UN IMPERO COSTRUITO SUL DEBITO - CARLO TOTO, DOPO AVER APPIOPPATO AIRONE AI FURBETTI DELL’AEROPLANINO SABELLI E COLANINNO, DIVENTA UNICO CONCESSIONARIO DELL’AUTOSTRADA DEI PARCHI, L’ARTERIA TRA LAZIO E ABRUZZO, DI CUI GESTIRÀ LA MANUTENZIONE CON LE SUE IMPRESE EDILI (LA CONCORRENZA RINGRAZIA) - MA IL TRUCCO FINANZIARIO ESCOGITATO PER AFFITTARE GLI AEREI AD ALITALIA CON LE SOLITE SOCIETÀ IRLANDESI NON VA così bene, E L’ESPOSIZIONE (VERA, NON NOMINALE) VERSO LE BANCHE SCHIZZERÀ PRESTO A 1,6 MLD…

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Luca Piana per \"L\'espresso\"

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Chissà se due anni fa, quando ha venduto la sua AirOne alla nuova Alitalia voluta da Silvio Berlusconi, Carlo Toto pensava di mettersi a posto per sempre. I 450 milioni di euro incassati dalla cordata di \"capitani coraggiosi\", come li aveva chiamati il premier, sembravano un cifra sufficiente per farsi una nuova vita. Non che si trattasse di una montagna di soldi, per carità. Lui, l\'imprenditore abruzzese che l\'AirOne l\'aveva costruita partendo quasi dal nulla, come valore di bilancio aveva scritto una cifra di gran lunga più elevata: oltre 700 milioni.

lapresselapresse toto airone

L\'effetto della cessione sui conti era stato così paradossale: vendendo la più amata fra le sue imprese, quella che l\'aveva reso famoso come l\'uomo capace di rompere il monopolio sulla Roma-Milano, la più ricca delle tratte Alitalia, Toto aveva dovuto contabilizzare in bilancio una perdita di 410 milioni. Misteri della finanza d\'assalto: proprio mentre veniva ricoperto da più quattrini di quanti ne avesse visti fino ad allora, Toto era costretto a chiudere il bilancio 2008 con la peggior perdita della sua storia.

Lasciata alle spalle la sfida di AirOne, con i rischi e i debiti che la compagnia si portava dietro, all\'inizio del 2010 Toto ha però annunciato una svolta che, a dispetto dei 450 milioni incassati due anni fa, proietterà i debiti del suo gruppo con le banche alla cifra record di 1,6 miliardi. Toto acquisterà per 89 milioni dall\'Atlantia della famiglia Benetton il 60 per cento della Strada dei Parchi, la società che gestisce l\'autostrada Roma-Teramo (chiamata A24) e il tratto gemello che arriva a Pescara (A25).

ALITALIA ALITALIA

Ne diventerà l\'unico azionista (già oggi detiene l\'altro 40 per cento), puntando poi a fare della concessionaria abruzzese la numero uno di una collezione di infrastrutture che vorrebbe costruire e gestire, dal nuovo porto di Ancona all\'autostrada Pontina. Una nuova avventura che, se da un punto di vista rappresenta l\'ennesima rivoluzione di un imprenditore giunto a 65 anni d\'età, dall\'altra riporterà il gruppo Toto al centro di un complicato sistema di impegni finanziari e di contratti da onorare.

Per capire come Toto stia arrivando a questo punto, occorre tornare nuovamente alla vendita di AirOne. I denari incassati da Roberto Colaninno e dagli altri soci della cordata Cai sono stati in gran parte reinvestiti secondo gli accordi stipulati al momento della cessione: 60 milioni sono stati versati per acquistare il 5,3 per cento della nuova Alitalia; il resto è andato a finanziare una società con sede a Dublino controllata dalla capogruppo Toto Costruzioni Generali, la AP Fleet. La società irlandese ha mantenuto il diritto di acquistare i nuovi aerei Airbus che AirOne aveva prenotato a suo tempo, con l\'accordo di girarli poi in leasing all\'Alitalia.

ROCCOROCCO SABELLI

Uno dei nodi del debito del gruppo Toto è proprio nella AP Fleet. Alla fine del 2009 la società dichiarava di aver ordinato 68 aerei, da consegnare entro il 2018, con un esborso complessivo previsto di 3,1 miliardi di euro. Soldi che il gruppo ovviamente non ha ma che, al bisogno, chiede in prestito alle banche, in genere disponibili a finanziare fino a tre quarti del prezzo di ogni aereo, prendendo come garanzia unicamente gli stessi velivoli. Anche se la natura di questo genere di prestiti è dunque diversa dai debiti contratti direttamente dall\'azienda, è però altrettanto chiaro che i debiti contratti ricadono comunque nel perimetro del gruppo Toto.

Nel 2010, a dire il vero, l\'Alitalia di nuovi Airbus dalla AP Fleet ne ha ritirati solo tre, cinque in meno del previsto. Gli altri li ha acquistati direttamente da Airbus: il motivo, spiegano al gruppo Toto, è legato alle difficoltà del settore aereo durante la crisi della scorsa primavera, seguita all\'esplosione del vulcano islandese Eyjafjöll, quando le banche hanno bloccato tutti i finanziamenti al mondo del trasporto aereo. E l\'Alitalia, per completare la propria flotta, ha dovuto scavalcare Toto, rivolgendosi direttamente all\'Airbus.

