E' TEMPO DI SEMESTRALI - CRESCE L’UTILE DI TERNA (+8,2%): PRONTI DIVIDENDI “PIU’ GENEROSI” – ENEL INCASSA PROFITTI DA 1,8 MILIARDI. CINESI ED INDIANI SCOPRONO I FRENI A DISCO E VOLA BREMBO – GIU' L’UTILE DI LEONARDO FINMECCANICA, -8,2%. BENE MEDIOLANUM, +15%, ENI TORNA A VEDERE NERO (1,2 MILIARDI NEL SEMESTRE)

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1. CON I TRALICCI, LA CEDOLA CRESCE DEL 3% ALL’ANNO

Ce.Do. per ‘Il Sole 24 Ore’

 

 

Terna è pronta ad adottare una politica di dividendi «più generosa» e guarda a possibili acquisizioni, non dei «big deal», secondo lo schema già fatto valere per le operazioni messe in cascina nei mesi scorsi, privilegiando business regolati, con un profilo di rischio basso e un limitato assorbimento di capitale. Luigi Ferraris, nuovo numero uno della spa dell’alta tensione, comincia a delineare la sua strategia e, davanti agli analisti, a valle del cda che ieri ha approvato i conti dei primi sei mesi, mette in fila alcune delle mosse future, a partire dalla remunerazione per gli azionisti.

 

terna terna

«Abbiamo una flessibilità finanziaria che ci permetterà di adottare una politica di dividendi più generosa», ha spiegato il top manager, e «c’è margine di crescita con un limitato assorbimento di capitale». La scelta sarà messa nero su bianco, ha chiarito ancora Ferraris, «nel nuovo business plan che elaboreremo nei prossimi mesi. Vediamo margini per alzare l’attuale policy, non posso dare numeri ma possiamo considerare l’attuale dividend policy come “floor” (il piano prevede una crescita annua del 3% della cedola, ndr) e la possibilità di creare ulteriore valore per i nostri azionisti».

Luigi Ferraris Luigi Ferraris

 

L’ad ha poi fornito qualche indicazione, sollecitato dalle domande degli analisti, su possibili nuove acquisizioni. «Terna - ha sottolineato Ferraris - è una sorta di hub del Mediterraneo, uno degli operatori più interconnessi. La migliore geografia sarebbe l’Europa, ma sappiamo che le opportunità sono molto molto limitate». La rotta, dunque, sarà puntata soprattutto su certe aree (leggi America Latina con Brasile e Perù in pole position) che offrono una chiara visibilità in termini di quadro regolatorio e ritorni futuri. In ogni caso, ha precisato, «la grande maggioranza dell’attività della società si svolge «sul mercato nazionale e in particolare su quello regolato, dove implementiamo i nostri investimenti».

 

E, proprio rispetto a quest’ultimo tassello, Ferraris ha fatto capire che la società sfrutterà la sua flessibilità finanziaria anche per accelerare sul capex in modo da investire ulteriormente sulla rete elettrica nazionale. Con uno sguardo alla crescita sempre più importante delle rinnovabili (che, a maggio, hanno raggiunto il livello record di copertura della domanda di elettricità, l’87%) e alla disattivazione della generazione termica, il sistema deve essere rafforzato e puntellato per poter guidare la trasformazione in atto, è il ragionamento del ceo.

 

TERNA2 TERNA2

«Il mercato elettrico italiano cambia molto rapidamente - ha detto Ferraris - e gli investimenti vanno visti come fonte di transizione energetica». Senza contare, ha aggiunto, «che le condizioni meteorologiche estreme richiedono ulteriori investimenti in sostenibilità».

 

Quanto ai numeri, la semestrale di Terna si è chiusa con ricavi in crescita dello 0,7%, a 1,04 miliardi, Ebitda a 794,8 milioni (+2,3%), Ebit a 534 milioni (+4,7%), mentre l’utile netto è pari a 351,3 milioni (+8,2%). La forte generazione di cassa operativa ha poi consentito alla società di ridurre il debito: a fine giugno, l’esposizione si è attestata a 7,94 miliardi, in calo di 17,2 milioni rispetto al dato di fine dicembre.

