1- CHI È FRANCESCO SILVANO, LA PERSONA CHE PAGAVA L’AFFITTO DI BERTO-LISO IN VIA GIULIA - DALLA STET CON AGNES ALLA SEAT, DAL CILICIO A MANI PULITE FINO A DIVENTARE DIRETTORE DELL’OSPEDALE PEDIATRICO BAMBIN GESÙ ED È QUI CHE HA INCROCIATO QUEL PERSONAGGIO INCREDIBILE DI CRESCENZIO SEPE, L’AMBIZIOSO CARDINALE E PREFETTO DI PROPAGANDA FIDE CHE CON LA SUA MUNIFICENZA PECCAMINOSA HA MESSO A DISPOSIZIONE DELLA CRICCA IL RICCO PATRIMONIO IMMOBILIARE DEL VATICANO - 2- MONTEZEMOLO LEGGE DAGOSPIA E INVITA ABETE AD INGRANARE UNA CLAMOROSA RETROMARCIA: IL \"COMIZIO POLITICO\" A SANTA MARGHERITA È STATO SOLO UN \"FALLO DI CONFUSIONE\" (PER I POTERI FORTI CHE CONTROLLANO IL QUOTIDIANO DI VIA SOLFERINO LA CARTA MONTEZEMOLO NON È SPENDIBILE. FORSE SE NE RIPARLERÀ TRA TRE ANNI) - 3- L’ESTERNAZIONE DI LUNARDI NON HA SORPRESO I SUOI CONCITTADINI PARMIGIANI: IL NOVELLO ACCUSATORE DI SCAJOLA E BERTOLASO HA SEMPRE PENSATO SOLTANTO AI PROPRI AFFARI CHE HA SVILUPPATO ALLA GRANDE QUANDO LA SUA AZIENDA ROCKSOIL HA FORATO IL MONTE BIANCO E LE METROPOLITANE IN GIRO PER IL MONDO - 4- ITALTEL: SARÀ IMPOSSIBILE LA CONVIVENZA TRA STEFANO PILERI E UMBERTO DE JULIO - 5- CALTARICCONE STA PROSEGUENDO LA SUA MARCIA SULL’ACEA: ACCORDO CON I SOCI FRANCESI DI ACEA E DI SOSTITUIRE AL PIÙ PRESTO IL VERTICE DELL’UTILITY CAPITOLINA -

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1- TUTTO SU FRANCESCO SILVANO, LA PERSONA CHE PAGAVA L\'AFFITTO DELLO \"SCORTICO\" IN VIA GIULIA DI BERTO-LISO
Nella telenovela della cricca che fa capo al tandem Balducci-Anemone mancava soltanto l\'uomo con il cilicio.

Questa figura è apparsa ieri improvvisamente durante l\'interrogatorio di due ore e mezzo a Perugia dove Guido Bertolaso ha rivelato il nome della persona che pagava l\'affitto dell\'appartamento in via Giulia a Roma. Il personaggio che è stato chiamato in causa nella cerchia dei \"peccatori\" è un professore torinese di nome Francesco Silvano, un collaboratore di Propaganda Fide ben conosciuto da chi ha frequentato il mondo delle telecomunicazioni.

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Soltanto \"Repubblica\" si è presa la briga di ricordare che questo personaggio ha lavorato alla Stet salendo tutti i gradi dell\'azienda fino a diventare amministratore delegato durante la presidenza di Biagio Agnes (il famoso Biagione che quando sentiva il nome di Massimo Sarmi dava fuori di testa).

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Vale la pena aggiungere qualche dettaglio a questo ex-manager piemontese, cattolico fervente, che era noto per la sua intransigenza morale. Fin da quando ha cominciato a lavorare nella vecchia Sip, Silvano era considerato un \"culo di pietra\" che lavorava 12 ore al giorno, giudicava i collaboratori secondo il Vangelo e li inondava di bigliettini scritti a mano con una calligrafia infantile.

