POMPA LA BRIANZA – DOPO IPERMERCATI, FABBRICHETTE E ARCORE ORA C’è PURE IL PETROLIO – SONO TALMENTE RICCHI CHE NON LO VOGLIONO: è NEL PARADISO VERDE DEL CURONE (31 KMQ) - PERCHé IL NO ALL’ENI E IL VIA LIBERA AGLI AUSTRALIANI? MISTERO…

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Giovanni Cerruti per "La Stampa"

Pozzo petrolio in texasPozzo petrolio in texas

Avevano già tutto, dalle tangenziali agli ipermercati, dal mercatone dell'arredamento alla casa della scarpa, dalle ville di Berlusconi e famiglie a quella di Celentano, le fabbrichette e i cumenda. Tutto, pure il club di ultrà interisti, quelli di «Brianza alcolica». Mancava solo il petrolio ed eccolo qua, sotto il verde del Parco del Curone e dieci paesoni che non sanno ancora se crederci davvero, magari spaventarsi, cominciare a far di conto, buttarla in politica o più semplicemente aspettare. «Brianza come il Texas, arrivano i petrolieri», titola «Il Giorno», quotidiano nato con l'Eni e il petrolio di Enrico Mattei.

Aspettando i petrolieri arrivano le prime interrogazioni parlamentari, le prime dichiarazioni scandalizzate dei consiglieri regionali, l'indignazione dell'assessore della provincia di Lecco, Marco Molgora. «Io non ne sapevo niente!». Non sapeva che il ministero dell'industria ha autorizzato gli australiani della Po Valley, che si occupano appunto di energia e trivellazioni: per il ministero possono cominciare le ricerche del petrolio brianzolo.

«No, no - dice Molgora, assessore della giunta di centrosinistra -. Almeno fino al 30 giugno abbiamo ottenuto che nulla si muova. Ci sono le elezioni, meglio aspettare». Ci sono le elezioni anche alla Provincia di Lecco. «Ma io non mi ricandido - dice subito Molgora -. In questa storia del petrolio la campagna elettorale non c'entra». Racconta come l'ha saputa.

«Una sera mi telefona il sindaco di Montevecchia e mi domanda se conosco il motivo della nostra convocazione in Regione. Mi dice che ha ricevuto un fax, che la Po Valley ha i permessi per cominciare i lavori. Ma come? È da un anno che ogni settimana chiamo il ministero per sapere se ci sono novità, mi hanno sempre detto di star tranquillo. E invece hanno deciso quasi di nascosto, mandando avanti funzionari della Regione...».

Pozzi di petrolioPozzi di petrolio

Non è una storia proprio nuova, questa che al momento si ferma sul Parco del Curone, dagli Anni Ottanta, 2700 ettari di natura, agriturismo e aziende agricole, l'unica Brianza verde. Già nel 2001 aveva tentato l'Eni, avevano chiesto il permesso per trivellare la collina, più che petrolio cercavano metano.

«Ma i Comuni del Parco si erano ribellati. Shel Shapiro, l'ex cantante dei Rokes che abita qui tra noi, aveva organizzato un concertone di protesta. Ma che colpa abbiamo noi? Il petrolio? Lo vadano a cercare da un'altra parte. Altrimenti, avanti così, e si metteranno ad asfaltare pure i fiumi e il lago di Como».

Eppure, a sentire l'assessore Molgora, il petrolio della Valle del Curone non è una panzana. «Quelli dell'Eni mica sono stupidi, se volevano trivellare qui vuol dire che le loro ricerche avevano dato risultati». Ma i sindaci di Cernusco Lombardone e Olgiate Molgora, di Osnago e Rovagnate, di Sirtori e Lomagna, di Viganò e Perego, di Missaglia e Montevecchia, si erano dimostrati più forti dell'Eni.

«Pensavamo fosse finita», ricorda Molgora. È finita che l'Eni ha girato ricerche, studi, autorizzazioni e licenze agli australiani di Po Valley. E dall'anno scorso la Brianza petrolifera è tornata a volteggiare sul Parco.

Sul sito internet di Po Valley ancora non si parla di questa avventura. Si può trovare il vecchio progetto, quello che ha messo sotto osservazione un'area di 297 chilometri quadrati, tra la provincia di Lecco e quelle di Milano e Bergamo. Ora l'area si è di molto ridotta, appena 31 chilometri quadrati, e il centro del centro sarà nelle vecchie cave della frazione Fornace o dove c'era l'allevamento di vacche, alla Cascina Bagaggera. E si possono leggere le conclusioni di geologi e geofisici: «Le relazioni hanno accentuato due grandi strutture di petrolio a Rovagnate, una a 3 mila 500 metri di profondità e l'altra a 6 mila metri».

CONTADINO NEL PARCO DEEL CURONE, BRIANZACONTADINO NEL PARCO DEEL CURONE, BRIANZA

A Rovagnate nulla ne sanno, e nemmeno al confine con Olgiate, dove proprio sopra il mare di petrolio brianzolo adesso c'è il Playa Cafè del signor Gianni, biondo ossigenato e tatuato. A metà pomeriggio guarda Danilo Di Luca che vince la tappa del Giro d'Italia e annuncia: «Il Texas è davvero nel cuore della Brianza». Ci credono poco, al Playa Cafè. «L'unica preoccupazione è per l'aumento del prezzo della benzina, è questo l'unico petrolio che ci interessa», dice «Asso» Caldirola. Manco li sfiora il dubbio, il sospetto che possa essere tutto vero. «Il Texas qui? Ma andiamo...».

Aspettare il 30 giugno. Aspettare le risposte alle interrogazioni di parlamentari e consiglieri regionali leghisti: «Non possiamo mettere a repentaglio la bellezza, la tranquillità e la salubrità di quest'area. Si tratta di una situazione allarmante». Nel progetto è prevista una torre alta 28 metri, con trivelle che scenderanno a cercare gas metano fino a duemila metri e petrolio fino a seimila. Molgora la teme quella torre. L'hanno prevista tra un anno, quando non sarà più assessore. E per non rassegnarsi alla Brianza petrolifera chissà, magari non resta che Adriano Celentano. «Abita così vicino...».

 

 

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