IOR LO VUOLE – “CACCIATO” PRIMA DELLA SCADENZA CALOIA DAL VERTICE DELLA BANCA DEL VATICANO (40 MILA C/C, CLIENTI TOP SECRET) – LA GOCCIA, IL LIBRO “VATICANO SPA” - CHI È GOTTI TEDESCHI, IL BANCHIERE OPUS DEI CARO A TREMONTI, ALLA GUIDA DELLO IOR…

Condividi questo articolo


1 - IOR, CHIUDE DOPO VENT'ANNI L'ERA CALOIA
giacomo galeazzi per La Stampa

«L'era Caloia si è conclusa». Per tre giorni, da martedì a giovedì, si è riunita in Vaticano la commissione di quindici porporati che sovrintende alle questioni organizzative ed economiche della Santa Sede. Hanno approvato il bilancio annuale del Vaticano, ma soprattutto hanno discusso del futuro dello Ior, la banca del Vaticano con i suoi 130 dipendenti, i 40 mila conti correnti, i clienti selezionati e top secret.

Angelo CaloiaAngelo Caloia Tarcisio BertoneTarcisio Bertone

La sorte del presidente è stata decisa. «L'uscita di Angelo Caloia è certa», concordano fonti vaticane e bancarie. E avverrà ben prima dei due anni che mancano alla scadenza prevista. Del nuovo assetto di vertice si occuperà presto un altro «conclave» più ristretto, cioè il consiglio dei cinque cardinali che vigila sulla banca del Papa, presieduto dal segretario di Stato, Tarcisio Bertone e la cui composizione è recentemente stata modificata come «prologo di un più generale cambiamento allo Ior».

Il rinnovamento «tranquillo» del governo «gentile» di Benedetto XVI ha riguardato l'intera Curia, inclusa la novità senza precedenti del mandato non rinnovato alla scadenza del quinquennio al «papa rosso» Sepe, ministro delle missioni. Scelte anche traumatiche, che però finora non avevano riguardato la cabina di comando della banca vaticana. Caloia, osservano in Curia, è l'ultimo del vecchio corso rimasto sulla sua poltrona oltre al ministro dei vescovi, Giovanni Battista Re.

«Lo Ior non è una realtà semplice e il cambio della guardia ha richiesto più tempo». Nei Sacri Palazzi si ipotizza che non sia dispiaciuto troppo a Caloia il libro-scandalo «Vaticano spa» sui conti segreti dell'Istituto. Inoltre il banchiere che da vent'anni domina la banca vaticana si sarebbe costituito «un'uscita più che onorevole» con un incarico «operativo e molto ben remunerato in Fideuram», da affiancare alla «pensione faraonica» predisposta allo Ior.

E anche se ai suoi collaboratori continua ad assicurare che resterà fino a tutto il 2010, lo stesso Caloia è a conoscenza della volontà del Papa e del suo braccio destro, il salesiano Bertone di procedere all'avvicendamento «nel volgere di pochi mesi».

Con lui è in uscita anche monsignor Piero Pioppo, per il quale l'ex segretario di Stato, Sodano (poco prima di lasciare l'incarico) ha ricreato quella carica di Prelato dello Ior rimasta vacante dopo l'infausta stagione di Paul Marcinkus, Luigi Mennini, Pellegrino de Stroebel e Donato De Bonis.

Per lo «zelante» Pioppo, che fa parte del servizio diplomatico della Santa Sede, si prospetta la promozione in una della nunziature che entro breve passeranno di mano. Nell'Istituto di Ratzinger-Bertone difficilmente sarà confermato il vicepresidente Virgil Dechant, mentre il direttore generale Paolo Cipriani e il suo vice Massimo Tulli sono appena stati nominati e sono «emanazione» del nuovo corso ratzingerian-bertoniano.

CAMERUNENSE ACCOGLIE RATZINGERCAMERUNENSE ACCOGLIE RATZINGER

Della necessità di un ricambio si sarebbero convinti nella Commissione di Vigilanza, oltre al trio di Curia (Tarcisio Bertone-Attilio Nicora-Jean Louis Tauran) anche i cardinali extraeuropei Telesphore Placidus Toppo e Odilo Pedro Scherer. Caloia, mandato scaduto e prorogato «fino a diversa soluzione», è considerato «espressione di passate gestioni» della segreteria di Stato e «autonomo» al punto da difendere l'amico Giovanni Bazoli messo sotto scacco da Mediobanca e scontrarsi con l'economo dei salesiani e presidente della Polaris investment Italia, Giovanni Mazzali sulla gestione del risparmio etico degli enti ecclesiastici.

gotti tedeschigotti tedeschi

Salvo improbabili outsider dell'ultim'ora, la scelta del Papa e di Bertone è orientata su Ettore Gotti Tedeschi, economista della Cattolica, editorialista dell'«Osservatore romano» e navigato banchiere (McKinsey, Akros, Banco Santander), favorito sull'«anziano» Hans Tietmeyer, ex presidente della Bundesbank, e sull'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, sponsorizzato da Re ma azzoppato dalle bufere giudiziarie.

