1 - LA ROMA POTENTONA DI GIANNI LETTA E ALE-DANNO NON ESISTE PIÙ: CADE LA CANDIDATURA DI NERIO ALESSANDRI AL COMITATO PROMOTORE OLIMPICO 2020
Il tapis roulant sul quale ogni mattina Nerio Alessandri, padrone di Technogym, corre per un\'ora si è improvvisamente bloccato.
Il giovane industriale di Cesena che ha costruito un piccolo impero in giro per il mondo con gli attrezzi per la casa e la palestra, si è ritirato dalla corsa per la candidatura al Comitato promotore delle Olimpiadi del 2020. La notizia della sua candidatura era stata anticipata da Dagospia una ventina di giorni fa e il profilo dell\'uomo che nel 2001 è stato insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro, sembrava una novità gradevole rispetto ai nomi circolati per quella poltrona. Ieri all\'improvviso l\'industriale designer ha buttato la spugna con una dichiarazione in cui giustifica la rinuncia con l\'impegno a tempo pieno \"non compatibile con i progetti di sviluppo dell\'azienda\".
Cade così l\'idea di Gianni Letta e del sindaco dalle scarpe ortopediche Alemanno di affidare a un personaggio fuori dalla mischia la volata per portare a Roma i Giochi Olimpici. Sulla sua rinuncia corrono molte versioni tra cui la freddezza dimostrata dal patriarca del Coni, Gianni Petrucci, e da Mario Pescante, un uomo che preferisce stare dietro le quinte ma esercita un\'influenza notevole sulla scelta del candidato olimpico.
GIANNI LETTAÈ vero ciò che scrive il \"Messaggero\" a proposito dello scarso entusiasmo suscitato dalle prime indiscrezioni sul nome di Mister Technogym; probabilmente il 50enne imprenditore che a soli 22 anni si è messo a costruire in un garage attrezzi per il wellness e la riabilitazione, si aspettava una valanga di applausi.
In realtà a congratularsi con lui sono stati soprattutto l\'amico Luchino di Montezemolo che lo considera una \"firma\" del made in Italy, e con meno calore Matteuccio Arpe, il banchiere che in passato ha avuto una sorta di innamoramento per le capacità manageriali del romagnolo.
wc05 gianni petrucciNel mondo sportivo, dove il wellness è considerato un complemento dell\'agonismo, sono stati in molti ad aggrottare le ciglia, e qualcuno ha pensato con malizia che Nerio Alessandri volesse cogliere l\'occasione per allargare il suo business ignorando che lo scontro olimpico è qualcosa di più di una regolare attività fisica e di un approccio mentale positivo.
Adesso la palla ritorna nelle mani del Maggiordomo di Sua Santità Gianni Letta e del Coni. Il problema è urgente e non si può risolvere con la candidatura debole circolata nei giorni scorsi di Matteo Marzotto, il presidente dell\'Enit, e non sembra nemmeno fondata l\'ipotesi di recuperare la disponibilità di Montezemolo, l\'uomo che nel suo medagliere ha infilato i successi di \"Italia90\".
MARIO E SUSANNA PESCANTEIl più deluso per la discesa dal tapis roulant di Nerio Alessandri è il sindaco Alemanno che avrebbe voluto annunciare il nome del presidente del Comitato Olimpico durante gli Stati Generali della città che si terranno martedì e mercoledì prossimi al Palazzo dei Congressi dell\'Eur. Questo annuncio sarebbe stato l\'unico motivo di interesse per una passerella che molti considerano inutile e dispendiosa.
2 - MORETTI REPLICA A TREMONTI: CARO GIULIETTO SE NON VUOI LE PULCI SULLE CARROZZE E DESIDERI CHE, OLTRE AI BAGNI PULITI, SI ARRIVI AL SUD CON UNA VELOCITÀ SUPERIORE A QUELLA DEI MOSCERINI, CACCIA I SOLDI
C\'è rimasto davvero male Mauro Moretti quando ieri è stato accolto a Firenze da un gruppo di persone al grido di \"assassino, buffone, vergogna, vergogna\".
Per l\'ex-sindacalista di Rimini arrivato a Palazzo Strozzi per una riunione con il presidente della Regione Enrico Rossi, la contestazione è stata la seconda sorpresa in pochi giorni.
