IL TRI-STREGONE NOVARI – L’AD DI 3: “MEGLIO LA VERSIONE Più VELOCE E MENO CARA DEL PIANO CAIO” (SENZA TOCCARE LA RETE FISSA TELECOM) - “DIGITALE GRANDE OCCASIONE: IL SATELLITE ORMAI è DOMINATO DA UN MONOPOLIO” – COME SFILARE 5 MLD A LI KA-SHING…

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1 - VIVA LA BANDA MOBILE...
Da "Il Foglio"

Vincenzo NovariVincenzo Novari

"Mi prendevano per pazzo", dice Vincenzo Novari, amministratore delegato di 3. Forse lo prendono per pazzo ancora adesso, visto che continua a predicare la bontà della tv sul telefonino quando davvero poche persone seguono quella che Novari ha sempre chiamato "rivoluzione". Ma non c'è alcun mea culpa nelle parole di Novari.

"Forse abbiamo imboccato troppo presto una strada, ma continuo a credere che sia la direzione giusta. Forse non abbiamo appieno valutato che per quella rivoluzione occorrevano dei terminali di massa, quindi economici, a poco prezzo, dei minitelevisori.
Ma ci stiamo arrivando. Basti pensare al boom delle chiavette per i notebook e, dopo Internet, i consumatori sul telefono vorranno vedere anche la tv".

Vincenzo Novari e fidanzata - Copyright PizziVincenzo Novari e fidanzata - Copyright Pizzi

Proprio sulla tv, secondo Novari, il governo è chiamato a una scommessa. "Paolo Romani, da pochi giorni nominato viceministro allo Sviluppo economico per le comunicazioni, potrà davvero essere considerato come il padre del digitale terrestre in Italia. Il digitale terrestre è una grande occasione per democratizzare lo sviluppo delle telecomunicazioni. Perché il satellite è ormai dominato da un monopolio".

Forse perché è alla testa della società più piccola della telefonia, Novari si concede critiche e stilettate che gli altri big del settore non si sono concessi nella serie di interviste che il Foglio ha avviato in concomitanza con la consegna del rapporto Caio, commissionato dall'esecutivo al superconsulente Francesco Caio per lo sviluppo delle comunicazioni.

Franco BernabèFranco Bernabè

Anche sulle reti Novari ha le idee chiare sulle reti, ma fa una digressione geo-eco-tecnologica: "Da oltre 20 anni ci sono due modelli alternativi. Quello americano e quello euro-asiatico. Il primo è incentrato sul fisso e ha generato colossi dell'infrastruttura di rete come Cisco e Hp. Le ultime evoluzioni di questo modello sono il wi-fi e il wi-max. Il
secondo modello, quello che definisco euro-asiatico, ha sempre puntato sulla tecnologia mobile. In Giappone e in Corea l'accesso al Web è basato sulla rete mobile. Non a caso protagonisti di questo modello sono Nokia, Ericsson, Huawei...".

Alt. Dottor Novari, va bene che il suo proprietario è di Hong Kong, ma parliamo dell'Italia: "Non sto deviando dal tema. Mi lasci completare. Io penso che il modello euro-asiatico è quello che più soddisfa il cliente, perché consente ad esempio l'accesso a Internet da casa anche attraverso una rete mobile: più veloce e più semplice. In altri termini, meglio avere più frequenze che dover scavare e costruire nuove canaline".

Francesco CaioFrancesco Caio

Questo ragionamento conduce a dire che non è importante lo scorporo della rete fissa da Telecom per metterla davvero a disposizione dei concorrenti e permettere la creazione della nuova rete in fibra ottica. "Non mi faccia dire quello che non penso. Io dico che secondo quanto mi consta il rapporto Caio indica due alternative di politica industriale.
La prima è portare in due anni al 99 per cento della popolazione due megabit di banda larga grazie a un concorso tra pubblico, operatori e produttori di infrastrutture".

Quando parla di "pubblico" che cosa intende? E quanti soldi deve mettere? "Per pubblico intendo soprattutto che i comuni devono mettere a disposizione gratuitamente i siti". La seconda alternativa "comporta una mobilitazione di investimenti pari a dieci miliardi di euro e dieci anni di tempo. Mi chiedo: il tempo è una variabile indipendente?".

Li Ka-ShingLi Ka-Shing

Scommetto che vuol dire che preferisce la prima alternativa, che non tocca la rete fissa dell'ultimo miglio di Telecom... "Preferisco la prima alternativa per due ragioni in particolare: non fa perdere tempo e costa meno". E fa felice Franco Bernabè, numero uno di Telecom.

A proposito è del tutto accantonata la fusione con Telecom di cui si parlò tempo fa? "Sì, attualmente il conferimento di 3 condurrebbe a un'ipervalutazione di Telecom". Bè non è che il vostro conto economico sia dei migliori. E' vero che dopo aver sborsato a fine 2008 500 milioni di euro il vostro azionista dovrà coprire altre perdite quest'anno? "Il 2009 sarà l'ultimo anno in cui bruceremo cassa, anche se si dimentica che non viene bruciata ma utilizzata per lo più per investimenti".

