TROPPO PICCOLE PER ESSERE SALVATE (DI NUOVO) - NONOSTANTE GLI AIUTI PUBBLICI, 100 BANCHE AMERICANE SONO SULL’ORLO DEL TRACOLLO - IL MERCATO IMMOBILIARE NON RIPARTE, I CLIENTI NON PAGANO I MUTUI, E GLI ISTITUTI SI TROVANO IN MANO CASE PIGNORATE CHE NON VALGONO NULLA - IL SALVATAGGIO DELLE MEGA BANCHE SI è RIPAGATO DA SOLO, QUELLO DELLE MICRO è COSTATO FINORA 6,9 MLD $, SOLDI A CUI I CONTRIBUENTI USA POSSONO Già DIRE BYE BYE…

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PignoramentiPignoramenti

Angelo Aquaro per \"la Repubblica\"

La crisi starà anche finendo ma quasi cento banche che avevano ricevuto aiuti statali, in America, rischiano di fallire. Il motivo: il capitale che si erode sempre di più e la pila di prestiti non restituiti che aumenta, di pari passo con i continui allarmi notificati dalle autorità bancarie e amministrative.

SalvataggioSalvataggio delle banche americane

I bailout, i salvataggi, sono stati una delle operazioni più discusse dell´amministrazione americana, iniziati sotto George W. Bush e rilanciati da Barack Obama. Adesso si scopre che molti di quei fondi Tarp, il programma per il salvataggio degli asset in difficoltà, sono andati perduti per sempre.

Non basta. Il numero delle banche in crisi che hanno ricevuto aiuti statali è cresciuto paurosamente proprio negli ultimi tempi. Nel 2009 erano 47. Nel giugno scorso 78. E ora il Wall Street Journal ne conta 98. In totale, il contribuente ha sborsato per loro 4,2 miliardi di dollari.

bailoutbailout

Sette sono già le banche che pur con i contributi di stato sono fallite: 2,7 miliardi non verranno così mai più restituiti. Di dieci milioni è il prestito medio ricevuto dalle banche ora in pericolo. Tutte piccoline per la verità: 439 milioni la media degli asset posseduti. Nomi non proprio conosciutissimi: come la Bank of Milwaukee o la CommunityOne Bank of Asheboro del North Carolina.

SoldiSoldi nel lavandino jpeg

Ma è quel numero totale, che pericolosamente si avvicina a cento, che fa paura. E quell´altra maledizione che ha accompagnato tutta la recessione: sono i cattivi investimenti immobiliari e l´impossibilità per tanti clienti di pagare i mutui che stanno mettendo nuovamente in pericolo le banche.

ObamaObama

«Sappiamo che un certo numero di istituti sono in difficoltà», riconosce David Miller del Dipartimento del Tesoro. Che, però, difende l´operazione Tarp nel suo complesso. L´amministrazione ha ragione da vendere. I bailout hanno rimesso in piedi giganti del calibro di Bank of America o Citigroup. E proprio il salvataggio di quest´ultima, per esempio, si è alla fine rivelato un affare: il prestito da 45 miliardi ha fruttato 12 miliardi di interessi al contribuente.

D´altra parte è vero però anche un paradosso: le banche «troppo grandi per fallire», secondo la fortunata espressione che ha fatto scuola, ce l´hanno anche fatta proprio perché le più ricche hanno ricevuto più aiuti. Potendo contare, per esempio, sui fondi d´emergenza della Federal Reserve: negati invece agli istituti più piccoli.

LogoLogo \"Citigroup\"

I dati ufficiali forniti dal Tesoro non sono del resto complessivamente più confortanti di quelli denunciati dall´inchiesta del Wall Street Journal. Le banche in difficoltà sono aumentate da 729 a 814: più di un decimo insomma dei 7760 istituti che animano, si fa per dire, il panorama finanziario americano.

 

 

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