La prima gliel\'aveva organizzata con un tiro mancino Giulietto Tremonti con il blitz sul treno per la Calabria da cui era sceso con commenti salaci. Per rimediare alle accuse del ministro-azionista di Ferrovie Moretti è corso a Napoli due giorni fa dove ha rilanciato durante un convegno il polo dei trasporti Napoli-Bari. Davanti alla platea ha ammesso che il trasporto dei pendolari nelle grandi città rappresenta un punto dolente da risolvere in un solo modo: con più treni per i quali occorrono più quattrini.
Come dire: caro Giulietto se non vuoi le pulci sulle carrozze e desideri che, oltre ai bagni puliti, si arrivi al Sud con una velocità superiore a quella dei moscerini, caccia i soldi. Il messaggio era scontato, ma assolutamente chiaro. Purtroppo da quell\'orecchio il ministro non ci sente, mentre ascolta con grande attenzione le critiche feroci degli operatori privati come Arena che attribuiscono a Ferrovie ostruzionismo e disservizi.
MAURO MORETTI AD GRUPPO FSÈ probabile che la contestazione di ieri a Firenze da parte dei comitati sulla strage di Viareggio, abbia irritato profondamente il manager abituato in queste occasioni a sfasciare per l\'ira il suo telefonino. Alla fine però se l\'è cavata con poco perché dopo l\'incontro con il presidente della Regione Toscana che chiedeva certezza sui rimborsi ai passeggeri intrappolati dalla neve il 17 dicembre, il buon Moretti ha promesso uno sconto di 20 euro sull\'abbonamento di marzo dei pendolari e ha assicurato che tra Prato e Firenze verrà aumentato il numero dei treni locali.
3 - LA \"CRESCITA\" SECONDO TREMONTI
Dopo la difesa in trincea contro il debito pubblico il \"ganzo Giulio\" (come lo chiama oggi \"Il Foglio\") si è deciso a tirar fuori un brandello di politica economica che nelle intenzioni dovrebbe servire a rilanciare l\'attività del governo.
E ieri sulla pedana della sala stampa di Palazzo Chigi l\'ex-tributarista di Sondrio sorrideva accanto al Drago di Arcore perché con la sua intelligenza smisurata ha capito che gli ultimi giorni di Pompei hanno bisogno di un puntello psicologico.
Tra le misure del ganzo Giulio è riapparsa la social card, la tessera per sostenere il potere d\'acquisto dei meno abbienti che a detta di tutti è stata un flop clamoroso. A suo tempo l\'Inps annunciò che 1,3 milioni di poveracci avrebbero avuto i requisiti per richiederla. Poi arrivarono 580mila richieste ma fino ad oggi è rimasto ignoto il numero dei beneficiari.
Tremonti in treno verso la Calabria con BonanniInvece di parlare di \"pasticcio in salsa tremontiana\" qualche economista si è preso la briga di calcolare i tagli della spesa pubblica nei servizi sociali.
È il caso degli studiosi che gravitano intorno al sito www.lavoce.info guidato dal professore-fighetto Tito Boeri. Il quadro che viene fuori a proposito dei \"tagli che non fanno rumore\" la dice lunga sulle forbici usate dal governo nel welfare dei servizi.
E vale la pena citare qualche dato: il Fondo nazionale per le politiche sociali che l\'hanno scorso era di 453,3 milioni è stato ridotto a 275, mentre il Fondo per le politiche per le famiglie da 185 è passato a 52,5. Ancora più impressionante è l\'insensibilità per la categoria dei disabili per i quali il governo \"liberale\" ha portato gli stanziamenti da 400 milioni a zero.
È chiaro a questo punto che l\'annuncio della social card gestita d\'ora in avanti in via sperimentale dagli enti caritativi dei comuni più grandi suona come una beffa.
4 - FINO A QUANDO CI SARÀ BAZOLI IL TENTATIVO DI SCARDINARE IL SALOTTO BUONO DELLA RCS SARÀ VANIFICATO - TUTTI SOTTO UN TRENO?
