Francesco De Dominicis per \"Libero\"
GIULIO TREMONTIAtteso da tempo e auspicato dagli addetti ai lavori, l\'alleggerimento del fisco sui fondi d\'investimento italiani potrebbe creare più di un problema alle banche. Stiamo parlando della norma inserita dal governo nel decreto Mille-proroghe che adegua il regime tributario dei fondi comuni del nostro Paese a quello applicato ai fondi stranieri, finora trattati meglio. Dall\'1 luglio si giocherà ad armi pari. Il prelievo fiscale sui risparmiatori, infatti, scatterà solo al momento della vendita delle quote e non più sulla rendita virtuale, cioè quella maturata ma non intascata.
Un meccanismo, quello corretto dal provvedimento di palazzo Chigi, sistematicamente aggirato dalle società di risparmio gestito italiane - controllate quasi interamente dei big del credito - attraverso la costituzione di cosiddetti \"veicoli\" all\'estero. Manovre sulla soglia della legalità che servivano, in sostanza, per far pagare meno tasse agli investitori-clienti e che sono stati usati pure dagli istituti bancari per il medesimo obiettivo: nascondere utili e sfuggire in parte alla mannaia dell\'Erario.
BERLUSCONI TREMONTIDi qui le gigantesche inchieste degli 007 del fisco che negli ultimi mesi hanno portato allo scoperto un tesoretto da centinaia di milioni di euro, insabbiato nelle triangolazioni estere. Soldi che sono finiti al centro di un braccio di ferro, ancora in corso, tra le Entrate e i legali dei colossi finanziari italiani. Alle preoccupazioni delle banche, peraltro, si aggiungono i timori dei vertici delle sgr. Che, incassato il beneficio dal governo, ora devono fare i conti con la riorganizzazione interna che, stando a prime analisi, non pare un\'operazione da «ordinaria amministrazione».
GIUSEPPE MUSSARISecondo un pezzo da novanta di una sgr italiana, il Milleproroghe «potrebbe avere riflessi sulle strategie delle società di gestione domestiche, molte delle quali si sono dotate di veicoli esteri al fine di poter originare fondi comunitari non penalizzati dal regime fiscale».
ATTILIO BEFERAAspetti assai problematici, quelli relativi all\'applicazione delle nuove norme tributarie, che saranno al centro del tavolo tecnico creato pochi giorni fa da Asso-gestioni con i vertici delle principali sgr italiane. Alla task force, secondo quanto appreso da Libero, parteciperanno anche esperti dell\'agenzia delle Entrate.
Una mossa che potrebbe rivelarsi un mezzo autogol. Le sgr, a conti fatti, corrono il rischio di portare il nemico in casa. Gli sceriffi del fisco in effetti hanno l\'occasione di conoscere a fondo le mosse escogitate dell\'industria finanziaria italiana sullo scacchiere fiscale. E magari di allungare le mani su una fetta di denaro finora tenuto alla larga dalle casse dell\'Erario. Il ministro dell\'Economia, Giulio Tremonti, ci spera di sicuro.