moretti capotreno

Gli uscieri seguono da mesi la guerra tra le due società e hanno spiegato a Dagospia le ragioni del contenzioso. In pratica a Luchino & Company è stata negata negli ultimi mesi la disponibilità della rete ferroviaria per realizzare una parte dei test di velocità già programmati. Inoltre è stata negata la possibilità di utilizzare una delle tante aree a disposizione delle Ferrovie per un centro di assistenza, rifornimento e manutenzione dei nuovi treni.

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Eppure Rfi, la società che gestisce la rete per conto di Ferrovie, ha già concesso ad operatori dei treni merci la disponibilità di aree idonee a questi compiti; non si capisce quindi perché non dovrebbe fare altrettanto nei confronti di Ntv. Da qui la richiesta di Luchino e dei suoi compagni di cordata di staccare l\'infrastruttura della rete (sottoposta al controllo del ministero dei Trasporti) dalle Ferrovie (controllate al 100% dal Tesoro). Questa soluzione sarebbe in linea con quella che ha portato alla separazione dall\'Enel della rete elettrica attraverso la creazione di Terna, la società quotata in Borsa e guidata da Flavio Cattaneo.

Gli uscieri del palazzo-obitorio non credono che Luchino diventi in tempi brevi il salvatore della patria e pensano che lunedì quando parlerà al convegno di \"ItaliaFutura\" un largo spazio sarà dedicato al capitolo delle liberalizzazioni. Al tempo stesso gli uscieri stentano a capire perché l\'ex-sindacalista Cgil Moretti, che pochi giorni fa ha accusato Luchino di essere prigioniero di una cultura veteromarxista, si prepari a rispondere in modo pesante all\'attacco dell\'ex-presidente della Fiat.

FlavioFlavio Cattaneo

La logica vorrebbe infatti che sui problemi della rete parlasse Michele Elia, l\'ingegnere pugliese che nel settembre 2006 occupa la poltrona di amministratore delegato di Rfi. Resta il fatto che la reazione violenta di Montezemolo e dei soci nasce soprattutto dalla sensazione che l\'ingegnere di Rimini voglia allungare i tempi per la partenza della nuova avventura ferroviaria della cordata concorrente. Quest\'ultima dispone già dei nuovi treni ad Alta Velocità prodotti dai francesi di Alstom mentre Moretti dovrà aspettare fino alla fine del 2012 prima di veder correre sui binari i 25 convogli superveloci prodotti dal consorzio Ansaldo Bombardier.

Lo scontro tra il liberista Luchino e il monopolista Moretti è esploso alla luce del sole, ma non sarà certo Berlusconi a dare una mano all\'uomo che, secondo sondaggi troppo generosi, vorrebbe mandarlo in pensione.

MicheleMichele Mario Elia

2 - IL CAVALIERE, TERRORIZZATO DALL\'IDEA CHE NAPOLITANO POSSA DAR VITA A UN GOVERNO TECNICO, STA PORTANDO AVANTI CON L\'AMICO UMBERTO UN VERO E PROPRIO BARATTO
Per i molti romani e italiani che conservano un certo senso del pudore, la sceneggiata di ieri davanti a Montecitorio con la polenta e la pajata è stata un episodio semplicemente ignobile.

Mentre Bossi e il sindaco dalle scarpe ortopediche, Gianni Alemanno, si ingozzavano con l\'aiuto della massaia Polverini, a Palazzo Chigi preparavano un piattino sostanzioso in grado di soddisfare gli appetiti federalisti dei \"barbari\" padani.

UNUN RIGATONE PER BOSSI DALLA POLVERINI

Il Cavaliere, terrorizzato dall\'idea che Napolitano possa dar vita a un governo tecnico, sta portando avanti con l\'amico Umberto un vero e proprio baratto. In cambio della temporanea rinuncia al voto in tempi brevi, il premier porta al consiglio dei ministri di oggi i provvedimenti che riguardano il fisco regionale e il settore della sanità.

Ed è proprio sulla sanità che la Lega ha messo gli occhi per portare a casa bocconi di potere ben più sostanziosi dei rigatoni alla pajata della Polverini. I barbari padani hanno capito da tempo che le Asl e le aziende ospedaliere rappresentano non soltanto la prima fabbrica di poltrone e di posti di lavoro, ma anche uno strumento formidabile per il finanziamento dei partiti.

BossiBossi in canottiera con Francesca Martini Luciano Bresciani e Luca Coletto

Nel sistema sanitario gli incarichi nelle strutture della sanità hanno durata triennale e in molte regioni le scadenze arriveranno presto. La Lombardia sarà tra le prime a ribaltare le cariche perché a fine anno terminerà il mandato dei 45 direttori sanitari che operano nelle aziende ospedaliere della Regione dove si spendono 17 miliardi di euro all\'anno (l\'80% del bilancio dell\'intera Regione governata dal casto Formigoni).

