DIETRO LE PROVOCAZIONI DI RYANAIR CI SONO I FAVORITISMI PRO-ALITALIA - L’ULTIMA DISPUTA SUI DOCUMENTI DA ESIBIRE ALL’IMBARCO È SOLO UN PRETESTO - RYANAIR NON HA DIGERITO LA DECISIONE DI CHIUDERE AI VOLI CIVILI L’AEROPORTO DI ROMA CIAMPINO, PRATICAMENTE IL SUO HUB ITALIANO, A CAUSA DEL PREVISTO TRASFERIMENTO DEI VOLI LOW COST A VITERBO (DISTANTE DALLA CAPITALE). UNA DECISIONE CHE FAVORIREBBE LA NOSTRA “ALI-TARDA”, ALLONTANANDO DA ROMA ALCUNI CONCORRENTI, E CONTRO CUI O’LEARY HA ANNUNCIATO UN RICORSO EUROPEO -

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Sergio Rizzo per Corriere della Sera

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Il fondatore di Ryanair, Michael O'Leary, non è mai mancato il gusto della provocazione. Come quando ha ipotizzato di far pagare l'uso delle toilette di bordo. O ha ventilato l'introduzione di una sovrattassa per i grassoni. Oppure ha definito «folle e illegale» la multa che gli aveva appioppato l'Antitrust per pubblicità ingannevole. O ancora, ha promesso che nel 2010 avrebbe superato l'Alitalia.

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Ma l'ultima disputa sui documenti da esibire all'imbarco dei voli nazionali è tutt'altro che una semplice provocazione. Diciamola tutta: in questi anni Ryanair ha spesso sfoderato, in perfetta sintonia con il suo fondatore, un atteggiamento irritante talvolta molto simile a quello dei vecchi monopolisti del trasporto aereo. Come se fosse la compagnia a dettare le regole e le autorità italiane semplicemente obbligate a prenderne atto, e non viceversa.

Un atteggiamento magari condizionato dal ruolo dominante che Ryanair ha assunto ormai nel suo Paese, l'Irlanda. Ma che proprio per questo non ha alcuna giustificazione, al pari della minaccia di lasciare l'Italia. A meno che non si stia cercando il pretesto per un incidente. Sullo sfondo, inutile negarlo, c'è pure la vicenda Alitalia, con il sospetto delle low cost che le autorità stiano facendo di tutto per mettere in difficoltà i concorrenti della compagnia di bandiera. Vero? Falso?

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Di certo c'è solo che Ryanair non ha digerito la decisione di chiudere ai voli civili l'aeroporto di Roma Ciampino, praticamente il suo hub italiano, a causa del previsto trasferimento dei voli low cost a Viterbo. Una decisione che comunque favorirebbe Alitalia, allontanando dalla capitale alcuni concorrenti, e contro cui O'Leary ha annunciato un ricorso europeo.

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Non era quindi un mistero che la tensione fosse alle stelle fra le compagnie low cost straniere e le autorità italiane. Le quali, va pure detto, non hanno perso occasione per gettare benzina sul fuoco. Possibile che la guerra dei documenti, in realtà in atto da mesi, sia scoppiata soltanto dopo che una giovane deputata della maggioranza di governo non è stata imbarcata avendo esibito il tesserino parlamentare?

 

 

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