BANCA INTESA IMPONE UNA STANGATA AI RISPARMIATORI, MA DA’ LA COLPA A DRAGHI – I COSTI DI UN CONTO CORRENTE AUMENTATI DI 120 EURO ALL’ANNO: 10 EURO AL MESE – LA POLITICA DELLA BCE DEI TASSI A ZERO STA COSTANDO TROPPO ALL’ISTITUTO DI CARLO MESSINA. EPPURE, L’UTILE E’ CRESCIUTO DEL 13%

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Flavio Bini per la Repubblica

 

gian maria gros pietro carlo messina giovanni bazoli gian maria gros pietro carlo messina giovanni bazoli

Le prime comunicazioni sono partite intorno alla metà di maggio. Destinatari i correntisti delle banche del gruppo Intesa Sanpaolo. Quattro pagine, tabelle incluse, per annunciare una piccola rivoluzione: dal primo agosto lasciare i soldi fermi sul proprio conto corrente avrà un costo. Anche se quel conto, quando è stato sottoscritto, era a zero spese. L' accelerazione è da supercar: si passa da 0 a 120 euro l' anno. Un salasso per chi aveva sottoscritto per esempio l' opzione Zerotondo, che dieci anni fa prometteva nessuna spesa in banca. E che per di più arriverà in piena estate.

 

DRAGHI DRAGHI

La spiegazione la fornisce l' istituto a pagina uno. La politica monetaria del governatore della Bce, Mario Draghi, ha spinto i tassi sotto zero e sta costando troppo alle banche. La soluzione? Riversare i costi sui depositanti. Eppure a scorrere i risultati dell' istituto guidato da Carlo Messina, fresco di nomina di Cavaliere del Lavoro, il sacrificio chiesto ai correntisti stride con i numeri registrati nell' ultimo anno: l' utile netto è cresciuto del 13,6% a 3,111 miliardi di euro con un miliardo di ricavi di commissioni da conti correnti, in lieve calo (-2,4%) rispetto al 2015.

 

carlo messina carlo messina

«L' intervento tocca rapporti di conto stipulati in un contesto economico profondamente diverso, rispetto ai quali - negli anni - non ci sono stati adeguamenti o comunque non in misura sufficiente», spiega la banca a Repubblica. «Sono stati esclusi a priori i conti sociali, quelli legati a particolari convenzioni e le zone colpite dal terremoto. Nel complesso, quindi, non più del 30% delle posizioni verrà rivista».

 

Cosa cambierà concretamente per i clienti dipenderà da molte variabili: dal tipo di conto alla data di apertura, fino al livello di giacenza medio nell' anno passato, cioè quanti soldi sono rimasti in media depositati. Fino a 2000 euro non ci sarà nessun aumento e, in nessun caso, supererà i 10 euro al mese. Per far scattare il rincaro massimo basterà avere aperto il conto prima del 2009 e avere lasciato in media 10 mila euro nel 2016. Per tutti gli altri, tra 2 e 10 mila euro, gli incrementi vanno da 2,4 a poco più di 100 euro l' anno.

 

carlo messina giovanni bazoli carlo messina giovanni bazoli

L' istituto aggiunge poi che «a tutti i clienti interessati dalla manovra è stata inviata una comunicazione cartacea o digitale». Comunicazione che però, ad oggi, moltissimi clienti non hanno ancora ricevuto. La banca offre infine un' alternativa. L' istituto - si spiega nella comunicazione di maggio - «darà corso a interventi annuali di miglioramento delle condizioni sino all' azzeramento dell' incremento» . Come?

 

Per ottenere uno sconto sul canone i clienti avrebbero due strade: sperare in un' inversione di rotta della politica monetaria condotta dal presidente Draghi, e quindi in un aumento dei tassi, o togliere i propri soldi dal conto. Investendoli in prodotti finanziari, spendendoli in beni di consumo o tenendoseli per sé. Nel mondo capovolto dei tassi sottozero il paradosso è servito: se avete soldi da parte lasciateli sotto il materasso. Ve lo chiede la banca.

 

 

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