Di lui si ricorda la passione per le nuove tecnologie e per internet che cercò di approfondire quando diventò amministratore delegato della Seat dove iniziò a sperimentare le pagine gialle elettroniche nella controllata Sarin, una società di Pomezia dove ha lavorato anche Francesco Caio.

Fin dai tempi della Stet correva voce che il suo integralismo l\'avesse indotto ad indossare il cilicio, ma questo non gli evitò di finire nei pasticci ai tempi di Mani Pulite per una tangente miliardaria e di schivare le voci che lo indicavano come il collettore dei soldi raccolti nell\'81 per liberare l\'assessore napoletano Cirillo.

CardinaleCardinale Sepe

La vocazione religiosa e dolorose vicende familiari lo portarono nel \'93 ad abbandonare la carica di amministratore delegato della Stet che aveva condiviso con il longilineo Umberto Silvestri. L\'uscita di Silvano dalle telecomunicazioni ricordò l\'abbandono di ogni carica da parte di Filiberto Guala, l\'uomo che dal \'54 al \'56 ricoprì la carica di amministratore delegato della Rai, e nel 1960 si ritirò in un convento di frati trappisti alle Frattocchie.

BIAGIOBIAGIO AGNES

Dopo la Stet il professor Silvano è stato per alcuni anni direttore dell\'ospedale pediatrico Bambin Gesù ed è qui che ha incrociato quel personaggio incredibile di Crescenzio Sepe, l\'ambizioso cardinale e prefetto di Propaganda Fide che con la sua munificenza peccaminosa ha messo a disposizione della cricca il ricco patrimonio immobiliare del Vaticano.

La chiamata in causa di Bertolaso è sicuramente un brutto colpo per Francesco Silvano, un uomo abituato a operare dietro le quinte e a parlare soltanto nel confessionale.

2- ABETE LEGGE DAGOSPIA E INGRANA UNA CLAMOROSA RETROMARCIA: L\'INTERVENTO DI MONTEZEMOLO A SANTA MARGHERITA È SOLO UN \"FALLO DI CONFUSIONE\" - PER I POTERI FORTI CHE CONTROLLANO IL QUOTIDIANO DI VIA SOLFERINO LA CARTA MONTEZEMOLO NON È SPENDIBILE. FORSE SE NE RIPARLERÀ TRA TRE ANNI
Luigino Abete non ci sta a fare la parte del guru che ispira la \"marcia democratica su Roma\" del compagno di merende, Luchino di Montezemolo.

Dopo aver letto ieri quel sito disgraziato chiamato Dagospia, nel quale si paventava un futuro fosco per l\'impresa ferroviaria di Luchino e amici (basta un \"accelerato\" del buon Moretti che finisce per caso e per caos davanti a un \"Italo\" e addio alta velocità), oggi il pingue Luigino prende le distanze dalla discesa in politica del ragazzo dei Parioli con una lunga intervista al \"Corriere della Sera\" dove si prende il gusto di bacchettare le ambizioni del suo amico storico e di scaricare la povera Federica Guidi, addebitandole la paternità della famigerata frase \"adesso occorre salire sul ring\".

MONTEZEMOLOMONTEZEMOLO ABETEABETE

E il povero Abetone lo fa con la passione di un uomo che ha vissuto la storia di Confindustria come presidente dal \'92 al \'96, e che ora si sente scandalizzato dallo spettacolo consumato nel weekend al Grand Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure.

Lì erano presenti i Giovani fighetti dell\'Associazione che quest\'anno celebra il suo centenario, e certamente la guerriglia di parole non è sembrata il modo migliore per festeggiare la storia secolare degli industriali. Non si era mai visto infatti un presidente (la Marcegaglia) entrare in rotta di collisione con il Past-President di Confindustria (Montezemolo), lo stesso uomo che aveva tirato la volata alla signora di Mantova.

E non era mai accaduto che la presidentessa prendesse a randellate la rappresentante dei Giovani Imprenditori, l\'inadeguata Federica Guidi che occupa la carica grazie al propellente della stessa Marcegaglia. Questo non è stato certamente il modo migliore per celebrare il centenario e l\'unità di Confindustria.