Chi ha assistito alla riunione di ieri tra i soci del Patto di sindacato Rcs racconta che all\'inizio della riunione c\'è stato uno scambio di battute al vetriolo tra Cesarone Geronzi e Dieguito Della Valle.
Era inevitabile che dopo le polemiche dei giorni precedenti lo scarparo marchigiano spiegasse meglio le sue intenzioni davanti ai 13 pattisti che controllano il \"Corriere della Sera\". A mettere fine alla tenzone e alla tensione è stato l\'arzillo vecchietto di IntesaSanPaolo, Abramo-Bazoli, che a voce bassa e con qualche riferimento evangelico si è rimesso al centro del salotto per riappacificare gli animi.
E questa non è una sorpresa perché fin dalla morte dell\'Avvocato Agnelli nel 2003, il patriarca di Brescia ha tenuto stretto tra le mani il suo ruolo di garante morale e pratico degli equilibri dentro Rcs. È lui l\'uomo che dopo aver messo i piedi nel 1984 con la finanziaria Mittel dentro il Gruppo editoriale milanese, nei momenti critici ha buttato sul tavolo la golden share decisiva.
Giovanni BazoliCosì è avvenuto nel \'92 quando si trattò di scegliere Paolino Mieli alla guida del quotidiano, e la stessa cosa si è ripetuta nel dicembre del 1998 quando alla guida del giornale fu chiamato per la prima volta Flebuccio De Bortoli. E la stessa cosa si ripeté nel marzo 2009 quando Flebuccio tornò per la seconda volta in via Solferino. In quel tempo lo scarparo marchigiano Della Valle e il suo amico di merenda Luchino di Montezemolo si batterono per sostenere Paolino Mieli poi di fronte all\'asse di ferro dei due arzilli vecchietti Bazoli-Geronzi tirarono fuori dal cilindro senza successo il nome di Carlo Rossella.
Agli occhi della borghesia milanese e dei poteri forti che 27 anni fa hanno preso il controllo del giornale, Bazoli è una specie di patriarca, ed è a lui che si ispirano il direttore De Bortoli e il l\'editorialista Mucchetti quando sparano cannonate sulla Fiat o su Corradino Passera (il terzo compagno di cordata di Luchino e Dieguito).
Luca Cordero Di Montezemolo e Diego Della Valle - Copyright PizziDallo scontro che si è consumato ieri mattina nel Patto di sindacato di Rcs viene fuori che fino a quando ci sarà Bazoli il tentativo di scardinare il salotto sarà vanificato. Adesso la palla rimbalza dentro Generali dove sicuramente Dieguito non rinuncerà a rinnovare la richiesta di vendere la partecipazione della Compagnia di Trieste dentro Rcs.
In quella sede Cesarone Geronzi dovrà vedersela da solo e dimostrare le ragioni di un investimento che vale quanto gli altri numerosi investimenti che il Leone di Trieste ha in giro per l\'Italia e per il mondo. Uno di questi è piuttosto robusto ed è rappresentato dal 15% che la Compagnia assicurativa ha dentro Ntv, la società dei treni dove convivono i quattrini di Luchino, Della Valle e Passera.
CORRADO PASSERAChissà che non venga in mente al banchiere di Marino di mettere sul mercato questa quota? In fondo - potrebbe essere il suo ragionamento - bisogna salvare il core business della gloriosa Compagnia e fare polizze perché non sta scritto da nessuna parte che oltre a tenere le scarpe nei giornali si debba salire sulle carrozze dell\'Alta Velocità.
CESARE GERONZI - Copyright Pizzi
5 - LA VICENDA SULLE SIM \"FANTASMA\" È SEGUITA CON PARTICOLARE ATTENZIONE DA RICCARDO RUGGIERO
Avviso ai naviganti: \"Si avvisano i signori naviganti che ai piani alti di Telecom si attende da un momento all\'altro con una certa ansia la conclusione dell\'inchiesta della procura di Milano sulle schede Sim \"fantasma\".
Tra carte false e dormienti ma rivitalizzate si arriva a un totale di quasi 6 milioni di Sim truccate. Al di fuori di Telecom la vicenda è seguita con particolare attenzione da Riccardo Ruggiero, detto \"frettella\", che dal 2001 al 2007 è stato amministratore delegato di TelecomItalia\".