CITYLIFE, LA MANHATTAN DEI MATTI MENEGHINI – DOPO LA CRISI IMMOBILIARE, LO SKYLINE GRATTACIELATO E MOSTRIFICATO DALLE ARCHISTAR, POTREBBE SALVARSI GRAZIE ALL’EXPO - UNA PARTE DELLA DISCUSSA TORRE LIBESKIND SARÀ DESTINATA AD ALBERGO DI LUSSO E SARÀ PRONTA GIUSTO PER IL 2015 – IN PROGETTO ANCHE SUPER APPARTAMENTI PER RICCONI, E SEMPRE MENO UFFICI…

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Luca Pagni per \"Affari & Finanza - Repubblica\"

Dovrebbe essere il progetto destinato cambiare il volto di Milano. L\'intervento urbanistico che sancisce la vittoria del partito dei grattacieli. Di tutti coloro politici, architetti, immobiliaristi che spingono per trasformare la metropoli in una selva di torri al pari di una città statunitense. Per sfruttare in altezza un territorio di proporzioni ridotte come quello del capoluogo lombardo e per di più già tutto edificato.

ProgettoProgetto Citylife Milano

«Milano avrà finalmente un nuovo skyline», ebbe modo di dichiarare l\'ex sindaco Gabriele Albertini magnificando il nuovo quartiere per abitazioni di pregio e uffici esclusivi da oltre 200mila metri quadrati al posto della vecchia Fiera Campionaria disegnato attorno alle tre \"torri\" firmate da altrettanti archistar internazionali: Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind. Ma Albertini, come tanti, era convinto delle magnifiche sorti e progressive di uno sviluppo edilizio che solo poche stagioni fa sembrava finanziariamente invincibile.

citylifecitylife

Ma a sei anni dalla presentazione ufficiale (luglio 2004), Citylife il progetto immobiliare più ambizioso della Milano degli anni Zero vive il suo momento più complicato. Sulla carta tutto prosegue: il cantiere è partito, dopo stagioni di battaglie a colpi di carte bollate con i comitati dei cittadini della zona Fiera che hanno cercato di opporsi «alla colata di cemento», ma sono stati sconfitti in tribunale. La macchina per la vendita degli appartamenti di lusso a novediecimila euro al metro quadro, seppur a fatica, si è messa in moto e a quanto risulta una prima parte delle nuove abitazioni sarebbe già stato venduto.

ZAHAZAHA HADID

Inoltre, non si può dire che il Comune non abbia fatto la sua parte per il successo dell\'operazione, concedendo i permessi, destinandovi la sede del nuovo Museo di Arte Contemporanea (disegnato da Libeskind), spostando il percorso della nuova linea del metrò più a ridosso delle nuove case. Aumentando il verde del parco pubblico fino a 160mila metri quadrati; anche se i comitati dei cittadini della Fiera sostengono che molte zone verdi sono a ridosso delle case, molto frammentate e quindi poco utilizzabili se non dai residenti. E soprattutto spostando da Rogoredo alla Fiera la costruzione del nuovo centro congressi.

Nonostante tutto ciò, i giorni in cui il consorzio Citylife si presentava alla città nei padiglioni della vecchia Fiera Campionaria dopo aver sbaragliato la concorrenza a colpi di milioni appaiono di un\'altra epoca. Alcuni soci (come spieghiamo nell\'articolo qui a fianco) non vedono l\'ora di farsi da parte e lasciare che se la sbrighino Generali e Allianz. Che saranno anche colossi del settore assicurativo nonché ricchi di liquidità, ma che all\'inizio dell\'avventura non avrebbero mai pensato di trovarsi in questa situazione.

LibeskindLibeskind

Perché le abitazioni già acquistate sulla carta riguarderebbe gli attici e i piani alti. E il progetto continua a rivelare una serie di incognite; a cominciare dalla quota da destinare al terziario. Se nel 2004 i promotori erano convinti che si sarebbe fatto a botte per avere un ufficio in una delle tre torri delle archistar, ora si è arrivati al punto di chiedere la trasformazione di uno dei tre grattacieli in un albergo di lusso e di una parte degli altri due in abitazioni.

