Marco Lillo per \"il Fatto quotidiano\"
Finalmente si discute a carte scoperte. L\'accordo tra la Tod\'s e il Ministero dei Beni Culturali per il restauro del Colosseo, a oltre due mesi dalla firma, è pubblico. Grazie al Fatto Quotidiano che ha dato notizia domenica dei suoi contenuti e poi ieri ne ha pubblicato il testo integrale (prima che le agenzie lo rilanciassero ore dopo, senza citare la fonte) tutti possono giudicare da soli la portata e il significato della convenzione.
Le mani di Della Valle sul colosseoIl contratto è stato firmato il 21 gennaio scorso da Diego Della Valle, in qualità di presidente di Tod\'s, dall\'architetto Roberto Cecchi, in qualità di commissario delegato per l\'area archeologica di Roma e da Anna Maria Moretti, in qualità di soprintendente speciale.
Diego Della Valle si impegna a erogare 25 milioni di euro per finanziare i lavori di restauro prestando una fideiussione all\'avvio di ogni lotto.
L\'impegno finanziario di Tod\'s sarà spalmato lungo la durata dei lavori mentre i diritti di esclusiva decorrono da subito. Tra questi c\'è anche il diritto \"concesso a Tod\'s dall\'articolo 4 comma 2: \"lo sponsor avrà diritto \"di accesso al Colosseo per gruppi di persone\". Se Diego Della Valle vuole entrare nel Colosseo con un gruppo di partner americani o russi in gita a Roma può farlo \"con modalità da concordarsi preventivamente con la soprintendenza e senza interferire con il naturale svolgimento delle attività in essere al Colosseo, come le visite del pubblico\".
Diego Della Valle e Gianni LettaInsomma, Della Valle, pur disponendo di fatto delle chiavi del Colosseo, non dovrà escludere dal godimento chi ha pagato il biglietto. Nè i suoi ospiti, magari presi dalla foga di imitare il gladiatore potranno inoltrarsi, a norma di accordo \"in ambienti in cui non sia garantita la sicurezza\".
Una parte dell\'investimento dello sponsor, pari a 2,5 milioni di euro, sarà usato per costruire un centro servizi sul quale la società che finanzia il restauro potrà pubblicizzare il marchio Tod\'s. Un ruolo centrale è riservato all\'associazione senza fini di lucro degli \"amici del Colosseo\", da costituirsi da parte di Tod\'s e nella quale potranno entrare tutti i soggetti che vogliono sostenere il restauro, salvo il beneplacito di Tod\'s.
L\'associazione potrà \"realizzare una struttura temporanea e/o allestire una struttura fissa per l\'accoglienza dei sostenitori dell\'Associazione\". Il centro sarà \"ubicato nelle immediate vicinanze del Colosseo\" e \"potrà fregiarsi e utilizzare la denominazione e i segni distintivi dello sponsor\". Il centro sarà \"allestito per tutta la durata dei lavori di restauro e per i successivi due anni\".
DELLA VALLE-COLOSSEOL\'altro punto delicato dell\'accordo sono le clausole di esclusiva che limitano i poteri del Commissario, che non potrà \"concedere a terzi il diritto di associare a fini promo-pubblicitari la propria immagine e/o i propri segni distintivi al Colosseo e/o ai lavori di restauro del Colosseo di cui al piano degli interventi\".
Proprio in ottemperanza a questa clausola, come Il Fatto ha raccontato domenica, è saltata la serata Volkswagen per il lancio del nuovo modello della casa tedesca. Ieri - dopo le polemiche politiche suscitate dal nostro articolo - il sindaco Alemanno ha ribadito i vantaggi per la città: \"Noi non regaliamo il Colosseo a nessuno. Continuare a mantenerlo così è una vergogna di fronte all\'umanità\".
DELLA VALLE-COLOSSEONell\'accordo si prevede che Tod\'s abbia il diritto di \"pubblicizzare, anche in abbinamento a prodotti e/o marchi dello sponsor, l\'erogazione del proprio contributo per la realizzazione dei lavori di restauro del Colosseo\". I diritti concessi \"si intendono esercitabili sia in Italia che all\'estero\" e avranno \"una durata di quindici anni a partire dalla data di costituzione dell\'Associazione, eventualmente prorogabili\". È probabile che Tod\'s quindi promuova, legittimamente, la sua immagine anche nei negozi di New York o Tokyo facendo riferimento al suo ruolo nel restauro.
PETER GOMEZ MARCO LILLOQuello che invece ieri Tod\'s ha escluso è il puro intento speculativo: \"Nessuna possibilità che il Gruppo Tod\'s utilizzi il monumento a fini pubblicitario-commerciali nè in via esclusiva nè in altro modo\". E, probabilmente con riferimento al caso Volkswagen, mai citato per nome, il gruppo ha precisato nella sua nota: \"Vogliamo solo fare in modo che l\'immagine del Colosseo non sia svilita da interventi di puro stampo commerciale, proprio a evitare che possa capitare di trovare affissa al monumento la gigantografia di un\'automobile\".