Gotti Tedeschi potrà contare sulla cooperazione del fedelissimo di Bertone, il genovese Giuseppe Profiti, direttore amministrativo del Bambin Gesù, e a suo tempo indicato come possibile candidato, e su quella dell'uomo di fiducia del cardinale Angelo Bagnasco, Marco Simeon, il giovane sanremese da tempo «ambasciatore» di Cesare Geronzi in Vaticano.

Tra i signori della «finanza bianca», i tradizionali alleati di Caloia (Giovanni Bazoli, Corrado Passera, Giuseppe Guzzetti) sembrano ormai convergere con i sostenitori del cambiamento (Fabrizio Palenzona, Paolo Biasi, Carlo Fratta Pasini, Roberto Mazzotta). Favorevole a Gotti Tedeschi sia l'Opus Dei sia la ciellina Compagnia delle Opere. Nella torre Niccolò V in Vaticano si volta pagina.

Bazoli e PasseraBazoli e Passera


2 - CHI È GOTTI TEDESCHI, IL BANCHIERE OPUS DEI CHE GUIDERÀ L'ISTITUTO
PER LE OPERE DI RELIGIONE (IOR)
Francesco Manacorda per La Stampa

La cattedra a Milano - in Cattolica, ovviamente - e la rubrica sull'Osservatore Romano. Il ruolo di economista assai ascoltato da Papa Benedetto XVI e l'esperienza nel mondo McKinsey. Lo strettissimo legame con lo spagnolo Don Emilio Botin, di cui è plenipotenziario in Italia, e il rapporto solido, basato su una conoscenza che dura da venticinque anni ma che di recente si è assai rinsaldata, con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti.

Se insomma - come tutte le previsioni della vigilia lasciano intendere - sarà Ettore Gotti Tedeschi ad assumere presto al guida dello Ior, la banca vaticana verrà presto rappresentata da un uomo di vastissimi e ramificati rapporti che vanno ben oltre il comune denominatore di quella che viene genericamente rappresentata come «finanza bianca».

Esperienze iniziali come consulente nella francese Metra-Sena, il sessantaquattrenne Gotti Tedeschi è infatti passato in gioventù anche da quell'ateneo del consulting che era l'americana McKinsey, la stessa da cui è uscita una generazione di banchieri come Corrado Passera e Alessandro Profumo.

Libro VaticanoLibro Vaticano

Poi l'approdo al mondo bancario attraverso la Procomin di Imi e Bnl e la merchant bank pubblica Sige. E' qui che Gotti Tedeschi conosce Gianmario Roveraro, membro dell'Opus Dei ed esponente dell'ala più tradizionalista della finanza cattolica, con il quale fonda all'inizio degli Anni ‘80 la banca d'affari Akros.

E' un sodalizio che dura circa dieci anni, quello tra il prossimo presidente dello Ior, e Roveraro che due anni fa fu rapito e ucciso in un'oscura vicenda, salvo interrompersi bruscamente nel 1992.

Dopo lo strappo Gotti Tedeschi si avvicina a Emilio Botin, potentissimo presidente e azionista del gruppo bancario spagnolo Santander, anch'egli in odore di Opus Dei. Di Botin, il banchiere italiano diventa il vero ambasciatore nella Penisola, gestendo anche la partecipazione nel Sanpaolo-Imi e uscendo sconfitto dalla fusione tra il gruppo torinese e Banca Intesa, che era sgradita ai soci stranieri.

Emilio BotinEmilio Botin

La più recente vita di Gotti Tedeschi lo vede tutt'altro che inattivo: presidente in Italia di Santander Consumer Finance, diventa editorialista di peso del quotidiano della Santa Sede, ma anche consulente ascoltato del governo. Proprio un anno fa il ministro dell'Economia lo nomina suo consigliere per i problemi economico-finanziari e per l'etica nei sistemi internazionali.

Poi, a maggio, Tremonti, che non disdegna citare Benedetto XVI nei suoi interventi, inserisce Gotti Tedeschi in altre due posizioni, meno simboliche ma più operative: prima nel consiglio d'amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti e poi alla presidenza di F2i, il fondo per le infrastrutture guidato da Vito Gamberale e considerato uno dei più interessanti strumenti di intervento a cavallo tra pubblico e privato.

VIGNETTA TREMONTI REPUBBLICAVIGNETTA TREMONTI REPUBBLICA

Sempre nell'ultimo anno il Gotti Tedeschi post crisi finanziaria ha spiegato in numerose sedi che non è il capitalismo in sè la causa dei guasti provocati all'economia, ma una rincorsa degli Usa a drogare una crescita altrimenti troppo bassa, che gli avrebbe fatto perdere la supremazia mondiale a vantaggio dell'Asia. Adesso, sostiene ancora l'economista, la mossa vincente per superare gli effetti della crisi dovrebbe essere quella di «trasferire tutta la capacità produttiva in eccesso nel Terzo mondo, aiutandolo ad entrare nel ciclo produttivo».

Un vero e proprio «Piano Marshall» per Asia e Africa che preveda anche investimenti di medio lungo periodo. Un progetto globale per la creazioee di nuovi produttori e consumatori, insomma, che «consentirebbe alle imprese di non veder crollare i loro fatturati e di non essere costrette a licenziare».

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…