GUIDIGUIDI

Luigino Abete ha assistito a questo spettacolo che avrebbe dovuto essere vietato ai minori con il disappunto che prova un uomo della corporazione, e con il linguaggio che andrebbe bene sulla bocca del fratello Giancarlo impegnato nel calcio, oggi parla di \"fallo di confusione\".

A suo avviso la Confindustria deve rimanere un\'Associazione autonoma, apartitica, agovernativa, e considerare la politica incompatibile con gli impegni dentro la Confindustria. È stato lui stesso negli anni della sua presidenza a sostenere il distacco di Confindustria dai partiti, e il fatto che Montezemolo conservi ancora oggi l\'alone di chi è stato a capo di viale dell\'Astronomia non rappresenta a suo avviso una buona ragione per entrare a piedi giunti in un assise di giovinotti.

MarcegagliaMarcegaglia

Alla domanda se pensa che davvero Montezemolo farà politica, il presidente di BNL che con la politica ha sempre fornicato in modo trasversale, risponde di no, ma aggiunge guardingo: \"è una persona certamente imprevedibile\". Poi dopo aver dato in testa all\'esile ministro Sacconi che a Santa Margherita si è permesso di dare le pagelle, aggiunge parole sudate:

\"Capisco che Montezemolo sia attirato dalle sirene di un nuovo impegno. È capitato anche agli altri ex-presidenti di Confindustria, ma oggi la politica c\'è, i partiti ci sono. Purtroppo non funzionano ma immaginare un percorso esterno è uno di quei miracoli attesi qualche anno fa per l\'economia e che invece non si sono realizzati perché, evidentemente e giustamente, il Padreterno si è applicato altrove\".

Non c\'è molta logica in questo ragionamento che alla fin fine coincide in maniera quasi perfetta con le analisi che fa il suo amico Montezemolo, ma al 63enne tipografo e imprenditore romano interessa riscattare lo spirito corporativo della centenaria Confindustria anche a costo di apparire come un traditore del suo compagno di merenda.

Quest\'ultimo si starà chiedendo in questo momento per quale ragione viene tagliata l\'erba intorno alle sue speranze e al suo progetto politico, e soprattutto si chiederà perché il \"Corriere della Sera\" dopo il silenzio all\'indomani di Santa Margherita Ligure, abbia dato tanto rilievo al pensiero \"corporativo\" del suo amico Abete.

La risposta è semplice: per i poteri forti che controllano il quotidiano di via Solferino la carta Montezemolo non è spendibile. Forse se ne riparlerà tra tre anni.

3- L\'ESTERNAZIONE DI LUNARDI NON HA SORPRESO I CONCITTADINI PARMIGIANI: IL NIOVELLO NEMICO DI SCAJOLA E BERTOLASO HA SEMPRE PENSATO SOLTANTO AI PROPRI AFFARI CHE HA SVILUPPATO ALLA GRANDE QUANDO LA SUA AZIENDA ROCKSOIL HA FORATO IL MONTE BIANCO E LE METROPOLITANE IN GIRO PER IL MONDO
Nei ristoranti e nei bar di Parma nessuno si è stupito per le dichiarazioni spregiudicate di Pietro Lunardi, il 71enne ingegnere che è passato alla storia come \"ministro dei buchi\".

SCAJOLASCAJOLA E LUNARDI

L\'uomo è ben conosciuto e nella sua città natale erano rimasti sorpresi quando Berlusconi l\'aveva nominato ministro perché lo hanno sempre considerato privo di qualsiasi interesse per il bene comune. Per i parmigiani Lunardi ha sempre pensato soltanto ai propri affari che ha sviluppato alla grande quando la sua azienda Rocksoil ha forato il Monte Bianco e le metropolitane in giro per il mondo.

EmilioEmilio Fede

Ben diversa è la considerazione che a Parma hanno del fratello che svolge l\'attività di fotografo nella moda, e dell\'altro fratello Giuseppe grande appassionato di motocross che morì durante una gara sportiva. Nelle trattorie e nei bar di Parma si dice che perfino il suo grande amico Lino Cardarelli, il manager che ai tempi di Schimberni è stato direttore finanziario e poi vicepresidente di Montedison, a un certo punto ha rotto i rapporti e se ne è andato in Afghanistan lasciando l\'incarico di consulente che Lunardi gli aveva dato al ministero dei Lavori Pubblici.

