ALITALIA SI FA “LOW”: RIDOTTI GLI SPAZI PER I PASSEGGERI, NEGLI AEREI 6 FILE DI POLTRONE IN PIU’ – TAGLI PER 1,8 MILIARDI IN SEI ANNI, FUORI 2 MILA DIPENDENTI E GARANZIA PUBBLICA IN ARRIVO DA CDP – IN COMPENSO NEL 2020 APRE LA ROTTA PER LAGOS (NIGERIA) E LIBREVILLE (GABON)

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Nicola Lillo per la Stampa

 

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Un taglio ai costi da 1,8 miliardi di euro in cinque anni, un terzo del quale per il personale. I manager di Alitalia stanno condividendo sempre più dati con i sindacati sul nuovo piano industriale. Ieri c' è stato un altro incontro tra le parti e tre sono in programma per la prossima settimana, di cui due alla presenza dei ministri Calenda, Delrio e Poletti.

 

Quello dei tagli è il tema più spinoso per i rappresentanti dei lavoratori, ma è anche quello su cui le banche azioniste Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno insistito per settimane chiedendo maggiori sforbiciate. La risposta dei vertici è stata il taglio fino a un miliardo per i primi tre anni e di 800 milioni per il 2020 e 2021.

SCIOPERO ALITALIA SCIOPERO ALITALIA

 

In questa cifra sono compresi i 2.037 esuberi: 810 sarebbero esternalizzazioni in altre aziende (soprattutto per la manutenzione) e 500 contratti a tempo determinato che si chiudono. Sul tema lavoro il presidente in pectore Luigi Gubitosi, che si è detto «ottimista» sul futuro della compagnia, ha incontrato ieri il ministro Giuliano Poletti per discutere di ammortizzatori sociali.

spazi ristretti a bordo spazi ristretti a bordo

 

Il piano prevede anche la "densificazione" degli aerei, cioè in 60 mezzi verranno aggiunti sei sedili in più, che in tutto vorrebbe dire avere due aerei e mezzo in più da utilizzare. Questo anche allo scopo di riempire i voli con prezzi più bassi. È inoltre emerso che il piano prevede l' ingresso in flotta di sette nuovi aerei di corto-medio raggio nel 2020-2021, mentre quest' anno ne saranno messi a terra 12, oltre agli 8 che non sono già più in funzione.

 

Tra gli investimenti presentati c' è anche l' apertura di dieci nuove rotte: Delhi nel 2017, Washington, San Francisco e Luanda nel 2019, Accra, Bogotà, Hong Kong, Johannesburg, Lagos e Libreville nel 2020. Per Susanna Camusso però «il governo deve fare di più. I problemi non si possono scaricare sui lavoratori». Per Anna Maria Furlan, della Cisl, «il piano deve avere prospettive».

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Un tema su cui sta lavorando il governo è quello di un prestito pubblico. Lo ha confermato anche Carmelo Barbagallo, segretario della Uil, il quale ha spiegato che si sta cercando di trovare una soluzione. La discussione è incentrata sulla garanzia pubblica chiesta dalle banche per 200 milioni di euro, utili a mettere in sicurezza il piano industriale di rilancio. L' esecutivo sta studiando due ipotesi, un intervento della Cassa depositi e prestiti o un prestito diretto tramite decreto.

 

 

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