Ma cosa è accaduto e perché siamo arrivati a questa situazione? Perché il mondo è cambiato, soprattutto nell\'immobiliare. Nel 2004, quando il consorzio Citylife vinse la gara bandita l\'anno prima dalla Fondazione Fiera per aggiudicarsi il vecchio recinto a ridosso del centro storico (la cui gestione era diventata insostenibile e ridondante dopo l\'inaugurazione del nuovo polo di RhoPero), nessuno aveva sentore che da lì a poco sarebbe scoppiata la bolla legata ai mutui subprime.

RENZORENZO PIANO

Con l\'orizzonte economico stravolto, andrebbero riconsiderati sotto una nuova luce tutti i numeri dell\'operazione. Citylife si è aggiudicata l\'area pagando 523 milioni di euro, su una base d\'asta di 310 milioni e staccando di una sessantina di milioni il secondo classificato, la cordata guidata da Pirelli Real Estate il cui progetto edilizio era stato affidato alla matita di Renzo Piano (e che in molti avevano giudicato urbanisticamente più interessante).

Il piano economico prevede un investimento complessivo di poco più di due miliardi di euro (di cui un quarto per l\'acquisto dell\'area e il resto in opere edilizie e oneri di urbanizzazione) con un guadagno a lavori conclusi di oltre un miliardo. Ma la crisi ha fatto lievitare i costi e rivedere i conti.

Di sicuro, non hanno aiutato il consorzio Citylife le polemiche sollevate contro la costruzione dei tre grattacieli. Persino Silvio Berlusconi subito dopo l\'elezione di Letizia Moratti a sindaco del centrodestra aveva tuonato contro, definendoli una bruttura che nulla avrebbe a che fare con lo stile e la storia urbanistica di Milano e dichiarando che si sarebbe opposto alla loro costruzione in tutti i modi possibili. Scavalcato da Vittorio Sgarbi, allora assessore alla Cultura, e dal leghista Roberto Calderoli che avevano proposto un referendum, in particolare contro la torre \"storta\" di Libeskind.

SgarbiSgarbi e Moratti

Inutile dire che non si è fatto nulla di tutto ciò, anche perché Sgarbi nel frattempo ha \"divorziato\" dalla giunta Moratti.
Scampato alle polemiche iconoclaste del centrodestra, il progetto Citylife nulla ha potuto contro la crisi. E se rimangono vuoti centinaia di vani destinati a uffici in pieno centro a ridosso della Borsa e della City milanese della finanza, come pensare che questo non avvenga anche al quartiere Fiera? Una domanda che si è posto anche il nuovo manager chiamato a rilanciare il progetto.

Claudio Artusi guarda caso ex amministratore delegato di Fiera Milano spa solo poche settimane fa ha dovuto arrendersi all\'evidenza e spiegare alla città, agli operatori e alla comunità economica, di aver cambiato obiettivi e aspettative: «Inizialmente si pensava di destinare un 55 per cento della metratura complessiva di Citylife al residenziale e un 45 per cento circa a uffici e terziario. Ora, in seguito alla crisi, la proporzione e\' cambiata: un 70 per cento per gli appartamenti e un 30 per cento per uffici e attività commerciali».

ExpoExpo Masterplan

Un\'inversione di tendenza che agli operatori appare come un tentativo di rimediare in extremis a una situazione che si va compromettendo. Ma allo stesso tempo, è il tentativo di lanciare una nuova tendenza abitativa. Artusi lo ha spiegato così ai giornali: «Sarebbe sbagliato irrigidirsi per creare degli uffici che rimangono vuoti.

Detto questo, anche se ce ne sono diversi esempi in America e in Asia, sarebbe la prima volta nel mercato immobiliare italiano che si propone di andare a vivere in un grattacielo solo residenziale». In queste ultime settimane, gli operatori di Citilife stanno tastando il terreno per capire se la moda del vivere \"tra le nuovole\" potrebbe prendere piede.

L\'ultimo ausilio al rilancio del progetto Citilife potrebbe arrivare dall\'Expo. Tanto che una parte della discussa torre Libeskind sarà destinata ad albergo di lusso. Che avrà come clientela anche quella dell\'adiacente Centro congressi. Si lavora, non a caso, perché la torre sia pronta per il 2015, giusto per l\'inaugurazione dell\'Esposizione universale di Milano e l\'arrivo dei primi visitatori stranieri.

 

 

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