L\'ultima intervista dell\'ineffabile ministro a \"Repubblica\" è riuscita a scandalizzare perfino i maggiorenti del Pdl che non si sono stracciate le vesti quando l\'ex-\"ministro dei buchi\" ha dichiarato nell\'agosto 2001 che bisogna abituarsi a convivere con la mafia. A Parma invece continuano a mangiare lasagne e tortellini con indifferenza.

La faccia tosta di Lunardi la conoscono bene e lo conosce bene anche Emilio Fede che oggi sul \"Corriere della Sera\" lo assolve dai peccatucci perché \"era ricco, aveva l\'elicottero, un panfilo, un villone a Forte dei Marmi\". Questo non gli ha impedito di trafficare alla grande.

4- ITALTEL: SARÀ IMPOSSIBILE LA CONVIVENZA TRA STEFANO PILERI E UMBERTO DE JULIO
A Milano tirano un sospiro di sollievo per il salvataggio di Italtel, l\'azienda di telecomunicazioni legata al nome di Marisa Bellisario e finita sull\'orlo dell\'abisso. A godere per l\'accordo in extremis con le banche creditrici non sono soltanto i 2000 dipendenti (che comunque saranno ridotti di 400 unità),ma anche quel gruppetto di amici e giornalisti che nel corso degli anni ha sempre seguito le vicende dell\'azienda con un\'attenzione fin troppo generosa.

A chiudere la partita è arrivato l\'accordo con TelecomItalia che insieme a Cisco garantirà lavoro per i prossimi 3 anni, ed è proprio alle mani di due ex-manager dell\'azienda guidata oggi da Franchino Bernabè che viene affidato il compito di rilanciare sul mercato la società milanese.

StefanoStefano Pileri

Il primo è Stefano Pileri, l\'amico di di Paolo Romani e dell\'Opus Dei che da pochi mesi ha lasciato la poltrona di Telecom dove guidava la Rete, l\'altro è Umberto De Julio un ingegnere foggiano che ha ricoperto incarichi importanti come Responsabile Strategie di telecomItalia e AD di Telecom Italia Mobile .

UmbertoUmberto de Julio

La sua competenza è nota nel settore ed è questa la ragione che lo ha portato nell\'ottobre 2008 al vertice di Italtel dove ha dovuto subire il taglio delle commesse da parte di alcune imprese tra cui la stessa Telecom.

La soluzione di ieri prevede che d\'ora in avanti Italtel sarà guidata a quattro mani con De Julio presidente operativo e Pileri amministratore. È facile immaginare che si tratta di un pasticcio,un modello di governance che non può funzionare per la vecchia logica dei galli nel pollaio. Da qui le voci insistenti che danno De Julio alla ricerca un altro incarico.

5- CALTAGIRONE (PER GLI AMICI CALTARICCONE) STA PROSEGUENDO LA SUA MARCIA SULL\'ACEA: ACCORDO CON I SOCI FRANCESI DI ACEA E DI SOSTITUIRE AL PIÙ PRESTO IL VERTICE DELL\'UTILITY CAPITOLINA
Avviso ai naviganti:\"Si avvisano i signori naviganti che Francesco Gaetano Caltagirone ( per gli amici Caltariccone) sta proseguendo la sua marcia sull\'ACEA, la municipalizzata romana che dovra\' essere privatizzata in base al Decreto Ronchi (il ministro di AN che da pochi giorni ha rotto i rapporti con il suo vecchio amico Alemanno).

FRANCESCOFRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE E FIGLIA AZZURRA

Come Dagospia nella sua infinita miseria aveva previsto, l\'intenzione del costruttore-banchiere è di trovare un accordo con i soci francesi di Acea e di sostituire al più presto il vertice dell\'utility capitolina\".

 

 

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