 

 

2. BENE L’ENEL, MA SUPER BREMBO GRAZIE A CINA E INDIA

Fabio De Ponte per la Stampa

 

Diminuisce l' utile di Leonardo, cresce quello di Enel, vola quello di Terna. È la fotografia dell' Italia delle quotate scattata dalle relazioni semestrali pubblicate ieri.

 

ALESSANDRO PROFUMO ALESSANDRO PROFUMO

LEONARDO, UTILE -8,2%

Aeronautica, elettronica, difesa e sistemi di sicurezza trainano l' ex Finmeccanica, più che compensando la flessione sul comparto degli elicotteri. Così il margine operativo lordo sale del 2,1%, toccando i 482 milioni di euro. I ricavi però sono in calo dell' 1,6% a 5 miliardi e 326 milioni, per via dell' effetto negativo del cambio sterlina/euro. E in netta flessione (-8,2%) è l' utile, a 194 milioni di euro contro i 210 milioni dello stesso periodo del 2016.

 

Quando aveva beneficiato, però, precisa il gruppo, per circa 30 milioni, di oneri finanziari «particolarmente bassi». Per quanto riguarda le prospettive, gli ordini sono pari a 5,06 miliardi di euro contro i 12,8 miliardi del primo semestre 2016, quando i risultati includevano però una maxi commessa da 7,95 miliardi per il Kuwait.

 

ENEL, +3,8%

STARACE ENEL STARACE ENEL

Simmetrica la situazione della società elettrica, che chiude il primo semestre in positivo nonostante una marginalità in calo. L' ebitda va giù del 4,7% per due ragioni: l' uscita di Slovenske elektrarne e il deconsolidamento degli asset confluiti nella collaborazione negli Usa con General Electric. Ma il risultato netto di gruppo sale a 1 miliardo e 847 milioni di euro (+0,7%) e l' utile netto ordinario, quello su cui si calcola il dividendo, cresce a 1 miliardo e 809 milioni (+3,8%).

 

Il segreto, spiega l' amministratore delegato Francesco Starace, è la «diversificazione geografica e tecnologica» nonché «il nostro focus su reti e rinnovabili». I ricavi crescono del 6,3% a 36 miliardi e 315 milioni di euro. Cresce però anche il debito, a 38,8 miliardi «per effetto - spiega la società - delle acquisizioni del periodo, nonché dell' acconto sul dividendo 2016».

BREMBO FRENI DISCO BREMBO FRENI DISCO

 

TERNA, +8,2%

Bene anche Terna, che chiude il primo semestre dell' anno con ricavi pari a 1 miliardo e 46,9 milioni di euro, in aumento di 7 milioni (+0,7%) e un utile netto di gruppo in crescita dell' 8,2% a 351,3 milioni: merito soprattutto di una crescita dei consumi di energia a giugno del 7,6% dovuto all' impennata di caldo.

Alberto Bombassei Alberto Bombassei

 

BREMBO, +7,6%

Buona prestazione anche per l' azienda specializzata in impianti frenanti: +7,6% l' utile netto a 136,7 milioni di euro. E un ebitda in rialzo del 12,8% a 255,5 milioni su ricavi in crescita del 10,1% a oltre 1,26 miliardi.

 

A spingere sono le vendite in Italia (+15,6%) e in Germania (+3,3%), ma è il mercato cinese a farla da padrone con un aumento del 63,2%, seguito da quello indiano a +31,7%.

carlo e giampiero pesenti carlo e giampiero pesenti

 

ITALMOBILIARE TORNA IN UTILE

La holding di partecipazioni ha chiuso con un utile per la capogruppo di 15,5 milioni rispetto alla perdita di 12,5 milioni dello stesso periodo 2016 che ancora non recepiva gli effetti dell' accordo con HeidelbergCement per la quota in Italcementi.

 

MEDIOLANUM, +15%

L' istituto guidato da Ennio Doris ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 196,4 milioni: + 15% rispetto allo stesso periodo del 2016. In calo il margine finanziario netto si è attestato a 102,8 milioni (-3,4%).