ROBERTOROBERTO COLANINNO

AP Fleet, comunque, vedrà il proprio indebitamento crescere ancora. I 275 milioni di euro di debiti di fine 2009 della società, stando alle prime indicazioni, saliranno nel bilancio 2010 a circa 390 milioni. Per raggiungere entro i prossimi cinque anni la quota di 800 milioni.

Se l\'attività di noleggio aeroplani è il primo degli snodi del debito dell\'imprenditore abruzzese, il secondo è rappresentato dalla Strada dei Parchi. Fino a oggi Toto, in quanto azionista di minoranza delle autostrade abruzzesi, non ha mai dovuto considerare nel proprio bilancio le attività e le fonti di finanziamento della società.

Ora però sarà costretto a farlo. E la Strada dei Parchi, in perdita da anni, si porta dietro obblighi pesanti: oltre a debiti con le banche per 220 milioni, dovrà versarne all\'Anas altri 640 lungo la durata della concessione, pagando all\'ente pubblico delle strade una specie di canone. In più dovrà effettuare ingenti lavori, alla luce della nuova convenzione firmata dall\'Anas, che ha portato dal primo gennaio scorso a un aumento medio delle tariffe di pedaggio dell\'8,14 per cento.

In particolare dovrà spendere 250 milioni per potenziare l\'ingresso in Roma, dove negli orari dei pendolari si formano lunghe code, più altri 708 milioni in opere di manutenzione ordinaria e straordinaria. Che sono poi il vero motivo dell\'interesse del costruttore abruzzese nella società autostradale, visto che conta di realizzare da sé gran parte di questi lavori, secondo un meccanismo che si è affermato in tutta Italia, a dispetto delle accuse di opacità e di aumento dei costi che genera.

ANASANAS

Per far fronte ai debiti esistenti e preparare le munizioni per i lavori, Toto conta su due aspetti. Il primo è un\'operazione di rifinanziamento (con il meccanismo del \"project financing\", dove la garanzia è fornita dall\'infrastruttura stessa e non dalla società che li intraprende) da 580 milioni di euro, le cui trattative sono in corso con Dexia e Société Générale. Il secondo è rappresentato da ulteriori aumenti delle tariffe, tuttora basse rispetto alle più salate tratte del Nord (un esempio che viene fatto sono gli 0,80 euro per il transito nei 10,2 chilometri del traforo sotto il Gran Sasso, rispetto ai 36,8 euro per il passaggio negli 11,6 chilometri del tunnel del Monte Bianco).

BENETTONBENETTON AL COMPLETO

Correndo sui fili sottili di queste strutture finanziarie, Toto conta dunque di contenere il debito della capogruppo al di sotto dei 200 milioni, a fronte degli 1,6 miliardi di esposizione totale. Una cifra che, tuttavia, resta consistente per un gruppo che, autostrade incluse, ha un giro d\'affari compreso fra i 350 e i 400 milioni.

PASSIONE D\'ASFALTO

Le origini della Toto Costruzioni Generali risalgono al Dopoguerra e alla piccola ditta edilizia del papà di Carlo Toto, Alfonso. L\'attuale patron inizia a lavorarci fresco del diploma di geometra e, alla fine degli anni Sessanta, introduce l\'impresa nel mondo degli appalti pubblici prima in Abruzzo, poi a Roma, dove nel 1981 rileva la Palmieri Costruzioni.

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Nel 1982 viene arrestato con un funzionario Anas in una rara indagine pre-Mani Pulite, relativa all\'appalto per un ponte sul fiume Comano, poi crollato. Nel 1988 arriva la condanna in appello per falso.

Nel 1988 acquista la compagnia aerea AliAdriatica, la ribattezza AirOne e ne fa il principale concorrente privato dell\'Alitalia sul mercato domestico, dove ottiene le rotte per volare sulla Milano-Roma.

Stringe le relazioni con il mondo della politica, finanziando numerosi partiti di tutto l\'arco istituzionale. È in ottimi rapporti sia con i leader nazionali che con quelli locali, a cominciare dal sindaco di Pescara Luciano D\'Alfonso (Margherita).

Nel 2000 vince insieme alla Autostrade della famiglia Benetton la concessione per la gestione della A24 fra Roma e Teramo e della A25 fra Torano e Pescara. Viene costituita una società (la Strada dei Parchi Spa) nella quale Toto ha il 40 per cento.

AutostradaAutostrada dei parchi con il Gran Sasso sullo sfondo

Nel 2008 vende AirOne alla cordata Cai, guidata da Roberto Colaninno, che rileva le attività dell\'Alitalia. L\'unione permette alla nuova Alitalia di ricostituire il monopolio di fatto sulla preziosa rotta fra Milano Linate e Roma Fiumicino.

Da AirOne il gruppo Toto esce con una minusvalenza di 410 milioni di euro fra il valore della compagnia scritto a bilancio e i quattrini incassati da Cai, pari a 450 milioni. Toto ha reinvestito 60 milioni nella Cai stessa, acquistando il 5,3 per cento, e il resto nell\'irlandese AP Fleet, che affitta gli aerei in leasing all\'Alitalia.

Oggi la Toto è definita dal gruppo la prima azienda di costruzioni in Abruzzo e \"tra le prima trenta in Italia\". Sta realizzando una delle gallerie più impegnative, lunga 5,5 chilometri, della variante di valico sull\'autostrada A1 fra Bologna e Firenze.

All\'inizio di gennaio è stato annunciato l\'acquisto per 89 milioni di euro del 60 per cento di Strada dei Parchi oggi in mano alla Autostrade.

 

 

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