ALITALIA, LA TERZA VIA DI CAIO - L’AD DI POSTE PROPONE UNA SOCIETÀ INTERMEDIA TRA IL CAI-TORCIO E GLI EMIRATI: IN CAMBIO METTERÀ PIÙ SOLDI - INTANTO IL PIANO LINATE SI RIDIMENSIONA: ADDIO FIUMICINO, PIÙ EUROPA

Le banche stanno valutando l’ipotesi di una midco proposta da Caio, a patto di mettere più soldi: da 40 a 70 milioni. Intanto Etihad pensa ai voli: i movimenti su Linate resterebbero 18 all’ora, ma i voli per Fiumicino verrebbero sostituiti da rotte per Amburgo e Stoccarda, oltre a Berlino...

Condividi questo articolo


Antonella Baccaro e Andrea Ducci per “Il Corriere della Sera

 

Francesco Caio Francesco Caio

Si consolida per Alitalia l’ipotesi di una midco, una società intermedia tra la vecchia holding e la nuova compagnia di cui Etihad acquisterebbe il 49%. Ieri sera una conference call tra Unicredit, Intesa e Atlantia avrebbe valutato di accettare la proposta dell’ad Francesco Caio, a patto che questo comporti una maggiore partecipazione all’aumento di capitale da 250 milioni, rispetto ai 40 che sarebbero spettati a Poste.

 

L’esborso di cui si era già parlato nei giorni scorsi potrebbe arrivare a 70 milioni. Per oggi è attesa la risposta di Caio. Contro si è schierata l’associazione dei consumatori Adusbef, presentando un esposto all’Antitrust Ue per aiuti di Stato e uno alla Corte dei conti per danno erariale.
 

Intanto si ridimensiona il potenziamento di Linate nel piano di Etihad per Alitalia. Dallo scalo milanese partiranno nuovi voli ma solo per destinazioni europee e nei limiti degli attuali movimenti. La decisione finale non è stata ancora presa: la convocazione di tutti i vettori che oggi gravitano sull’aeroporto cittadino, che era stata fissata per venerdì scorso, è saltata.

 

ALITALIA ALITALIA

Ma un primo giro di tavolo tra i soggetti più coinvolti avrebbe fatto emergere una considerazione: cambiare il decreto Bersani che attualmente regola il traffico sullo scalo non è semplice. L’idea originale di Etihad era quella di aumentare la capacità dell’aeroporto e sostituire gli attuali voli di Alitalia sulla Linate-Fiumicino con voli extraeuropei, oggi non consentiti. Si era parlato di destinazioni come Zurigo, Mosca, e addirittura Abu Dhabi, primo hub della compagnia emiratina. Ma una decisione di questo tipo avrebbe comportato un cambiamento radicale del decreto e i ricorsi delle compagnie allocate su Linate.


Di qui l’idea di ridimensionare il piano: i movimenti su Linate resterebbero gli attuali, 18 all’ora, e i voli Linate-Fiumicino verrebbero sostituiti da voli europei. L’unica novità è che sarebbe consentito effettuarne verso città che non sono capitali. L’intenzione di Etihad sarebbe quella di sferrare un colpo alla tedesca Lufthansa introducendo voli per Amburgo e Stoccarda, oltre a Berlino.

alitalia alitalia


Intanto il governo si muove con il decreto Sblocca-Italia, che dovrebbe andare all’esame nel Consiglio dei ministri di giovedì, e che conterrebbe l’estensione dal 2015 al 2017 dei «bonus fiscali» sulle indennità di volo percepite da piloti e assistenti. Emolumenti che non verrebbero conteggiati nello stipendio come base per il calcolo dei contributi.
 

Quanto ai negoziati in corso, il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, si è detto ottimista puntando su una conclusione in settimana, anche se per ora non trovano conferma voci di un arrivo a Roma del ceo James Hogan. Restano tesi i rapporti tra i sindacati: ieri il leader della Cgil Susanna Camusso ha attaccato la Uil che contesta l’accordo che riduce il costo del lavoro e sul cui referendum non c’è stato quorum.

 

james hogan di etihad a roma foto lapresse james hogan di etihad a roma foto lapresse

«Penso che i temi che sta proponendo abbiano un carattere molto corporativo». La Uil non ha replicato, aspettando che l’azienda spalmi i 31 milioni di risparmi su più mesi. Lupi si è detto pronto a entrare in campo se «non dovesse esserci uno sblocco». «Se si riapre un confronto, si riapre su tutto» ha avvertito Camusso, che non ha firmato l’accordo sugli esuberi. 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…