Pensare che dovevate chiudere già quest'anno il primo bilancio in pareggio, se non in utile... "E' vero. Ma occorre considerare tre fattori. Che i prezzi da tempo sono decrescenti. E che ci sono state due iniziative populistiche". Populistiche? "Come
definire l'eliminazione dei costi di ricarica voluta dall'ex ministro Bersani? E come definire la strategia del commissario europeo Reding, che abbassando i costi di terminazione non ha fatto altro che far lievitare le tariffe?".

Sul mercato corre voce di uno spezzatino di 3: Vodafone si prende i clienti, Wind la rete e Telecom i debiti per utilizzarli come "bara fiscale" per pagare meno imposte. "Le bare fiscali non sono consentite dall'ordinamento". Non ha risposto: 3 è in vendita o no? "E' in vendita come lo è Telecom, o qualsiasi altra azienda. E' una questione di prezzi. Noi comunque siamo alla fine di un percorso. Dopo sei anni, nel 2010, produrremo cassa e avremo un margine positivo".

Pierluigi BersaniPierluigi Bersani

E' vero che il suo azionista, Hutchison Wampoa, cerca partner? "E' stato scritto che alcuni player finanziari internazionali, non europei, sono interessati ad affiancare Hutchison". Ma quando sente il suo azionista che sta a Hong Kong che cosa vi dite della crisi? "Ci vediamo mensilmente e ci sentiamo tutti i giorni. In oriente si ritiene che la ripresa possa partire non prima della seconda metà del 2010. Lì si sta puntando, penso più che nei paesi occidentali, sulle innovazioni tecnologiche e sulla produttività, per tornare su un sentiero di sviluppo, non di carta, non virtuale, ma spingendo sull'economia
reale".

Tremontiano pure lei? "Il dna del nostro ministro dell'Economia e delle Finanze è un ibrido tra uno dei più fini intellettuali-economisti in Europa e un uomo d'azione e di governo. Ma nel dibattito su interventismo statale e nuove regole necessarie scorgo un rischio: che ci possa essere un totalitarismo statale. Ossia tanto stato e meno regole". Non era la prospettiva del governo italiano, dice Novari: "Silvio Berlusconi ha avuto un mandato chiaro su quattro punti: sicurezza, giustizia, infrastrutture e riforma dello stato".

Il giudizio, per il numero uno di 3, è sospeso: "La sicurezza è il tema su cui il governo ha dato più risposte. Sulla giustizia mi sembra che si è in working progress. Sulle infrastrutture, aspettiamo i fatti dopo tante parole. Sulla riforma dello stato, oltre a riporre le dovute speranze sull'efficacia del ministro Brunetta, non bisognerebbe avere reazioni demagogiche sulle auto blu o sugli assistenti dei parlamentari ma avere il coraggio di mettere mano alla macchina statale per renderla compatibile col bilancio dello stato". Ovvero, un bel dimezzamento degli statali.

2 - IL MANAGER ASSUNTO (DA CAIO) CHE GRAZIE AL FATTORE C SFILò 5 MILIARDI A MISTER LI KA-SHING...
Da "Il Foglio"

Vincenzo Novari è nato a Genova nel 1959 e dopo esserne stato il fondatore è oggi l'amministratore delegato di 3 Italia, la compagnia di telefonia mobile con oltre 8,2 milioni di clienti. Dopo la laurea in Economia e commercio all'Università di Genova nel 1985, Novari inizia le esperienze professionali nel largo consumo in aziende come Johnson Wax, L'Oreal e Danone.

Nel 1995 approda al settore delle telecomunicazioni, entrando in Omnitel Pronto Italia come direttore marketing. "Mi ha assunto Francesco Caio", ricorda al Foglio. Un anno
dopo assume la carica di Vice-President del settore vendite, marketing e logistica ed entra a far parte del comitato esecutivo dell'azienda di telecomunicazioni. Nel 1999 viene nominato amministratore delegato di Omnitel 2000.

La "passione per le nuove sfide" - dice - lo porta, nel febbraio del 2000, a ricoprire la carica di direttore generale in Andala, la società creata da Renato Soru e Franco Bernabè per partecipare alla gara per l'assegnazione della licenza Umts. Nell'ottobre 2000 diventa amministratore delegato di Andala spa, poi ribattezzata H3G nel febbraio 2001. Sotto la sua gestione, nel marzo 2003, H3G Italia è il primo operatore a lanciare i servizi Umts in Europa.

Così Novari racconta a chi glielo chiede come ha fatto a convincere il magnate di Hong Kong Li Ka-Shing di Hutchison Whampoa - "la multinazionale di cui non avete mai sentito parlare", la definì un banchiere vicino a Novari - a farsi dare cinque miliardi di euro e diventare azionista di 3: "La presentazione dell'azienda fila via liscia. Spiego l'insieme
delle ragioni che fanno dell'Italia il posto giusto per sviluppare il 3G. Sono in giornata di grazia, o sono assistito dal fattore C., sta di fatto che il gran capo di Hutchison mi prende sottobraccio e mi fa: we can do it".

 

 

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