NON C’È UN GIUDICE A SAN MARINO - LA GUARDIA DI FINANZA METTE SOTTO INCHIESTA TUTTA LA MAGISTRATURA DEL TITANO CON L’ACCUSA DI EVASIONE FISCALE - 19 CITTADINI ITALIANI NEL MIRINO DELLA PROCURA DI RIMINI CHE LI RITIENE FITTIZIAMENTE RESIDENTI SULLA ROCCA E QUINDI REI DI NON AVER DICHIARATO PER ANNI I LORO REDDITI AL FISCO ITALIANO - REAZIONE FURIOSA DEL GOVERNO: “ATTACCO ALLE FONDAMENTA DELLA REPUBBLICA” - UNO DEGLI ACCUSATI IRONIZZA: “DA SEMPRE I GIUDICI DI SAN MARINO SONO ITALIANI, PROPRIO OGGI SI SVEGLIANO?”…

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Mario Gerevini per il \"Corriere della Sera\"

sansan marino

Tutti i giudici della Repubblica di San Marino sono sotto inchiesta in Italia per evasione fiscale. La Guardia di Finanza al termine di un\'indagine mirata e riservatissima avrebbe consegnato un dossier alla Procura della Repubblica di Rimini. E l\'informativa, dicono fonti della magistratura sammarinese, sarebbe ora sul tavolo del capo della Procura, Paolo Giovagnoli. I giudici sono tutti cittadini italiani ma di diversa provenienza (Rimini soprattutto, poi Bologna, Forlì, Ancona, Pesaro ecc.) per cui le singole posizioni saranno stralciate e inviate alle Procure di competenza.

È evidente quanto «scotti» il fascicolo dal momento che, di fatto, sono formalmente sospettati di aver violato le leggi italiane (penali o amministrative si vedrà) i rappresentanti al completo del potere giudiziario di uno Stato estero. Anche, a quanto risulta, i componenti del «Collegio Garante della costituzionalità delle norme» , l\'organo supremo di giudizio, corrispondente alla nostra Corte costituzionale.

sansan marino

La notizia comincia a trapelare nei palazzi del potere di San Marino e le prime informali reazioni sono durissime: «atto politico», «attacco alle fondamenta della Repubblica» , «strategia della distruzione» , eccetera. Già si potrebbe intravedere la possibile linea di difesa: un potere di uno Stato non può essere messo sotto accusa perché verrebbe violata la sovranità dello Stato stesso. E dunque i giudici sammarinesi, anche se italiani, godrebbero di una sorta di immunità in quanto rappresentanti di una funzione sovrana. Ma che cosa viene loro contestato nel dettaglio?

SanSan Marino

L\'accusa mossa ai 19 magistrati sammarinesi, ritenuti fittiziamente residenti sul Titano, è di non aver dichiarato per anni i loro redditi al fisco italiano. Sono tutti nostri connazionali perché l\'ordinamento prevede che debbano essere stranieri (a parte i «conciliatori» che sono come i nostri giudici di pace). Ed è logico in uno Stato di 33 mila anime dove l\'incompatibilità è dietro l\'angolo.

Ad avviare gli accertamenti fiscali è stato il Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Rimini che ha incrociato i nominativi dei giudici sammarinesi con l\'archivio del fisco italiano. È emerso che alcuni non hanno mai presentato dichiarazioni dei redditi in Italia, altri l\'hanno fatta ma per altri redditi non per i soldi percepiti a San Marino Dunque le ipotesi di reato potrebbero essere l\'omessa dichiarazione o l\'infedele dichiarazione. Però per far scattare il reato penale occorre l\'accertamento di un\'evasione superiore a 180 mila euro mentre gli stipendi dei giudici sammarinesi variano da 80 mila a circa 130 mila euro.

SanSan Marino

Un ulteriore elemento di difficoltà per le indagini è la necessità di acquisire informazioni da San Marino. Come si fa altrimenti a capire se la soglia dei 180 mila è stata superata? È plausibile poi che molti magistrati incassino lo stipendio su conti di banche sammarinesi. Ma è assai dubbio che la Repubblica possa essere collaborativa sugli accertamenti (anche bancari) della Finanza italiana nei confronti dei suoi magistrati.

BancaBanca di San Marino

Ogni posizione sarà un caso a sé ma appare improbabile che venga superata la soglia dei 180 mila euro e dunque si instaurino procedimenti penali. In caso di archiviazione partirebbe il procedimento amministrativo per evasione e a quel punto, ripercorrendo a ritroso 5-6 anni di mancate o infedeli dichiarazioni e se l\'accertamento fosse positivo, le multe potrebbero arrivare a 400-500 mila euro per ogni giudice. È chiaro però che gli effetti di questa indagine travalicano già oggi la prospettiva penale o amministrativa. Il profilo è più alto e le prime reazioni fanno intravedere il piano dello scontro: una questione di Stato.

Dice uno dei magistrati al più alto livello: «Tutti insieme accusati? Lascia pensare. Da sempre i giudici di San Marino sono italiani, proprio oggi si svegliano?». Sullo sfondo resta il problema vero e irrisolto tra i due Paesi: lo scambio automatico di informazioni, comprese quelle sui conti correnti bancari. Il Titano non molla, l\'Italia aspetta. Come i cinesi sul fiume, sospettano a San Marino.

 

 

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