 

MAIRE TECNIMONT, +85%

Il gruppo ha generato ricavi per 1 miliardo e 653 milioni, in crescita del 48,1% e utili in aumento dell' 85%, un successo dovuto a un boom di ordini legati all' acquisizione del progetto Amurky Gas Processing Plant (in Russia) della galassia Gazprom, del valore complessivo di circa 3,9 miliardi.

 

 

 

 

3.ENI: TORNA UTILE PRIMO SEMESTRE, ADJUSTED 1,2 MLD  

ennio e il figlio massimo doris ennio e il figlio massimo doris

(ANSA) - L'Eni chiude il primo semestre con un utile netto di 983 milioni, contro la perdita di 829 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, e un utile adjusted di 1,2 miliardi (in rosso per 315 milioni nel 2016). Lo comunica la società petrolifera aggiungendo che, nel secondo trimestre, l'utile netto è di 18 milioni e quello adjusted di 463 milioni. In forte rialzo l'utile operativo adjusted che nel trimestre è pari a 1,01 miliardi e nel semestre a 2,8 miliardi.

 

Nel semestre, spiega l'Eni, "tutti i business hanno registrato performance robuste e in forte crescita rispetto al 2016" con l'incremento di 2,1 miliardi dell'utile operativo adjusted che "è dovuto per 1,9 miliardi alla ripresa dello scenario e per 0,2 miliardi alla crescita dei volumi e alle azioni di efficienza e ottimizzazione". Tuttavia, riconosce il gruppo, "l'andamento del primo semestre non è stato lineare, con l'utile realizzato interamente nel primo trimestre, riflettendo la volatilità delle quotazioni del greggio che nei primi tre mesi dell'anno sono state sostenute dall'effetto annuncio dei tagli Opec per poi rallentare in modo significativo nel secondo trimestre a causa delle incertezze del mercato circa i tempi di riequilibrio dei fondamentali".

 

Nel complesso "il primo semestre 2017 ha beneficiato di un prezzo del Brent aumentato del 30% rispetto al primo semestre 2016, della crescita delle produzioni e del significativo miglioramento della performance dei business mid e downstream grazie alle rinegoziazioni dei contratti long-term e alle ristrutturazioni eseguite negli esercizi passati che hanno consentito di catturare in modo pieno lo scenario più favorevole". Guardando ai vari settori di attività, quello relativo a esplorazione e produzione nel trimestre ha più che raddoppiato l'utile operativo adjusted (da 355 a 845 milioni) grazie in particolare alla ripresa dello scenario petrolifero (+9% la quotazione del Brent), alla crescita produttiva e alla riduzione dei costi.

 

claudio descalzi claudio descalzi

Nel semestre il valore è cresciuto di cinque volte, anche perché il greggio si era apprezzato nei primi tre mesi del 59%. Il settore gas resta invece in perdita operativa, ma riduce il rosso rispetto allo scorso anno grazie ai benefici associati alle rinegoziazioni dei contratti di acquisto a lungo termine. Le vendite di gas naturale risultano in flessione, ma non in Italia, dove si registra un aumento del 10% per maggiori consumi e per l'effetto di nuovi contratti.

 

Molto positiva la performance della raffinazione e della chimica. Nel secondo trimestre il settore ha più che raddoppiato l'utile operativo adjusted: in particolare, la raffinazione è cresciuta grazie al recupero di quote di mercato sulla rete italiana e "alle continue azioni di riduzione del margine di raffinazione di breakeven, attualmente stimato inferiore a 4 dollari al barile in media per il 2017".

 

La chimica ha registrato "perfomance record" con 187 milioni di utile operativo adjusted nel trimestre e 310 milioni nel semestre, pari al risultato dell'intero 2015, anno di picco della storia recente della chimica Eni. "Tali trend - spiega la società - riflettono le profonde ristrutturazioni eseguite negli esercizi passati con l'ottimizzazione della base impiantistica dei siti core, il ribilanciamento del portafoglio prodotti su segmenti a maggiore valore e la chiusura dei siti marginali che hanno consentito di catturare il positivo andamento dello scenario, in particolare nelle olefine, e di realizzare efficienze di costo e recuperi di volume".

 

 

 

 

 

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