All\'inizio del 2008 la Lega aveva le mani in pasta dentro 11 delle 45 Asl e aziende lombarde, mentre il Pdl ne governava 32 e l\'Udc e il Pd solo una per ciascuno. Secondo gli ultimi accordi stipulati dietro le quinte, il Bossi della finta pajata raddoppierà la sua presenza perché si è già assicurato a partire dal 2011 almeno 20 direttori generali.

A preparare il terreno per questa operazione sta provvedendo Luciano Bresciani, l\'assessore alla Sanità della Regione, medico personale del leader del Carroccio.

GiovanniGiovanni Castellucci

3 - TRAPELA LA VOCE CHE GIOVANNI CASTELLUCCI VORREBBE LASCIARE LA VACCA GRASSA DI AUTOSTRADE PER POSTE ITALIANE
È abbastanza naturale che dopo cinque anni un manager a capo di una grande azienda senta la voglia di nuove esperienze.

E questo pare che sia lo stato d\'animo di Giovanni Castellucci, l\'ingegnere di Senigallia, classe 1959, che nel 2006 ha sostituito don Vito Gamberale alla guida di Autostrade. Dopo un master alla Bocconi, la madre di tutti i sapientoni, il pallido Castellucci è entrato in Boston Consulting, poi nel 2000 è diventato amministratore delegato di Barilla, ma l\'anno dopo è stato folgorato sulla strada di Ponzano Veneto dove regna la famiglia Benetton (proprietaria al 100% di Autostrade, oggi Atlantia spa).

MASSIMOMASSIMO SARMI - copyright Pizzi

In via Bergamini, dove ha sede la direzione della società, si dice che sia un uomo duro e sprezzante. I collaboratori delle prime linee sono terrorizzati dal suo decisionismo che non appare mai all\'esterno perché è un uomo senza immagine. Adesso trapela la voce che vorrebbe lasciare la vacca grassa di Autostrade per Poste Italiane, l\'azienda guidata da Massimo Sarmi, il manager dalle orecchie generose.

4 - LA BRACCO HA DIMOSTRATO ANCORA UNA VOLTA DI AVERE UN\'ANIMA \"MANIFATTURIERA\"
Diana Bracco, la sciura della chimica, è indifferente alle battaglie della Moratti e di Formigoni per l\'Expo 2015.

DIANADIANA BRACCO

In Confindustria, dove ha ricoperto la carica di presidente di Federchimica, conserva la delega per il grande evento milanese, ma preferisce dedicare la sua attenzione al tema della ricerca e dell\'innovazione. Così all\'inizio della settimana è stata la protagonista dell\'Ottava Giornata dell\'Innovazione che si è svolta a viale dell\'Astronomia.

Chi ha assistito ai lavori ha percepito la fiacchezza di questa iniziativa rituale dove, ancora una volta, è intervenuta Maria Stella Gelmini, la ministra che per la Marcegaglia è diventata un riferimento politico. Ad alzare il livello della Giornata doveva contribuire anche la partecipazione del Commissario europeo Antonio Tajani e della donna che a Bruxelles si batte per rilanciare l\'innovazione a livello europeo. Costei è un\'irlandese di 60 anni, con due figli, che si chiama Maire Geoghegan, e ha una mole così massiccia da competere con la Bracco.

bossibossi e tremonti

Ciò che più ha sorpreso gli imprenditori presenti è la differenza di linguaggio tra le due signore perché mentre l\'imponente commissario irlandese ha insistito sulla necessità di investire per la ricerca e l\'innovazione nel settore dei servizi, la Bracco ha dimostrato ancora una volta di avere un\'anima \"manifatturiera\". In questo ha trovato il pieno appoggio di Giorgio Squinzi, l\'attuale presidente di Federchimica che sembra non aver capito assolutamente nulla del programma varato ieri a Bruxelles \"Innovation Europe\".

5 - GIULIETTO E\' CONTENTO
Avviso ai naviganti: \"Si avvisano si signori naviganti che Giulietto Tremonti è il più soddisfatto per l\'eventuale slittamento delle elezioni.

Di fronte a questa eventualità l\'ex-tributarista di Sondrio può recuperare un suo spazio politico dopo essere stato schiacciato come una noce dalle mosse del Cavaliere e dei suoi amici-nemici della Lega. Inoltre ha la possibilità di gestire in primavera il rinnovo delle cariche per i vertici delle grandi aziende pubbliche, una partita che rischiava di essere compromessa dal confronto elettorale\".

 

 

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