LA BCE RIPORTA LE BANCHE ITALIANE SULLA TERRA - FRA AUMENTI DI CAPITALE, FUSIONI E RINNOVI STATE DIMENTICANDO IL PROBLEMA NUMERO UNO: LE SOFFERENZE RESTANO TROPPE ALTE – NOUY: BANCHIERE AVVISATO, MEZZO SALVATO – L’INCONTRO IN BANKITALIA – OGGI IL PREZZO DELL’OPERAZIONE UNICREDIT

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Francesco Spini per la Stampa

 

BANCA D\'ITALIA BANCA D\'ITALIA

Alla vigilia del cda in cui Unicredit, oggi, stabilirà il prezzo dell' aumento di capitale da 13 miliardi e mentre le due ex popolari venete - la Vicenza e Veneto Banca - stringono sulle nozze, Danièle Nouy, presidente del consiglio di sorveglianza della Vigilanza unica della Bce, ha riunito i principali banchieri italiani. Al centro dell' incontro a porte chiuse nella sede di Banca d' Italia ci sarebbe stato il grande problema del sistema bancario italiano, ovvero i crediti deteriorati, senza tralasciare altri aspetti tecnici come lo Srep, le metodologie adottate da Francoforte, la revisione di alcuni processi.

 

CARMELO BARBAGALLO jpeg CARMELO BARBAGALLO jpeg

Chi c' era descrive l' appuntamento - a cui hanno preso parte anche il vice dg di Bankitalia Fabio Panetta e il responsabile della Vigilanza, Carmelo Barbagallo, oltre al dg dell' Abi Giovanni Sabatini - come un incontro di dialogo, senza diktat da parte della Nouy che non si sarebbe discostata dalla relazione modenese del governatore Ignazio Visco, che ha parlato della necessità delle banche di tornare a una maggiore redditività che faciliterebbe anche la raccolta di nuovo capitale, oltre all' esigenza di affrontare il tema dei crediti dubbi, con gli strumenti già in campo e non solo.

 

DANIELLE NOUY DANIELLE NOUY

La discussione, ieri, si sarebbe ampliata infatti alla proposta del presidente dell' Eba (l' autorità bancaria europea) Andrea Enria di istituire una «bad bank» europea per gestire mille miliardi di sofferenze a livello continentale. Nel mentre Unicredit si appresta a dare un ulteriore colpo di acceleratore all' aumento di capitale che partirà lunedì e che dovrebbe durare tre settimane. A stretto giro dovrebbe essere firmato l' accordo di garanzia con le banche per l' inoptato, per un aumento che già ora è garantito nei volumi. Radio Borsa scommette su uno sconto sul Terp (il prezzo teorico prima dello stacco del diritto) attorno al 35%.

 

Andrea Enria x Andrea Enria x

Dopo la tempesta di lunedì con la pubblicazione del documento di registrazione, ieri il titolo in Borsa ha perso un altro 3,97%, a 25,16 euro. L' ad Jean-Pierre Mustier, alla vigilia del via alle grandi manovre ostenta ottimismo e di fronte a una platea di investitori riunita ieri a Milano ha spiegato che il piano sui crediti dubbi che Unicredit presenterà il 28 febbraio a Francoforte è quello già concordato con la Vigilanza della Bce che «ne è molto contenta», anche considerato che «non ci sono state nuove richieste». I soci si stanno muovendo sull' aumento.

MUSTIER MUSTIER

 

Se Crt - che oggi eleggerà il nuovo presidente, Giovanni Quaglia - ha avuto il via libera dal ministero dell' Economia a partecipare all' intervento pro quota (il 2,5%), CariVerona (che ha il 2,2%) seguirà solo in parte. Quanto, lo decideranno domani i suoi organi di governo, guidati dal presidente Antonio Mazzucco. Già ieri, però, l' Ente ha fatto sapere che i risultati del 2016, per cui la banca si attende perdite pari a 11,8 miliardi, «non sono una sorpresa».

Giovanni Quaglia Giovanni Quaglia

 

Nel frattempo fa passi avanti anche il progetto di fusione tra Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Fabrizio Viola, ad di quest' ultima e consigliere di Montebelluna, ieri ha presentato ai cda delle due banche le linee guida del piano con cui intende ristrutturare i due istituti. Oggi a Francoforte illustrerà il piano alla Bce. Il 9 febbraio la Vicenza approverà i conti, seguita a ruota da Veneto Banca, mentre il 21 è in agenda un altro consiglio che - col nullaosta della Bce - potrebbe risultare decisivo per l' aggregazione.

 

FABRIZIO VIOLA FABRIZIO VIOLA

Quanto al fabbisogno di capitale, si parla di 2,5-3 miliardi che serviranno a coprire gli ulteriori accantonamenti su un portafoglio crediti deteriorati netti di quasi 9 miliardi, di cui 3,1 sofferenze. L' ipotesi allo studio è quella di una separazione in un veicolo di cui Atlante avrebbe il controllo. Il fondo, che ha già speso 3,4 miliardi per salvare i due istituti, oltre a metterci altri soldi, dovrà svalutare il suo investimento.

ALESSANDRO PENATI ALESSANDRO PENATI

 

Il revisore Deloitte ha indicato in 850 milioni di euro (24%) il taglio da apportare al Nav. La svalutazione sarà definita alla luce degli appuntamenti cruciali che attendono i due istituti, dall' approvazione dei bilanci 2016 - che si preannunciano in profondo rosso - alla definizione delle richieste di capitale della Bce.

 

 

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